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Speciali | L'Aclista padovano

giovedì 18 Settembre 2025

Un giovane aclista al Giubileo. La testimonianza di Giacomo, socio di Monselice

Giacomo Buson

Forse all’inizio è stata soprattutto la curiosità a spingermi una settimana fuori casa, in tenda, camminando all’infinito per le vie di Roma. Forse all’inizio era soprattutto soddisfare lo sfizio di visitare la Città Eterna. Non immaginavo cosa avrei trovato così lontano da casa, in mezzo a tanta gente. Una sorpresa, la gioia regalata da questo viaggio: una sorpresa sperata, ma al di là di ogni previsione.
Lunedì 28 luglio, abbiamo raggiunto la parrocchia dei santi Pietro e Paolo all’Olgiata, a nord di Roma. Dopo aver sistemato le tende forniteci dalla Diocesi, abbiamo iniziato con la messa il nostro viaggio. Il nostro Giubileo è entrato nel vivo il giorno dopo, con la prima visita a Roma e la prima catechesi sulla domanda: “Chi sei?”. Una marea ha invaso Roma in quei giorni e la mia sensazione è che non possa essere fermata, ma solo condotta per la giusta via. Ho visto un gregge variegato in cerca di pastori capaci e appassionati. Tanti ragazzi e ragazze in cerca di qualcosa che nemmeno loro conoscono. Bandiere da ogni parte del mondo sembravano chiedere pace. Alla fine dell’affollata messa d’inizio, il papa stesso ha fatto la sua comparsa lanciandoci un messaggio di impegno.
Giovedì 31, l’appuntamento più importante è stata senz’altro la confessione di fede, per gli italiani in Piazza San Pietro: sulle orme dell’apostolo, accompagnati da musica e significative testimonianze, abbiamo ascoltato tra gli altri il messaggio del card. Pizzaballa e l’omelia del card. Zuppi, entrambi solleciti nel consegnare a noi l’impegno per la pace. Venerdì 1° agosto è stata la giornata delle confessioni: dopo un momento di preghiera assieme, i sacerdoti e lo stesso vescovo Claudio si sono messi a disposizione per il sacramento della riconciliazione.
Sabato 2 agosto, dopo la messa e il caloroso ringraziamento alla parrocchia che ci ha ospitati, ci siamo diretti verso Tor Vergata con tutti i mezzi possibili, comunque non sufficienti ad evitare di finire stretti come sardine nella metropolitana! Ai varchi d’ingresso non è andata meglio, ma alla fine abbiamo trovato un posto nella marea di giovani venuti da tutto il mondo. Al calar del sole papa Leone ha fatto la sua comparsa, e durante la veglia ha risposto ad alcune domande poste dai giovani prima della solenne adorazione eucaristica.
Domenica 3 agosto, dopo una notte quasi insonne, il santo padre è tornato da noi per il suo secondo giro tra la folla e per la messa, un momento tanto potente da farmi comprendere quanta forza abbia ancora la Chiesa per fare presa sulle persone di ogni età e Paese.
Ritornando a casa, c’era qualcosa di nuovo in me, qualcosa che avevo sempre avvertito senza farci caso, ma in quel momento difficile da ignorare dopo il bagno di folla di quei sette giorni: la marea di giovani che ha riempito Roma mi ha ricordato il desiderio che tutti noi abbiamo, più o meno nascosto, un desiderio di amore e di pace per questo mondo. Papa Leone ci ha ricordato a gran voce di non spegnere questo desiderio: la mia speranza è che attraverso le Acli, tanti giovani del territorio possano ricevere una nuova energia dalla Chiesa nel mondo.

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