MosaicoDown Dadi Aperto a novembre a Padova il concept store della cooperativa sociale Vite Vere: un luogo dove i ragazzi imparano le regole del lavoro e fanno pratica di relazioni con le persone
Torna con un nome diverso, e un progetto più ampio, il punto vendita solidale della cooperativa sociale Vite Vere Down Dadi. Chiuso l’estate scorsa il negozio che da anni era presente a Tencarola, a novembre è stato inaugurato un vero e proprio concept store, e allo stesso tempo un laboratorio: si chiama “In.Perfetto” e si trova in via Alberto da Padova, laterale di via Savonarola e corso Milano, vicino a porta Savonarola. Ogni giorno sono una ventina gli utenti, alcuni anche in tirocinio, seguiti da educatori e personale formativo, che svolgono attività artigianale ma sono anche a contatto con i visitatori. «Qui facciamo in primo luogo formazione al lavoro per giovani con disabilità intellettiva, quasi tutti affetti da sindrome di Down – spiega la coordinatrice di In.Perfetto, Anna Pretolani – È un luogo aperto – continua la coordinatrice – dove si imparano competenze relazionali con i clienti, con chi passa, chi lavora negli uffici del palazzo. Si imparano le regole del lavoro, i ruoli, gli orari. E si acquisiscono diverse conoscenze: dal fare il commesso alle tecniche artigianali. Qui si può provare un po’ tutto». In molti trovano poi lavoro, in particolare nella ristorazione e negli hotel. «In.Perfetto – racconta Pretolani – è però un più ampio progetto: si fanno ad esempio attività nelle scuole, dove i ragazzi tengono laboratori espressivi nei quali sono loro i veri portatori di competenze che insegnano ai bambini». Se alcuni dei prodotti esposti, come in un vero concept store, provengono da fornitori esterni come i libri in collaborazione con la libreria Limerick, i panettoni e le bottiglie di Prosecco, molti altri oggetti sono realizzati o decorati direttamente dai ragazzi. Vi sono così dei pupazzi natalizi di varie grandezze, realizzati interamente in loco, e poi tazze decorate, addobbi natalizi, lampade, dipinti su stoffe che poi diventano astucci e altro ancora. Su commissione vengono decorate bottiglie e apribottiglie; vi sono poi biscotti in una scatola disegnata dagli stessi ragazzi. I proventi delle attività hanno un fine importante: sostengono il progetto di autonomia abitativa della cooperativa. Un percorso che inizia dall’età di dieci anni, con breve permanenze dei ragazzi nelle varie “case palestra”, per arrivare da adulti alla quasi indipendenza negli appartamenti della cooperativa, che oggi sono due. È un’attività ambiziosa ma non sostenuta da contributi, se non quelli dei genitori oltre ai fondi della cooperativa.
