Il cinema documentario torna protagonista a Este nel fine settimana del 4 e 5 ottobre con l’Etnofilmfest, mostra internazionale di cinema etnografico. Una kermesse che, come la mitica creatura fenice, “rinasce dalle ceneri”: quella di quest’anno, infatti, è un’edizione speciale, non competitiva, ma celebrativa del passato del festival, per rilanciare il suo futuro. Un ritorno alle origini di un evento che, dopo aver girato diverse città, riparte proprio dai luoghi in cui è nato.
«L’edizione è celebrativa ma lo spirito del festival resta lo stesso: offrire uno sguardo profondo e autentico sulla ricchezza delle culture globali, celebrando la diversità e favorendo il dialogo attraverso l’arte cinematografica – spiega Fabio Gemo, antropologo, nativo di Monselice, ideatore della rassegna e del centro studi sull’etnodramma – In un tempo in cui cultura e arte sono strumenti fondamentali per rafforzare i legami tra le persone e stimolare il pensiero critico, il festival torna a essere un invito ad aprirsi a nuovi mondi, a lasciarsi emozionare dalle storie e a celebrare la straordinaria varietà delle esperienze umane».
La due giorni sarà ricca di proiezioni, incontri e festeggiamenti per il decennale dell’Ethnographic film school, prima scuola in Italia dedicata al documentario etnografico: fondata nel 2015, ha formato oltre un centinaio di cineasti. Il programma del festival si articola in due giornate di appuntamenti al teatro dei Filodrammatici: sabato 4 ottobre l’inaugurazione è alle 17.30 con la proiezione di Sentinelle del Nulla, documentario che omaggia il grande regista e documentarista Luigi Di Gianni (1926-2019); alle 21, spazio a Eîdòn, film di Simone Bardi, ex allievo della scuola, che esplora le fragilità del Delta del Po.
La mattinata di domenica 5 ottobre, a partire dalle 10, è dedicata al decennale della scuola: verranno proiettati i lavori di giovani autori come Giorgia Di Sario, Matilde Bignotti, Virginia Manni ed Enrico Bergamasco. Nel pomeriggio, la visione del film Dietro la porta di Karine de Villers e Mario Brenta, mosaico di ritratti intimi che interrogano il rapporto fra individuo e casa come specchio dell’interiorità. Alle 16.30, l’antropologo Francesco De Melis terrà un incontro sul legame tra antropologia visiva e arte contemporanea, mentre alle 17.30 sarà la volta di Afar together (Convivenze remote) di Rodolfo Bisatti, esempio di “cinema minimo”. La chiusura, alle ore 21, è affidata allo spettacolo “Arcipelago Pasolini”, omaggio lirico e musicale all’intellettuale friulano a cinquant’anni dalla sua scomparsa, con musiche di Ennio Morricone e voce narrante di Fabio Gemo.
Il festival, a ingresso libero, rappresenta un’opportunità per gli appassionati di cinema documentario di scoprire opere di grande qualità ma anche di partecipare a dibattiti e incontri con antropologi, registi e ricercatori. «Non si tratta solo di un evento, ma di un’occasione per riportare la nostra città al centro di un dialogo internazionale fatto di cultura, ricerca e visioni. La cultura è il filo che tiene insieme comunità e generazioni», commenta con orgoglio l’assessore alla cultura del comune di Este, Luigia Businarolo.
Informazioni e programma completo sul sito www.etnodramma.it Tutti gli eventi avranno luogo al teatro dei Filodrammatici in calle della Musica, 13. Per prenotazioni: 328-6672328.
«Dalle prossime edizioni il corpo sarà al centro della ricerca – afferma Fabio Gemo – il documentarista etnografico non più come osservatore neutrale, ma come partecipante sensoriale, le comunità filmate non più oggetti di studio, ma interlocutori attivi, co-creatori del racconto».