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Due Carrare. Nel borgo dei mulini potrà tornare a risplendere l’oratorio seicentesco
Pontemanco. Un vero gioiellino barocco nella campagna padovana
Pontemanco. Un vero gioiellino barocco nella campagna padovana
È in attesa di un completo recupero, che potrebbe essere imminente, il seicentesco oratorio del suggestivo borgo di Pontemanco a Due Carrare, un tempo noto per i suoi mulini, uno dei quali ancora visibile. L’oratorio è dedicato a Santa Maria Annunziata ed è di proprietà della parrocchia di Carrara San Giorgio. Fu eretto come cappella privata dell’adiacente palazzo ora Fortini, all’epoca dei Morosini poi dei Pasqualigo e dei Grimani, e se ne ha notizia dal 1548. Il secolo dopo aveva funzione di oratorio pubblico e vi si officiava messa quotidianamente. Trasformato nel Seicento, è un piccolo scrigno barocco che conserva arredi e affreschi risalenti all’ultimo trentennio del secolo. L’apparato decorativo, ora degradato, è opera di Girolamo Cellini datata 1672.
L’ultimo importante intervento complessivo sull’oratorio risale a fine Ottocento. Più di recente, grazie anche all’impegno di un gruppo di volontari del territorio, sono stati fatti dei restauri mirati. «Un progetto complessivo di recupero era stato redatto nel 1997 ma mai attuato – ricorda Paolo Valandro, attivo promotore della valorizzazione del luogo – a parte il restauro di due acquasantiere, ora conservate nella parrocchiale di San Giorgio, e i restauri della pala d’altare e delle stazioni della via Crucis.
Nel 2008 una tromba d’aria scoperchiò però parte del tetto, che venne per fortuna subito rifatto». Sistemata la copertura, da un deposito nel 2013 furono recuperati e restaurati i banchi e gli inginocchiatoi. Bisogna attendere il 2016 per un altro importante intervento sulla struttura che sorregge il soffitto cassettonato e, due anni dopo, l’inizio del restauro dei pannelli dipinti in esso incastonati.
Grazie alla volontà della parrocchia di completare il recupero del prezioso oratorio e all’impegno dei volontari, si è vicini a una svolta: uno stanziamento di fondi Cei e dell’Istituto regionale ville venete, una richiesta di contributo al Fai e le donazioni raccolte dai volontari del Gruppo Pontemanco, dovrebbero permettere l’avvio di interventi ormai improcrastinabili.
«Anzitutto il restauro della facciata principale – conclude Valandro – e poi il restauro conservativo delle travature e del pannello centrale del soffitto, e quindi dei dossali e stalli lignei che avvolgono tutta l’aula. Sono tutti interventi già autorizzati dalla Soprintendenza». Rimarrebbero poi da sistemare le “mantovane” lignee e pulire l’altare e i due preziosi busti marmorei di Cristo e della Madonna, riconducibili al fiammingo Giusto De Court.
Esempio raro di abitato che ha conservato il suo originale impianto urbanistico del cinque-settecento, Pontemanco viveva dell’attività molitoria sul Biancolino, diramazione del canale Battaglia. È tra i luoghi del cuore citati dal Fai.