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Mappe | Mappe 21 - Città e comunità sostenibili - marzo 2024

lunedì 25 Marzo 2024

Il verde in città, di più e accessibile. Come stanno le aree green urbane

Cristina Griggio

Accesso universale. È quello che dovrebbe essere garantito negli spazi verdi, stando al punto 7 del Goal 11, a bambini, anziani e persone con disabilità. Il 14 gennaio 2013, l’Italia si dotava della legge “Norme per lo sviluppo di spazi verdi urbani” e, a oltre dieci anni di distanza, al di là dei calcoli e delle percentuali di suolo già destinato o destinabile ad area verde, dall’analisi dei dati raccolti emerge come sia necessario affrontare una sfida culturale in grado di accrescere la consapevolezza del valore del verde urbano e dell’importanza di renderlo fruibile a tutti. I dati Istat sul verde urbano, pubblicati nel 2023, indicano l’aumento dei Comuni capoluogo che aderiscono alla Giornata nazionale degli alberi (dal 55 per cento nel 2014 al 75 per cento nel 2021) e di quelli che ottemperano all’obbligo di piantare un albero per ogni nato e/o minore adottato (50 per cento nel 2021). Oltre la metà dei Comuni, inoltre, adotta lo strumento del bilancio arboreo, mentre il censimento e il regolamento del verde sono presenti, rispettivamente, nel 93 per cento e nel 46 per cento dei casi. Decisamente meno confortanti i dati sui Piani del verde, che risultano approvati solo in nove Comuni capoluogo, tra cui Padova, su 109 tra il 1993 e il 2021. Rovigo per restare in Veneto, in realtà, ha adottato il proprio piano a inizio anno. Infine, la disponibilità di verde pubblico pro-capite nei Comuni è aumentata soltanto del 3,8 per cento tra il 2014 e il 2021. È evidente che la legge n. 10 del 2013 abbia contribuito a diffondere una maggiore sensibilità verso i temi del verde e dei suoi benefici per le comunità urbane, senza tuttavia tradursi in un incremento significativo delle aree verdi, né in una pianificazione urbanistica efficace, soprattutto a lungo termine. Al contrario, il potenziamento delle infrastrutture verdi dovrebbe essere una delle priorità della politica nazionale e locale, rafforzando la cultura del verde e dell’inclusività sia nelle amministrazioni, sia nei singoli cittadini. Secondo l’ASviS, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, è necessario anche consolidare il sistema nazionale di monitoraggio del verde urbano previsto dalla legge stessa, estendendo la rilevazione del verde a tutti i Comuni italiani con una popolazione superiore ai quindicimila abitanti e prevedendo una analoga disciplina per gli altri enti territoriali gestori di verde pubblico. Sarebbe inoltre importante aumentare la quota di popolazione che può raggiungere a piedi un’area verde pubblica e la quota di verde fruibile da ciascun cittadino. Purtroppo, le buone intenzioni e i bei sogni devono fare preventivamente i conti con il bilancio. Per questa ragione, per realizzare tutto questo, bisognerebbe prevedere incentivi economici alle amministrazioni locali, che li stimolino a dotarsi di piani strategici delle infrastrutture verdi e blu, e, contestualmente, ad arrestare il consumo del suolo per lo sviluppo urbano. Andrebbero poi attivati i “contratti di coltivazione”, per permettere agli enti pubblici e ai privati di avere a disposizione e gestire alberi e materiale riproduttivo vegetale, in modo da contribuire a raggiungere gli obiettivi dell’agenda climatica.

Dal Comune di Albignasego, fresco di approvazione del proprio Piano del verde a marzo, giunge l’esempio di scelte virtuose. L’attuazione del Piano è stata preceduta dalla mappatura del territorio che ha evidenziato come il 77 per cento dell’area comunale sia costituita da territorio agricolo. Se consideriamo che il Comune si estende su una superficie di circa 21 chilometri quadrati, le aree verdi ne occupano 10,82 con un’apprezzabile varietà di specie arboree e floreali. Continuando a ragionare coi numeri, ognuno dei 26.900 abitanti del Comune ha a disposizione 435,05 metri quadrati di verde. Impensabile, forse, in un municipio che costituisce la cintura urbana occidentale di Padova. Tutto questo è il risultato dello sforzo che l’amministrazione comunale sta compiendo da anni, per rendere il proprio territorio non solo a misura di cittadino, ma a misura di tutti i cittadini: «Il tema dell’inclusività orienta tutte le scelte politiche, soprattutto a livello locale – precisa Valentina Luise, assessore all’Edilizia, urbanistica, ambiente e transizione ecologica, mobilità – Tuttavia, creare ambienti inclusivi non significa solo installare arredi e giochi per disabili, bensì creare spazi fruibili da tutti; perché fare inclusione significa includere tutti e ciascuno. Con quest’ottica, abbiamo progettato i nuovi parchi e stiamo già operando alcune sostituzioni degli arredi pubblici». Ne sono un esempio il parco Ferri, che ospita altalene accessibili a tutti; e il giardino Tosi, che ospita dei pannelli tattili per permettere di orientarsi alle persone con disabilità sensoriali, e dei percorsi per persone in carrozzina: «Il Piano del verde rappresenta un passo significativo verso la promozione di un ambiente urbano sostenibile e di interesse collettivo – aggiunge il sindaco Filippo Giacinti – Si tratta di un progetto ambizioso che mira a trasformare la città in un’infrastruttura urbana verde, connettendo parchi, aree verdi, rete idrografica e parco agricolo attraverso corridoi ecologici e viabilità ciclo-pedonale. Questo piano strategico contribuirà alla creazione di un sistema ecologico nel quale associazioni locali e cittadinanza saranno parte attiva». Sono in programma due nuovi parchi: uno a Lion, di circa ottomila metri quadrati, dove sarà recuperato il vecchio campo sportivo per essere trasformato in un parco; l’altro, tra la zona Ferri e San Tommaso, di 26 mila metri quadrati.

L’Albero del tesoro, un esempio

Un parco inclusivo pensato da tutti e per tutti. Si definisce così il parco Albero del tesoro, un progetto che ha preso forma a Padova a partire dal 2016, nella zona Basso Isonzo. È realizzato da Comune di Padova e Fondazione Robert Hollman in collaborazione con 17 realtà. Proprio in questi giorni l’assessore al Verde Antonio Bressa ha fatto il punto sul termine dei lavori del quarto lotto. È in fase di ultimazione la sala aggregativa e tra le altre opere che nei prossimi mesi vedranno la luce, ci sono la pergola bioclimatica; l’installazione della piccola cucina nel locale ristoro e dei pannelli solari per consentire il miglior efficientamento energetico possibile; la posa dell’arredo urbano con panche e tavoli accessibili; la piantumazione di un piccolo frutteto.

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