Fatti
È tempo di attivare le comunità energetiche da fonti rinnovabili
Le Comunità energetiche da fonti rinnovabili stanno prendendo piede, su carta, tra Comuni, cittadini e parrocchie. In attesa dei decreti attuativi
FattiLe Comunità energetiche da fonti rinnovabili stanno prendendo piede, su carta, tra Comuni, cittadini e parrocchie. In attesa dei decreti attuativi
Manca una cabina di regia e questo rallenta la nascita delle Cer, le Comunità energetica da fonti rinnovabili, già messe in cantiere da Comuni e gruppi di cittadini. A Padova, Montegrotto e Albignasego i progetti stanno prendendo il via ma «oggi è indispensabile mettere in atto una semplificazione del procedimento amministrativo, altrimenti le Comunità di energia rinnovabile saranno inesorabilmente destinate a rimanere lettera morta» ha dichiarato Arturo Lorenzoni, portavoce dell’opposizione in Regione e docente di Economia dell’energia all’Università di Padova, auspicando l’istituzione di una struttura di livello regionale, di grandi dimensioni, in grado di sostenere l’attivazione delle Cer. A Padova si è costituito “Guizzo di energia!”, un gruppo di cittadini coordinati da Dario Da Re, già presidente della Consulta del quartiere Guizza, che sta creando una Cer: «Per ora abbiamo creato un comitato che entro sei mesi si deve costituire in cooperativa Cer – spiega Dario Da Re – I soggetti previsti sono tre: il prosumer, vale a dire il produttore- consumatore, il consumatore e il solo produttore, figura che in città difficilmente trova spazio. Obiettivo della comunità non è produrre molta energia, ma trovare l’equilibrio tra produzione e consumo di energia. Noi lavoriamo sui tetti ma speriamo di trovare partecipazione anche dell’Amministrazione comunale per usare gli spazi pubblici. Con le Cer stiamo parlando di strategia sociale, ma stiamo anche offrendo un’opportunità al Paese per lo sviluppo dell’energia rinnovabile. Noi contiamo di realizzare un modello che altri possano usare per far nascere nuove Cer e speriamo che il Comune apra uno “sportello Cer” per aiutare questa transizione energetica». A Montegrotto Terme il Comune è già coinvolto. Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che dà il via alla costituzione di una Cer a trazione pubblica: socio fondatore il Comune stesso, l’Auser e la parrocchia di Montegrotto Terme. La comunità energetica, la prima in questo territorio a trazione pubblica, potrà produrre, immagazzinare, consumare, scambiare e condividere l’energia elettrica e termica prodotta dagli impianti a fonte rinnovabile che verranno realizzati, con notevoli risparmi. L’obiettivo primario dell’Amministrazione è quello di utilizzare l’energia prodotta per gli edifici comunali e poi di coinvolgere i cittadini a basso reddito «che già oggi sono aiutati nel pagare le bollette dai Servizi sociali» perché diventino soci della comunità energetica o almeno consumatori dell’energia prodotta dalla Cer: «È giunto il momento di dare una risposta fattiva e strutturata grazie a una Cer a trazione pubblica che vada oltre le logiche del profitto dando risposte al problema della povertà energetica» ha spiegato il sindaco Riccardo Mortandello. Anche il Comune di Albignasego sta lavorando alla creazione di una Cer e il Consiglio comunale a fine aprile ha anticipato al 2023 lo stanziamento di 125 mila euro per finanziare un impianto fotovoltaico di potenza pari a 44,4 Kw sulle tribune dello stadio Montagna ed entro fine maggio ci sarà la proposta progettuale con le stime e i dati dell’energia prodotta e del relativo risparmio, un documento che verrà sottoposto alla cittadinanza per raccogliere adesioni: «È progetto innovativo in cui crediamo molto – afferma il sindaco Filippo Giacinti – un’iniziativa che va nella direzione di ridurre i costi energetici per il Comune e per i privati cittadini, ma anche di promuovere la partecipazione, la cittadinanza attiva e la sensibilità sui temi connessi alla sostenibilità».

Secondo un rapporto di Symbola, Tea e Ipsos, presentato a fine 2022, solo il 13 per cento dei cittadini e il 32 per cento delle imprese sanno bene che cosa sono le Comunità energetiche rinnovabili. Il rapporto però ha rilevato che le Comunità energetiche rappresentano un fenomeno in crescita nel nostro Paese, sia a livello di conoscenza diffusa sul territorio che di investimenti e progetti. Secondo il documento, tre imprese su quattro e una persona su sei hanno sentito parlare di Cer, ma solo il 13 per cento dei cittadini e il 32 per cento delle imprese conosce bene il concetto di Cer, dato che sale 47 per cento per i referenti diocesani. «Le Cer sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette, rendere l’Italia più libera da ricatti energetici puntando sulle rinnovabili» ha dichiarato Ermete Realacci, presidente di Symbola.
Le Comunità energetiche da fonti rinnovabili sono formate da cittadini, attività commerciali e imprese, enti territoriali che si uniscono per produrre e condividere energia elettrica da fonti pulite a “chilometro zero”. È un soggetto giuridico basato sulla partecipazione aperta e volontaria i cui membri sono persone fisiche.