Preoccupa la quantità crescente di alimenti gettati nell’immondizia dalle famiglie, tuttavia alcuni consigli possono servire a ridurli. Stagionalità e cucina tradizionale possono aiutare
La frutta occupa il primo posto fra i cibi che finiscono nella spazzatura: se ne gettano 24 grammi a settimana, seguiti da 21 grammi di pane fresco, 20 di verdure e 19 di insalata. Lo rivela Coldiretti, preoccupata dai dati diffusi dall’Osservatorio Waste Watcher Italia 2025 e in particolare dal fatto che si rileva una crescita del 13 per cento negli sprechi domestici. «Sono numeri che devono far riflettere – spiega Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – e che rendono l’idea di come il cibo buttato ogni giorno, oltre che un danno economico, sia un dramma per l’ambiente e il lavoro di migliaia di agricoltori, il cui prodotto rischia di passare direttamente dal campo al bidone della spazzatura». Il primo consiglio è quello di cambiare le nostre abitudini domestiche, cercando di pianificare al meglio gli acquisti e l’uso del cibo in casa. Un vero e proprio vademecum, un decalogo antispreco, è stato stilato dagli agricoltori di Campagna Amica: «Buttare cibo non conviene a nessuno – sottolinea infatti Lorin – né a chi lo produce e lo vende né tantomeno a chi lo compra». Il decalogo inizia con il consiglio di programmare la propria spesa (1), facendo la tradizionale lista e prediligendo acquisti ridotti ma più frequenti (2). «La “maxispesa” quindicinale o mensile – ricorda Coldiretti – aumenta il rischio di ritrovarsi poi prodotti scaduti». I successivi consigli sono quelli di prediligere le produzioni locali e a “km 0”, disponibili anche nei mercati contadini (3), scegliendo i prodotti di stagione (4). La stagionalità però non basta: meglio prendere la frutta con il giusto grado di maturazione (5), conservandola poi adeguatamente separando sia le diverse varietà di frutta e verdura (6) sia ciò che si intende consumare a breve e quello che si conserverà più a lungo (7). Un consiglio valido per tutti i cibi, non solo per l’ortofrutta. Occorre poi comprendere la differenza tra “da consumarsi entro” e “preferibilmente entro il…”: «Nel primo caso – spiega Coldiretti – è d’obbligo mangiare il prodotto entro la data indicata, il secondo è solo il termine entro cui il prodotto adeguatamente conservato mantiene le proprietà organolettiche, gustative o nutrizionali specifiche» (8). Se al ristorante non ci si deve vergognare di chiedere di portare a casa gli avanzi (9), un segreto dell’antispreco è proprio la “cucina degli avanzi” (10), protagonista di blog e programmi grazie anche ai cuochi contadini, che sta contribuendo a riscoprire anche le ricette della tradizione.
