Skip to content
  • Edizione Digitale
  • Abbonati
logo
  • Ultimi Articoli
  • Sezioni
    • Chiesa
    • Idee
    • Fatti
    • Mosaico
    • Storie
  • Regionali 2025
  • Rubriche
  • Speciali
  • Mappe
  • EVENTI
  • Scrivici
  • Edizione Digitale
  • Abbonati
Area riservata

Mappe | Mappe 23 - Consumo e produzioni responsabili - maggio 2024

lunedì 20 Maggio 2024

Smartphone e simili: viaggi nei mondi virtuali, ma scarti reali. Verso la logica dei ricondizionati

Francesca Campanini
Francesca Campanini
collaboratrice

La crescita di e-waste, cioè dei rifiuti che consistono in apparecchiature elettroniche che sembrano aver terminato il loro ciclo di vita, è aumentata esponenzialmente. Secondo gli esperti che hanno redatto il Global E-Waste Monitor 2024, «il mondo sta vivendo una significativa elettronificazione attraverso tecnologie che stanno cambiando profondamente il nostro modo di vivere, lavorare, socializzare e fare affari. Questa crescita ha visto un concomitante aumento delle quantità di e-waste prodotte. Allo stesso tempo la raccolta e il riciclo di e-waste a livello globale non sta tenendo il passo con questa crescita». A sottolinearlo ci pensano i dati forniti dal report: dal 2010 al 2022 la quantità di rifiuti elettronici generati all’anno a livello globale è raddoppiata, raggiungendo i 62 miliardi di chilogrammi, mentre la quantità di e-waste correttamente raccolto e riciclato è aumentata in maniera minore, da otto miliardi di chili nel 2010 a 14 miliardi, pari al 22,3 per cento del totale, nel 2022. In questa mole di rifiuti, gli oggetti di uso e consumo personale come le piccole attrezzature, per esempio videocamere, giochi, forni a microonde e sigarette elettroniche, vanno per la maggiore ammontando a 20,4 miliardi di chilogrammi. In misura minore ma comunque consistente, pari a 4,9 miliardi di chili, ci sono le apparecchiature It (tecnologia dell’informazione) e di telecomunicazione come gli smartphone.

Secondo i dati di Global E-Waste Monitor 2024, l’Italia è prima nella regione dell’Europa meridionale per generazione di rifiuti elettronici e la quinta nell’Europa continentale (che comprende anche i Paesi extraUe), con 1,1 miliardi di chilogrammi scartati nel 2022. Per quanto riguarda la raccolta e il riciclo, secondo il Rapporto Raee 2023 redatto dal Centro di coordinamento di Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, a livello nazionale sono stati correttamente smaltiti oltre 3,49 milioni di chili di rifiuti elettronici e il Veneto si posiziona come terza Regione per quantità raccolte. L’importanza del riciclo emerge soprattutto considerando l’impatto ambientale che l’estrazione di materiale per la produzione di dispositivi elettronici ha a livello globale: nel 2022 l’utilizzo di materiali riciclati dall’e-waste ha evitato l’emissione di gas serra equivalenti 52 miliardi di chili di anidride carbonica, mentre si stima che 58 mila chilogrammi di mercurio e 45 milioni di chili di plastica siano stati rilasciati nell’ambiente a causa della cattiva gestione di rifiuti elettronici. Se il corretto smaltimento e la possibilità di riciclo di questi materiali rappresentano il nodo cruciale su cui gli esperti puntano per promuovere la sostenibilità della transizione digitale, anche la riduzione della quantità di rifiuti attraverso il consumo responsabile delle apparecchiature tecnologiche e la garanzia di adeguati servizi per sostenerlo sono un aspetto fondamentale. Qui entra in gioco il consumatore. In questo senso si sta muovendo proprio l’Unione Europea mettendo in campo una direttiva, già approvata dal Parlamento Europeo e in attesa della conferma da parte del Consiglio, che introduce il diritto alla riparazione obbligando i produttori a fornire servizi in tal senso sulla base di una garanzia legale di due anni e a informare i clienti di questa possibilità. L’obiettivo è quello di disincentivare la sostituzione dei prodotti rotti o difettosi, che si trasformerebbero così in rifiuti, e allungarne la vita. Un principio, quello dell’allungamento della vita dei prodotti, che sta alla base dell’approccio dell’economia circolare, attraverso cui si cerca di realizzare un sistema economico che si possa rigenerare attraverso il riutilizzo di prodotti e materiali, in contrapposizione a un’economia lineare basata sulla triade estrazioneconsumo-scarto.

I principi dell’economia circolare si riflettono anche in un’altra opportunità che offre il mercato: la scelta dei dispositivi ricondizionati, cioè rimessi in commercio “quasi a nuovo” e a prezzi sensibilmente più bassi e quindi più allettanti. Nel 2023 in Italia il mercato dei prodotti elettronici ricondizionati è cresciuto del 15 per cento e le vendite in questo settore hanno superato quelle dei dispositivi nuovi, un trend simile a quello globale, dove si è vista una crescita del 14 per cento. Inoltre, secondo ASviS, negli ultimi tre anni più di un italiano su tre ha comprato un prodotto rigenerato o ricondizionato. La spinta a puntare sul ricondizionato sembra provenire sia da ragioni economiche come in primis la possibilità di risparmio, ma anche da un cambiamento culturale attraverso cui si comincia a comprendere che l’usato non è necessariamente sinonimo di scarsa qualità. Nel caso dei prodotti ricondizionati, nello specifico, a dare maggiore sicurezza in fase d’acquisto c’è la consapevolezza che il ricondizionamento implica la sostituzione delle componenti danneggiate del dispositivo e diverse fasi di test volte ad assicurare buone performance del prodotto.

La “miniera” contenuta nei telefonini

Una tonnellata di schede elettroniche da smartphone a fine vita contiene in media 276 grammi di oro, 345 grammi di argento, 132 chilogrammi di rame; se si considerano poi altri componenti, come magneti e antenne integrate ad esempio, l’elenco si allunga con le terre rare (quali per esempio neodimio, praseodimio e disprosio) che possono raggiungere 2,7 chilogrammi per tonnellata di smartphone. Nel Vicentino esiste una realtà pressoché unica in Italia: Spirit srl di Chiampo, fondata nel 2008, infatti, ricava dalle batterie usate smalti per colorare le piastrelle. Nello stabilimento si riciclano dieci tonnellate di batterie al mese, uno dei primi impianti in Italia ad effettuare questo processo di recupero.

Ultimi articoli della categoria

Agenda 2030, obiettivo numero 12. Un rifiuto può essere tesoro

lunedì 20 Maggio 2024

Agenda 2030, obiettivo numero 12. Un rifiuto può essere tesoro

Salute ambientale e personale. Laccio emostatico allo spreco di cibo

lunedì 20 Maggio 2024

Salute ambientale e personale. Laccio emostatico allo spreco di cibo

Gestione dei rifiuti urbani. La differenza è tutta nella differenziata

lunedì 20 Maggio 2024

Gestione dei rifiuti urbani. La differenza è tutta nella differenziata

Condividi su
Link copiato negli appunti
Logo La Difesa del Popolo
  • Chi siamo
  • Privacy
  • Amministrazione trasparente
  • Scrivici

La Difesa srl - P.iva 05125420280
La Difesa del Popolo percepisce i contributi pubblici all'editoria.
La Difesa del Popolo, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) ha aderito allo IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
La Difesa del Popolo è una testata registrata presso il Tribunale di Padova decreto del 15 giugno 1950 al n. 37 del registro periodici.