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Mappe | Mappe 15 – Settore moda – maggio 2023

martedì 16 Maggio 2023

Abbigliamento. Dignità e parità anche per chi ha meno soldi

Francesca Campanini
Francesca Campanini
collaboratrice

Valentina Puato, lei è socia lavoratrice della cooperativa: di fronte alla crisi economica che stiamo fronteggiando, come è possibile garantire accessibilità e sostenibilità sociale anche dal punto di vista dell’abbigliamento?«Il tema del potere d’acquisto cerchiamo di affrontarlo mostrando che, in base alla propria disponibilità, con una cifra anche piccola si può “uscire vestiti” da un mercatino come il nostro: con tre euro puoi comprarti un jeans e una maglietta. Le nostre attività non le facciamo con scopo di lucro, ma nemmeno per beneficenza: il nostro obiettivo però è dare dignità a chi compra, cioè rendere possibile anche per chi ha scarso potere d’acquisto uscire con ciò che gli serve, senza chiedere carità, ma comprando. È anche questo un elemento della parità, dell’inclusione e del rispetto della persona».A oggi, in base alla vostra esperienza, qual è “il profilo” di compra abbigliamento usato? Quanto c’entrano le necessità economiche?«L’accessibilità economica è fondamentale, da 30 anni Angoli di Mondo ha come obiettivo quello di rendere disponibiliquesti beni anche a persone che hanno capacità economiche varie. Sicuramente una volta, 38 anni fa quando è nata l’associazione, non era così comune che la gente benestante comprasse cose usate: si trattava per lo più di antiquariato o pezzi da collezione. Oggi comprare usato è un po’ più sdoganato e vengono da noi soprattutto i giovani,anche senza dati alla mano si nota che la composizione è varia: all’Arcella, dove abbiamo una delle nostre sedi, ci sono più famiglie numerose che magari devono comprare vestiti a tutti i figli e optano per l’usato al fine di risparmiare. Al nostro mercatino nel quartiere Madonna Pellegrina vediamo avvicinarsi, invece, molte famiglie giovani, con bambinipiccoli che scelgono l’usato anche come stile di vita, questo è un fenomeno più recente».La fast fashion ha delle ripercussioni anche sulle vostre attività?«Rispetto alla quantità dei prodotti comprati, noi stessi consigliamo di valutare e comprare solo quello che piace, altrimenti si ricade nella logica della fast fashion anche nelle realtà di rimessa in circolo dell’usato. Si rischia di comprare moltissimi capi perché sono a poco prezzo per poi non usarli. Noi scoraggiamo questo comportamento, perché anche questa attenzione fa parte di una promozione della cultura dell’uso delle risorse».

Gli italiani spendono meno in vestiti

Nell’indagine Istat del 2021 sulle abitudini di spesa degli italiani, è emerso che la seconda voce che ha subito una riduzione rispetto all’anno prima è quella per abbigliamento e calzature: il 52,7 per cento delle famiglie che acquistavano già questi beni un anno prima ha limitato tale esborso.

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