Lo scorso mese di marzo, il gruppo ha presentato una serie di proposte legate al Piano che se approvate porteranno a ottenere nuove risorse per investimenti per 48,5 milioni di euro per il settore ambiente, destinati a migliorare la raccolta differenziata con contenitori intelligenti e nuovi centri di raccolta, nuove stazioni logistiche e interventi negliimpianti. Ma anche progetti di sviluppo, quali un impianto di recupero del ghiaino da spazzamento stradale e un nuovocentro di selezione per il recupero dei rifiuti in plastica. «Il Pnrr rappresenta un’importante occasione di sviluppo per il territorio e decollo per la sostenibilità ambientale – spiega Antonella Argenti, presidente del consiglio di bacino “Brenta per i rifiuti” – Per quanto riguarda il servizio ambientale, abbiamo scelto di superare una frammentazione di investimenti pensati solo su scala comunale a favore di una visione del servizio rifiuti che guarda a un territorio vasto, che punta a ottimizzare investimenti e impianti, che vuole offrire a tutti cittadini e utenti lo stesso servizio qualificato ed efficiente». Una visione, dunque, globale, che mette in gioco una progettualità non arroccata nelle singole realtà comunali, ma che possa ragionare d’insieme. Del resto, per il servizio idrico integrato, Etra investe 80 euro pro capite, un dato superiore alla media italiana dei gestori, ferma a 50,8 euro. E per quanto riguarda la ricaduta sul territorio, il valore economico generato e distribuito è di 167,4 milioni di euro che rimangono per il 75 per cento in Veneto e, all’interno di questo, per il 45 per cento nelle province di Padova e Vicenza. Etra gestisce 5.434 chilometri di reti di acquedotto e 2.616 chilometri di reti di fognatura a un territorio vasto che si estende da Asiago ai colli Euganei: parliamo di 228 mila tonnellate di rifiuti raccolti e 35,7 milioni di metri cubi di acqua all’anno erogati. Il futuro dell’Italia passa anche da qui. Il 40 per cento dell’acqua, infatti, viene sprecato per i problemi della rete idrica ed Etra proprio su questo vulnus tutto tricolore vuole metterci un “tappo”: parte degli investimenti legati al Pnrr, infatti, saranno destinati principalmente a progetti per aumentare la riduzione delle perdite. Il progetto ha l’obiettivo di implementare un nuovo sistema informativo territoriale e una piattaforma per la gestione e il monitoraggio delle utenze e la supervisione da remoto degli impianti e delle reti. Prima ancora della deadline fissata al 2026, obiettivo per il 2025 è la riduzione delle perdite di 5,7 milioni di metri cubi d’acqua.
Secondo i dati Istat del 2021, in un anno vengono immessi nella rete idrica italiana 8,2 miliardi di metri cubi di acqua, di cui ne vengono utilizzati 4,7 miliardi. Gli altri 3,5 vengono dispersi a causa delle cattive condizioni dell’infrastruttura idrica, cioè di tubi vecchi e rotti. Recuperando queste perdite si potrebbe garantire il fabbisogno di acqua a circa 44 milioni di persone in un anno.