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Ecco la tempesta perfetta per gli artigiani edili? Il Superbonus e la direttiva Eco-green
Il Superbonus, la direttiva Ecogreen dell’Unione Europea e la patente a crediti preoccupano le maestranze venete
MosaicoIl Superbonus, la direttiva Ecogreen dell’Unione Europea e la patente a crediti preoccupano le maestranze venete
Undici miliardi e 178 milioni di euro: è questo il valore dell’investimento complessivo del Superbonus per il Veneto, dove ha contribuito a efficientare oltre 60 mila edifici. Il brusco stop all’agevolazione, tuttavia, sta lasciando strascichi sia nei committenti che nelle imprese costruttrici, a cui non è immune neppure la nostra Regione, che pure appare tra le meno colpite. A preoccupare, in particolare, è la situazione dei condomini: i dati dicono che dall’inizio del Superbonus fino a fine marzo erano stati asseverati, nel Veneto, 10.215 interventi in altrettanti condomini: ben 3.564, ovvero il 35 per cento, sono quelli attivati tra gennaio e marzo del 2024. Si tratta di interventi, come rileva Confartigianato imprese Veneto, che cubano all’incirca 270 milioni di euro di lavori ancora non realizzati. Questa è la cifra a rischio nella Regione, circa il 5 per cento del totale dei 5,8 miliardi di euro di investimenti autorizzati nei condomini veneti. Non c’è solo il Superbonus a preoccupare le maestranze artigiane, ma anche la nuova direttiva Eco-green dell’Unione Europea, che Italia e Ungheria non hanno votato ma che tutti gli Stati membri dovranno recepire nell’ordinamento nazionale. Gli obiettivi della direttiva sono il miglioramento delle prestazioni energetiche nell’edilizia, la riduzione di gas serra e consumi energetici entro il 2030, la neutralità climatica entro il 2050. Si punta alla riduzione dell’utilizzo di energia primaria di almeno il 16 per cento entro il 2030 e del 20-22 per cento entro il 2035: per questo, per esempio, non saranno più incentivate le caldaie a gas o a combustibili fossili già dal 2025. L’Italia si trova oggi, nonostante il Superbonus – fanno sapere gli artigiani – con ben nove milioni di immobili che non rispettano i limiti imposti dalla direttiva: gli addetti ai lavori si aspettano parecchi problemi applicativi, a partire dalla mancanza di risorse dei cittadini per ristrutturare il proprio patrimonio immobiliare. Le associazioni delle categorie interessate spingono affinché lo Stato rilanci gli incentivi per le ristrutturazioni in una percentuale superiore a quella del 50 per cento a oggi prevista. La recente approvazione del decreto legge 19/2024 (Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Pnrr) ha introdotto poi un nuovo sistema di qualificazione per le imprese e i lavoratori autonomi che lavorano nei cantieri edili, la cosiddetta “patente” a crediti, che mira a rafforzare la sicurezza sul lavoro e il contrasto al sommerso. «Non è la soluzione – sostiene Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato imprese Veneto – ma una penalizzazione inutile. La sicurezza non può essere garantita da un decreto. Servono regole chiare e applicabili, vanno coinvolti gli enti bilaterali, si deve lavorare sulla prevenzione e sulla formazione, va garantita l’applicazione corretta dei contratti collettivi e promosso l’associazionismo d’impresa che diffonde la cultura della legalità».
Di recente l’Ecofin, la riunione dei ministri dell’Economia degli Stati aderenti all’Ue, ha approvato il testo finale della direttiva Ecogreen. Pur considerando positivi gli obiettivi, c’è chi fa presenti possibili criticità: un esempio è il caso di proprietari anziani e pensionati. Secondo Giovanni Lovato, presidente del Gruppo edili di Confartigianato imprese Veneto, esiste l’effettiva impossibilità per fasce di popolazione di età superiore a 70 anni a ristrutturare il proprio immobile, in quanto il patrimonio a loro disposizione potrebbe servire a sostenere le spese per le cure della vecchiaia o una casa di riposo. La proposta è di prevedere un sistema di esonero, almeno fino al 2050, per i proprietari di case anziani. Se ristrutturare casa è un obbligo, sostiene anche Thomas Fantin, presidente della Federazione Edilizia della stessa associazione artigiana, chi erediterà immobili potrebbe dovervi investire tutti o buona parte dei risparmi, anche quelli lasciati dai genitori. Perché quindi non prevedere la possibilità di alienare l’immobile senza ristrutturarlo? Nel qual caso potrebbe essere prevista una misura fiscale che permetta al cittadino di detrarre dall’Irpef l’eventuale minusvalenza ricavata dalla vendita dell’immobile al di sotto del suo reale valore. La richiesta, riassunta dal presidente di Confartigianato imprese Veneto Roberto Boschetto, è quindi di concordare con il Governo linee di azione «che permettano agli artigiani di lavorare secondo le nuove disposizioni europee, senza che ciò comporti un impoverimento generalizzato della popolazione a causa della diminuzione drastica dei patrimoni nel solo intento di applicare una disposizione sull’efficienza energetica».