FattiSono 76 i parlamentari da eleggere a Bruxelles a disposizione dell’Italia. Il 1° maggio sono state presentate dodici liste: una panoramica con i candidati veneti per arrivare preparati
Di legislature, al Parlamento di Bruxelles, ne ha già fatte quattro. Ma Sergio Antonio Berlato, vicentino, 65 anni il prossimo 27 luglio, è già in pole position per la quinta. C’è infatti il suo nome, alle spalle di Giorgia Meloni detta Giorgia, nella lista di Fratelli d’Italia che punta a fare il pieno di voti e di seggi nella circoscrizione Nordest che, oltre al Veneto, comprende anche il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna. Al vaglio degli elettori, sabato 8 (si vota dalle 15 alle 23) e domenica 9 giugno (dalle 7 alle 23), si presentano 166 candidati, in rappresentanza di dodici liste. I parlamentari da eleggere, nello Stivale, sono 76; 15 gli scranni in palio nel collegio che va da Trieste a Cattolica. Si possono esprimere fino a tre preferenze per candidati di sesso diverso della stessa lista: ovvero se si vogliono votare due uomini bisogna votare anche una donna e viceversa. In realtà, alla Corte d’Appello di Venezia sono state depositate 17 liste per 226 aspiranti eurodeputati, ma cinque formazioni si sono viste ricusate per non aver allegato le firme a sostegno richieste dalla legge. Si tratta di Partito animalista-Italexit per l’Italia, Democrazia sovrana popolare, Italia dei diritti, Unione cattolica italiana e Forza nuova. È stata invece ripescata Alternativa popolare, partito di cui è capolista il pirotecnico sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. L’ufficio elettorale presso la Cassazione ha infatti ritenuto valido il collegamento di Ap al Partito popolare europeo.
Nella lista di Fratelli d’Italia (slogan “Con Giorgia l’Italia cambia l’Europa”) troviamo l’assessore regionale all’Istruzione, alla formazione e al lavoro Elena Donazzan, inquilina di Palazzo Ferro-Fini dal 2000 e di Palazzo Balbi dal 2005. E ancora i consiglieri regionali Lucas Pavanetto e Daniele Polato, oltre alla sindaca di Villa del Conte Antonella Argenti. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che nei manifesti elettorali appare con Silvio Berlusconi (slogan “Una forza rassicurante al centro dell’Europa”), guida il plotone di Forza Italia. Al numero tre della lista figura il coordinatore regionale Flavio Tosi, ex sindaco di Verona che dal 2022 siede alla Camera. In corsa anche l’ex sindaca di Vedelago Cristina Andretta, il direttore dell’Unità operativa complessa di Angiologia di Padova Giampiero Avruscio e la polesana Arianna Corroppoli, già coordinatrice provinciale di Italia Viva. Gli europarlamentari uscenti Paolo Borchia, veronese, e Rosanna Conte, veneziana, trainano la Lega Salvini premier (slogan “Cambiamo l’Europa prima che lei cambi noi”). In lizza anche la sindaca di Pozzonovo (e deputata) Arianna Lazzarini, il vicesindaco di Treviso Alessandro Manera, la vicesindaca di Rossano Veneto Morena Martini e, al numero 14, il generale Roberto Vannacci. Capolista del Partito democratico (slogan “Una famiglia, non un bersaglio. L’Europa che vogliamo è inclusiva”) è il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Si ripropone l’europarlamentare vicentina Alessandra Moretti; scommette su un ottimo risultato l’onorevole Alessandro Zan, padovano, in corsa anche nella circoscrizione Nordovest. S’impegna anche il consigliere regionale trevigiano Andrea Zanoni (già eurodeputato dal settembre 2011 al maggio 2014 dopo essere stato candidato come indipendente nel 2009 con l’Italia dei valori). Un’altra consigliera regionale, la leonicena Cristina Guarda, esponente di Europa verde, è capolista di Alleanza verdi-SinistraStati Uniti d’Europa (in cui troviamo i contrassegni di Più Europa, Italia viva, Volt, Psi e Libdem) affida il numero uno a Graham Robert Watson, scozzese, già europarlamentare dei Liberal democratici britannici, che è diventato italiano grazie alla moglie fiorentina. Corre con Matteo Renzi anche il sindaco di Garda, Davide Bendinelli, già consigliere regionale di Forza Italia e assessore veneto ai Servizi sociali dall’ottobre 2014 al giugno 2015, eletto deputato con gli azzurri nel 2018 e transitato l’anno successivo in Italia viva. Debutta alle elezioni europee la lista Pace terra dignità, caratterizzata da una colomba che porta nel becco un ramo d’ulivo. Capolista a Nordest è il giornalista Raniero La Valle, classe 1931, già parlamentare della Sinistra indipendente dal 1976 al 1992. Carlo Calenda, che nel 2019 raccolse 270.980 preferenze nella lista del Pd, ora è il leader di Azione. In corsa Silvia Fattore, già sindaco di Villanova di Camposampiero e vicepresidente dell’associazione Ex allievi del Barbarigo; Carlo Pasqualetto, consigliere comunale a Padova; Riccardo Mortandello, sindaco di Montegrotto. C’è l’hashtag #pace nel contrassegno del Movimento cinque stelle, la cui capolista è Sabrina Pignedoli, parlamentare europea uscente, giornalista emiliana particolarmente attiva nello studio della malavita organizzata. Al numero due troviamo Ugo Biggeri, già presidente di Banca Etica (dal 2010 al 2019).
Punta al quarto mandato l’agronomo altoatesino Herbert Dorfmann, capolista della Südtiroler Volkspartei. Infine merita di essere raccontato il contrassegno – una vera e propria macedonia di simboli – della lista Libertà di cui è leader Cateno De Luca, sindaco di Taormina. Ecco i partiti citati: Sud chiama Nord; Sicilia Vera; I civici in movimento; Grande Nord; Popolo veneto (dell’ex deputato leghista veronese Vito Comencini, candidato); Noi agricoltori & pescatori; Noi ambulanti liberi; Partito pensionati; Sovranità; Il Vero Nord; Il Popolo della famiglia; Vita (movimento rappresentato dall’ex parlamentare “no vax” Sara Cunial); Fronte Verde-Ecologisti indipendenti; Capitano ultimo; De Luca sindaco d’Italia; Insieme liberi; Partito moderato d’Italia; Rizzi (che fa riferimento al candidato Enrico Rizzi); Movimento per l’Italexit.
La legge elettorale per le elezioni europee è di tipo proporzionale, il che significa che se un partito ottiene il 10 per cento dei voti, ottiene il 10 per cento dei seggi. Questo fa sì che non ci siano le coalizioni tra i partiti: tuttavia i singoli partiti possono accorparsi e presentarsi con una lista elettorale comune (ne sono un esempio Più Europa e Italia viva, che fanno parte della lista Stati Uniti d’Europa, e da Europa Verde e Sinistra italiana, che hanno riproposto la lista Alleanza Verdi-Sinistra. È prevista la soglia di sbarramento: le liste che prendono meno del quattro per cento dei voti non eleggono parlamentari europei. Le liste presentate dai partiti devono poi rispettare la parità di genere: in ciascuna lista i candidati uomini e le candidate donne non possono essere più della metà del numero totale dei candidati, e i primi due candidati della lista devono essere di sesso diverso.
