Colorata e sorridente. Qualcuno ha detto: «Carica di speranza». Si è presentata così – oggi, 27 luglio, nel pomeriggio – la Cattedrale di Padova. Colori e sorrisi, così come la carica di speranza, erano quelli dei giovani in partenza per il Giubileo a loro dedicato. A vivere la messa in Cattedrale c’erano i mille padovani che partecipano all’esperienza e i pellegrini – accolti da una quarantina di parrocchie della Diocesi (prima e/o dopo i giorni romani) – provenienti da Francia, Polonia, Stati Uniti, Bulgaria, Romania e Croazia.
«Fare strada insieme è sempre un evento meraviglioso e sorprendente. È occasione di incontro, di dialogo con altri e con se stessi; è esperienza che non permette di essere conosciuta prima di averla vissuta: non si sa quello che ci attende e che si vivrà; alla partenza ci sono apprensioni, titubanze, qualche agitazione, qualcuno non dorme: tutte queste emozioni ci uniscono e testimoniano che qualcosa ci attrae e che in noi una forza interiore rende possibile l’avventura. Chiamo questa situazione disponibilità alla strada, al cammino, al cambiamento». Ha esordito così, il vescovo Claudio, nella “messa d’invio” dei giovani al Giubileo.
E ancora: «Fare strada avendo una meta spirituale, come in questo momento, arricchisce l’esperienza del cammino di un riferimento spesso trascurato: il mistero di Dio e la sua esistenza. Su questa strada si sono incamminati tanti uomini e donne: da Abramo che esce dalla sua terra, agli apostoli ai quali Gesù dice “seguimi”. Bartimeo, ad esempio, cieco, mendicante, seduto al passaggio di Gesù viene guarito e quindi lo segue lungo la via».
Ha poi ha sottolineato: «Fare strada insieme, pellegrinare verso le cose di Dio, quelle che toccano il mistero stesso della vita, che cambiano le relazioni con gli altri, con se stessi, con il senso stesso che attribuiamo al nostro vivere, aprono percorsi esistenziali ed interiori nuovi. In noi sono spesso sconosciuti e imprevedibili i movimenti del nostro cuore e del nostro spirito: l’origine dei nostri desideri e delle nostre aspirazioni, il discernimento su ciò che consideriamo bene e ciò che consideriamo male. Pellegrinare verso le cose di Dio significa scendere nell’acqua, come per i battezzati, e rinascere a vita nuova e bella».
Ai giovani pronti per partire, ha voluto dire questo: «Poiché Dio non è una cosa o un’idea o un sentimento, l’incontro con Lui è imponderabile. Sappiamo solo che sarà bello, liberante: Egli consola, incoraggia, rafforza, apre orizzonti, ci restituisce il sorriso e la gioia di cantare! Lungo la strada l’incontro con il Signore avviene passo passo (vedi i discepoli di Emmaus), nel silenzio e nel dialogo (vedi Elia, il grande profeta, e i primi discepoli nel vangelo di Giovanni); avviene nella solitudine e nell’incontro fraterno, guardando e ascoltando. La festa stessa è momento di incontro con Dio ma anche i tempi delle difficoltà possono essere occasione per rivolgersi a Lui e per invocarlo: l’umiltà dei poveri, di chi chiede soccorso “Il Signore guarda verso l’umile”, ci pone di fronte a Lui come si è posta Maria, la madre di Gesù».
L’incontro con Dio smuove il cuore e l’anima. «I passi da voi già compiuti come decidersi, organizzarsi, partire… dicono la disponibilità a fare strada insieme, una strada che ha come meta Dio, una strada che diventa pellegrinaggio: “Per questo ti rendo grazie Signore con tutto il cuore”».
Riferendosi alle letture del giorno, il vescovo Claudio ha evidenziato: «Oggi la Parola di Dio ci fa incontrare la fede di un uomo, o forse di un intero popolo, che lungo la sua strada ha incontrato Dio (nel salmo, ndr). Il suo cammino era iniziato a causa della sua sofferenza e della sua angoscia: ha parlato al Signore, lo ha invocato nel pericolo, nei momenti in cui si è sentito solo, con tanti avversari che lo minacciavano. Forse disperato, ha osato di aprirsi al mistero di Dio preferendolo ai potenti e agli dei del mondo. Questa è la testimonianza di questo orante: “La tua destra mi salva”. Ha scelto di affidarsi e di abbandonarsi a Dio. Lo afferma con queste parole: “Il Signore farà tutto per me”. Ha scoperto Dio nella sua vita e questa è la sua professione di fede: “Signore il tuo amore è per sempre”. Questa infine è la sua preghiera: “Non abbandonare l’opera delle tue mani”. È anche la mia preghiera in questo momento iniziale del vostro pellegrinaggio».
In conclusione, a ciascuno dei mille e oltre cuori pronti per mettersi in cammino “verso” la speranza, il vescovo Cipolla ha rivolto un invito: «Scriviti questa strofa del salmo e ripetila nei prossimi momenti fino a impararla a memoria, come una giaculatoria o una litania perché il Vangelo dice: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”. La mia speranza è che questa preghiera possa diventare espressione sincera del nostro cuore, forza della nostra anima e che possa accompagnarci non solo in questo pellegrinaggio ma per tutti giorni della nostra vita. Un particolare: “il Signore salva” è un presente continuativo!».
La messa – accompagnata da un coro formato da giovani delle Diocesi di Padova e di Lione – si è conclusa con la benedizione. Colorati e sorridenti – con tante attese nel cuore – i giovani padovani, ma anche i loro coetanei giunti da altri Paesi, si dirigono verso Roma. Verso il Giubileo della speranza.