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Mappe IconMappe | Mappe 15 – Settore moda – maggio 2023

mercoledì 17 Maggio 2023

Fare le scarpe, non è un modo di dire

Da Roberto Baggio alle lussuose griffe parigine. Le potenze di Luxottica e Benetton, ma anche tante realtà terziste: è la galassia della moda in Veneto

Gianluca Salmaso

Quando Marco Paolini doveva descrivere l’enorme distesa di case e capannoni che riempiva l’orizzonte visto dal Montello, la chiamava come la “galassia pedemontana” e oggi che a cantare le lodi del padroncino e del contoterzista non c’è più lo scanzonato Paolini ma l’arrabbiato – solo per finta, s’intende – Pojana di Andrea Pennacchi anche all’osservatore meno avvezzo a queste epopee nordestine non è difficile intuire come e quanto il mondo, la galassia, siano tutt’intorno cambiate.

Il tessile nelle “fasi” BenettonCrisi, è questa la parola chiave del distretto della moda più noto: nel solo 2022 sono stati 30 i pre-pensionati e 900 i lavoratori coinvolti nel contratto di solidarietà con riduzione dell’orario del 20 per cento solo tra Villorba e Ponzano. Oltre, ovviamente a 170 esuberi. Non è che l’ultimo atto di una crisi che dura da decenni in quello che era l’impero dei Benetton fondato sulle centinaia di subfornitori, contoterzisti e artigiani che tra gli anni Ottanta e Novanta hanno dato lavoro a migliaia di persone, pochi per ciascuno, e reso grande il marchio United Color. A sfogliare le cronache che raccontano di questa crisi ci sono casi eclatanti come quando nel 2012 Benetton lanciò una campagna pubblicitaria come al suo solito molto irriverente. «Disoccupato dell’anno» scriveva nel manifesto che pure denunciava la disoccupazione giovanile. Come finì la storia? Con l’azienda che a inizio 2013 si apprestava a licenziare 445 persone solo su Treviso con lo scopo di riconquistare in competitività sui principali concorrenti come Zara e H&M.

Occhialeria belluneseOrfana del suo imprenditore simbolo, Leonardo Del Vecchio, l’occhialeria bellunese affronta anch’essa una stagione di transizione come il suo gigante internazionale, Luxottica. Dopo la pandemia, gli analisti che Anfao, l’associazione di categoria, ha coinvolto per fare il punto sul settore, hanno teorizzato due nuove stagioni alle porte: da una parte l’era del caos che sottopone l’industria e il mondo a cambiamenti sempre più rapidi, problemi internazionali e polarizzazioni politiche; dall’altra, l’era dell’ansia che vede i comportamenti dei consumatori influenzati da mille paure. Una sferzata di ottimismo per un distretto che vale nel 2021 3,23 miliardi di euro e che esporta il 90 per cento delle sue produzioni con un tasso di occupazione pressoché stabile. «Tutto questo ci impone di essere molto cauti e previdenti – spiegava solo pochi mesi fa il presidente dell’associazione, Giovanni Vitaloni – Il settore sta performando bene, è in crescita e prevediamo di chiudere l’anno con il segno più, ma i rincari che stiamo osservando limiteranno a breve il potere d’acquisto delle famiglie e l’aumento dei costi delle materie prime, la crisi energetica, l’inflazione galoppante e un quadro geopolitico instabile richiedono estrema cautela e attenzione verso le previsioni future».

Scarpe sportive a MontebellunaA tutti gli appassionati che nelle ultime settimane hanno affollato le sale per vedere Matt Damon e Ben Affleck nel film Air – La storia del grande salto che ripercorre la genesi dietro alle mitiche scarpe Air di Nike ispirate a Michael Jordan, il legame con Montebelluna non è del tutto sconosciuto. C’è la firma di Giorgio Franco, designer trevigiano specializzato in calzature sportive, dietro le Air 2 che infatti furono realizzate proprio a Montebelluna. Come anche gli scarpini da calcio di Roberto Baggio realizzati da Diadora, gli scarponi da sci di Alberto Tomba dell’azienda Lange, ma anche le calzature sportive con cui tanti amatori hanno imparato a correre in bicicletta, a sciare o a scalare. Tutti prodotti dell’ingegno pedemontano. Le Nike di Sandro Tonali, attuale calciatore del Milan, sono adornate dalla sigla MB, un omaggio che il colosso americano ha voluto dedicare alla storia della scarpa sportiva proprio di Montebelluna. A rappresentare il distretto è la Fondazione Sportysistem che censisce 344 imprese attive per poco meno di 5 milaaddetti e 2,8 miliardi di euro di fatturato. Un territorio naturalmente proiettato verso l’estero che negli anni ha visto aumentare sensibilmente la penetrazione delle importazioni senza ridurre, come certificato dagli studi condotti da Intesa San Paolo, la propensione all’esportazione favorita dalla presenza di imprese di grande dimensione.

La Riviera delle griffe francesiQuante delle grandi firme presenti oggi in Riviera c’erano già alla fine degli anni Novanta? Poche, molto poche anche se alcune di esse hanno assorbito aziende locali consolidate per entrare sul mercato. La pandemia ha segnato come per tutti un confine: se già nel 2022 le grandi erano ripartite, le più piccole soffrivano perché legate a piccoli clienti e piccoli marchi con grandi problemi di liquidità, come spiegava il presidente di Acrib, Gilberto Ballin, a Gente Veneta. I piccoli “indipendenti” con marchio proprio sono però una minoranza, tra il 5 e il 10 per cento del totale in un mercato dove la quasi totalità della produzione è vocata all’export, specie nel lusso, ma dov’è sempre più necessario poter contare su di una griffe per farsi notare. Nell’ottobre 2020, la parigina Chanel ha acquistato la maggioranza di Ballin,storico calzaturificio fondato nel 1945 a Fiesso D’Artico dai fratelli Guido e Giorgio. Alla holding familiare è rimasto il 40 per cento e la possibilità di produrre mantenendo lo stesso nome, ma l’accordo conferma la linea diretta già irrobustita nel corso degli ultimi decenni, tra le griffe francesi e il Naviglio Brenta. Louis Vuitton, Yves Saint Laurent sono solo alcuni dei grandi marchi che investono su un “sodalizio” avviato negli anni Sessanta da Luigino Rossi, che iniziò a produrre e distribuire su licenza calzature firmate dai grandi stilisti francesi.

E Padova dove si colloca?A Padova il settore moda vale oltre 3,13 miliardi di euro, stando alle stime di Confartigianato e coinvolge 4.809 imprese, per il 27 per cento attive in città e per un altro 19,4 nella cintura urbana. Si tratta soprattutto di aziende attive nel settore tessile e, in misura molto minore, nel calzaturiero con una netta predominanza di piccolissime aziende. Sono però le più grandi a dare le carte: le sole due aziende con più di 1.000 dipendenti realizzano quasi il 24 per cento del fatturato, quanto tutte le piccole aziende sommate fra loro. E l’export? Il 15 per cento esporta la quasi totalità della produzione a fronte di un 35,5 per cento che non esporta o in minima quantità. Il settore calzaturiero si dimostra più dinamico in questi frangenti rispetto al tessile e alle sartorie, attività d’eccellenza mediamente “anziane”, vocate soprattutto al mercato di prossimità.

Ray-ban e Moon Boot prodotti qui

Non sapevo che fossero veneti, verrebbe da dire. I Ray-Ban, gli iconici occhiali di Top Gun e dei Blues Brothers per esempio, sono prodotti da Luxottica così come i Moon Boot (stivali “lunari”), gli stivali doposci che traggono ispirazione da quelli degli astronauti, sono prodotti da Tecnica e sono considerati uno dei 100 simboli del design del Ventesimo secolo.

Da Michelle Obama a Lady Gaga

Michelle Obama, ex first lady americana, faceva produrre le sue scarpe a Vigonovo, nel cuore di quella Riviera delBrenta che sulla calzatura da donna ha costruito e visto disperdere immense fortune. A realizzarle Adriano Agostinidell’omonimo calzaturificio, ma nel raggio di pochi chilometri sono tante le aziende che hanno visto i loroprodotti indossati dalle celebrità internazionali. Come dimenticare, per esempio, le iconiche calzature di Lady Gaga realizzate a Fossò.

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