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Mappe | Mappe 02 – Il territorio – novembre 2021

lunedì 15 Novembre 2021

Rigenerare si può, basta poco: “solo” cambiare mentalità

Giovanni Sgobba
Giovanni Sgobba
redattore

Per l’architetto Roberto Tognetti è il vero virus che attanaglia lo sviluppo dell’Italia. Lui è direttore della Fondazione Riusiamo l’Italia, nata nel 2019 in collaborazione con Giovanni Campagnoli sulla scia di Iperpiano, un network con sede in Lombardia, in cui competenze e professionalità pensano e agiscono promuovendo la cultura e l’approccio alla rigenerazione urbana e al riuso di spazi dismessi, ai fini di creare nuova occupazione in particolare giovanile. «Il contrasto al consumo di suolo noi lo inquadriamo con lo svuotamento dei tessuti urbani e territoriali che derivavano dai vastissimi stock immobiliari vuoti, invenduti, dismessi, incompleti – spiega Roberto Tognetti – Preoccupiamoci di rimettere in circolo il patrimonio inutilizzato: io non voglio criminalizzare l’approccio prudente, spesso ci sono anche giuste ragioni. Io censurerei il perseverare del dire “no” di certi enti o amministrazioni anche davanti a progetti sulla carta realizzabili». Poi capita che la politica, o una infinitesimale parte di essa, ha l’illuminazione e si fa carico di un impegno nel cambiare impostazione. E finisce nei libri di letteratura. Come il caso del Factory Grisù di Ferrara, una ex caserma dei pompieri (da qui, appunto, Grisù, cartone animato con protagonista un draghetto vigile del fuoco), quattromila metri quadrati dedicati alla creatività, venti imprese accomunate dallo spirito di rigenerazione urbana. Tutto consentito da un dirigente della Provincia che ha concesso l’autorizzazione a utilizzare quello spazio ancorché in condizioni provvisorie e precarie. Non ci sono limiti alla fantasia, insomma.

Soprattutto con le aree industriali dismesse, luoghi che i cittadini avvertono come carcasse che “inquinano” dapprima la vista e poi la vivibilità. Il sito Riusiamo l’Italia, oltre a interventi di mappatura, ha al suo interno una piattaforma di domanda e offerta di spazi abbandonati e funziona da aggregatore di intenti e risorse immobili messe a disposizione. La fondazione e il sito, in realtà, arrivano dopo la pubblicazione dell’omonimo libro uscito nel 2014, curato da Giovanni Campagnoli e dallo stesso Roberto Tognetti. Un “road book” che – a detta degli stessi autori – ha ottenuto successo nei mondi dell’innovazione culturale e sociale, ma nulla o poco nell’universo politico e amministrativo: «Prendiamo il Veneto – insiste Tognetti – Sul piano scientifico e di studi sul tema, la regione è messa veramente bene, ma registriamo una difficoltà antropologica dal mondo della politica: il vero problema è che è un’operazione troppo semplice per essere capita. Questa è la vera verità. Più che di grandi piani roboanti servirebbero mediatori culturali che possano far capire che questa semplicità è sostanziale e non apparente. Purtroppo c’è un livello di sovrastrutture ostative nel reagire all’inerzia che secondo me è il vero virus di questo Paese». Esperimenti “del fare molto con poco” ce ne sono: se non si tratta di un rudere il cui unico futuro è l’abbattimento, l’Italia e il Veneto sono cosparsi di aree o edifici che, con un adeguamento o una pulizia, possono vivere nuovamente a disposizione di giovani freelance o a cooperative e perché no, magari a un gruppo rock che deve fare le prove o a una compagnia teatrale. Ma lo scoglio è un presente appesantito dal passato: «Nelle venature di molte leggi regionali per il contrasto del consumo di suolo, si celano i premi volumetrici: tutto è misurato dalla quantità. Noi ci spostiamo, invece, sull’asse della qualità perché si fa fatica a vendere già quello che c’è. Rispetto agli anni Sessanta, oggi converrebbe fare un piano in meno e puntare sul benessere».

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