L’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano e di Netcomm, il consorzio del commercio elettronico italiano, riporta per l’anno 2020 un aumento del 55 per cento degli acquisti online nel settore del Food&Grocery rispetto all’anno precedente, con un fatturato pari a 2,5 miliardi di euro. I numeri sono confermati dall’Osservatorio nazionale sul mercato di cibo online di Just Eat – la più grande catena di distribuzione del cibo a domicilio presente in Italia – che ha condotto un’indagine su un campione di 30 città italiane, confermando che il digital food delivery nel 2020 è arrivato a coprire tra il 20 e il 25 per cento dell’intero settore delle vendite a domicilio, con una forte crescita rispetto agli anni precedenti. Questa nuova abitudine dei consumatori è stata evidenziata anche da Avedisco, l’associazione vendite dirette servizio consumatori, che stima nei primi nove mesi del 2021, per le sue aziende associate, un fatturato di oltre 531 milioni di euro con una crescita del più 5,74 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2020. Del totale, ben 381 milioni di euro sono riferibili al settore alimentare che ha registrato un più 7,24 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con lo slogan “Campagna amica a casa tua” anche Coldiretti si è organizzata, non solo per portare direttamente dal produttore al consumatore la spesa dei mercati Campagna amica, ma anche i pasti degli agriturismi che nei due anni di Covid-19 ogni giorno hanno proposto menù diversi seguendo la stagionalità della terra. Le ordinazioni sono fatte via mail o telefonicamente e i pasti vengono recapitati nell’assoluto rispetto delle prescrizioni igienico sanitarie previste dalla normativa in vigore per garantire la sicurezza sia degli operatori che dei consumatori. Inoltre, secondo Coldiretti in questi ultimi anni le famiglie hanno preferito prodotti biologici facendo registrare nel 2020 un aumento degli acquisti del 7 per cento rispetto all’anno precedente con una spesa record di 4,3 miliardi di euro.
Segue questa tendenza anche il settore vinicolo che in Veneto vede 30 mila ettari vocati alla viticoltura sostenibile, pari al 30 per ceto del totale. «I nostri produttori vitivinicoli – spiega Marina Montedoro, direttore di Coldiretti Veneto – hanno scelto di mettere in pratica tutte le misure che portano verso una sostenibilità diffusa, così come richiesto dai consumatori, sempre più orientati all’attenzione verso l’ambiente. In questo senso il biologico rappresenta un esempio di sistema produttivo orientato alla sostenibilità, ma oggi anche chi pratica agricoltura tradizionale adotta sistemi sempre più attenti a salvaguardare ambiente, paesaggio e consumatori». Il consumo interno di vini bio, rappresenta il 10 per cento della produzione italiana che per il 90 per cento è destinata all’export e che punta a raggiungere il miliardo di bottiglie prodotte. Nel primo semestre 2021 le esportazioni sono cresciute del 12 per cento, sulla spinta di una maggiore richiesta dei vini a marchio di qualità. Secondo Coldiretti il nostro è il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico (80.643 gli operatori coinvolti, in crescita del 2 per cento). E proprio questo settore ha accolto con entusiasmo il Testo unificato sulla produzione agricola con metodo biologico, approvato dalla Camera lo scorso 9 febbraio: tra le principali novità, la definizione di produzione biologica quale attività di interesse nazionale, con il riconoscimento di una funzione sociale e ambientale. È stato inoltre istituito il Tavolo tecnico per la produzione biologica e la nascita del marchio biologico italiano per quei prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana. È stata, invece, eliminata la tutela dell’agricoltura biodinamica (ispirata alle teorie di Rudolf Steiner e basata sull’interconnessione tra terreno e cielo) che veniva inizialmente equiparata a quella biologica.