Sono terminati i restauri alla facciata dell’oratorio di S. Maria Annunziata nel suggestivo borgo di Pontemanco, frazione di Due Carrare (Pd). Il lavoro è parte di un più ampio complesso di restauro che riguarda anche parte degli interni, che si prevedono terminati per settembre. L’oratorio di Pontemanco, di proprietà della parrocchia di Carrara San Giorgio, sorge al centro dell’omonimo borgo: fu eretto come cappella privata dell’adiacente palazzo ora Fortini, all’epoca proprietà dei Morosini, e se ne ha notizia dal 1548. In origine vi si accedeva solo dal palazzo: nel Seicento assunse però funzione di oratorio pubblico e vi fu aperto l’attuale ingresso principale, fronte strada. Allo stesso periodo risale l’attuale sistemazione barocca dell’interno, che conserva arredi e affreschi risalenti all’ultimo trentennio del secolo e un apparato decorativo murario, ora degradato, opera di Girolamo Cellini datata 1672. Nel 2008 una tromba d’aria scoperchiò parte del tetto, che fu per fortuna subito rifatto. L’oratorio ha visto in anni recenti piccoli restauri alle acquasantiere, ai banchi e agli inginocchiatoi. Nel 2016 un altro importante intervento consolidò la struttura che sorregge il soffitto cassettonato e furono restaurati i pannelli dipinti dello stesso, ma non le travature e il dipinto centrale, cosa che sta avvenendo ora. L’attuale intervento, curato dallo studio di progettazione Laira, ha permesso quindi di restaurare la facciata, nella quale oggi risultano visibili le finestre poi murate quando fu aperto il portone principale. Purtroppo nulla o quasi rimane dei dipinti che la decoravano. Il restauro è stato curato dalla ditta Engim di Vicenza sotto la guida di Barbara d’Incau. Al contempo, stanno proseguendo i lavori agli interni: il restauratore Roberto Giacometti ha messo mano a tutte le parti in legno, dai dossali agli stalli alle cosiddette “mantovane”. Tutti interventi già autorizzati dalla Soprintendenza. «Rimangono fuori dall’intervento la pulizia dei dipinti murari, che versano comunque in uno stato discreto, dell’altare e dei due busti in marmo di Cristo e della Madonna, attribuiti a Giusto Le Court», informa Emanuela Tasinato, responsabile del Gruppo Pontemanco, che ha reso possibile il restauro avendo raccolto gran parte delle risorse necessarie, che si sono sommate al contributo Cei per 57 mila euro, e dell’Istituto Ville Venete per altri 17mila.