Storie
Fuori di campo. Fragilità da custodire insieme
Fuori di campo è la cooperativa sociale del gruppo Polis che dal 2007 cerca di instaurare un rapporto speciale tra svantaggio sociale, comunità e ambiente
StorieFuori di campo è la cooperativa sociale del gruppo Polis che dal 2007 cerca di instaurare un rapporto speciale tra svantaggio sociale, comunità e ambiente
Immaginare un posto nel quale, oltre ai prodotti dell’orto, a crescere fosse anche lo sviluppo sociale dell’intera comunità nella quale si opera, nessuno escluso. Con questo obiettivo ambizioso è nata nel 2007 la cooperativasociale Fuori di campo, uno dei progetti avviati all’interno del Gruppo Polis, che è stata ideata per cercare di dare risposte diversificate attraverso il lavoro all’aria aperta a persone in condizione di svantaggio. A quindici anni dai primi raccolti su un orto di meno di un ettaro, Fuori di campo è molto cresciuta senza tradire lo spirito che ha animato i primi colpi di zappa. Coltivare secondo i dettami dell’agricoltura biologica i migliori ortaggi e la frutta più naturale nel più totale rispetto dell’ambiente, offrire a persone con difficoltà l’opportunità di crescere in autonomia, aprirsi alla comunità come punto di incontro tra utenti della cooperativa e fruitori degli ortaggi raccolti. Fin dalla sua fondazione la cooperativa, che ha sede in via Due Palazzi, ha puntato su attività riabilitative e formative a contatto con la natura e sul rispetto della stagionalità dei prodotti. Se adesso trionfano cavoli, finocchi e tutte le varietà invernali, oltre alle ceste natalizie, i prodotti di punta che attirano nel negozio della cooperativa clienti da mezza provincia a primavera sono fragole, piselli e meloni. «Il progetto di agricoltura sociale è stato immaginato per quanti, nelle nostre cooperative del gruppo, avevano bisogno di risposte diverse da quelle che già offrivamo nel Gruppo Polis» ricorda Andrea Lago, responsabile attuale della fattoria di Fuori di campo. «L’avventura è partita con meno di un ettaro di terreno da dedicare a orto. E con la scelta molto chiara di lavorare la terra nel massimo rispetto della stessa e di chi ci lavora. Abbiamo quindi chiesto la collaborazione di un ente certificatore per rendere il terreno conforme alle normative della filiera biologica e siamo partiti con la semina dei primi ortaggi. I primi raccolti erano acquistati prevalentementedai soci della cooperativa e da gruppi di acquisto solidale che garantivano il ritiro settimanale di cassette di verdura e che negli anni ci hanno sempre sostenuto». Dalle prime vendite spontanee, l’attività si è molto allargata. Perché un numero crescente di persone riconosceva la bontà dei prodotti “made in via Due Palazzi”, perché il buon nome della cooperativa si è fatto strada tra gli intenditori di frutta e verdura biologica, perché la cooperativa ha trovato professionalità specifiche che hanno creduto nella possibilità di coinvolgere un numero maggiore di persone con diverse situazioni di svantaggio. Oggi gli ettari coltivati sono sei, i soci dei Gas continuano a prenotare le cassette settimanali, il negozio che inizialmente era aperto solo due mezze giornate ora è un’attività molto strutturata, aperta dal martedì al sabato, e propone frutta e verdura biologica e molti altri prodotti della filiera bio come confetture, vino, formaggi, pane e anche detersivi a basso impatto. Tutte “cose” reali che certificano il buon risultato e la credibilità costruita da Fuori di campo. «Quello che non si misura è la cresciuta apertura della fattoria a molte persone fragili – sottolinea ancora Lago – Il successo dei prodotti ci ha dato la possibilità di coinvolgere molti tirocinanti fino agli attuali 25 utenti beneficiari del progetto, e la consapevolezza che il cittadino che viene al negozio, oltre a comprare un prodotto che sa essere di qualità, sposa il progetto sociale, vede e sostiene il servizio di chi, attraverso il lavoro da tirocinante, sta affrontando la propria fragilità e cercando margini di autonomia per prepararsi al mondo del lavoro e costruire il suo progetto di vita. La missione principale rimane lo sviluppo del benessere delle persone fragili e della società». Non avrebbe senso quindi un tipo di agricoltura intensiva, che sfrutta la terra e le sue risorse, perché l’attenzione alle persone e alle loro fragilità cresce di pari passo con il rispetto dell’ambiente naturale. L’equipe di Fuori di campo si è allargata a professionalità – tecnico agricolo, operatore socio-sanitario, educatori, psicologo, addetto commerciale – che hanno permesso di integrare le diverse necessità e migliorare i progetti individualizzati costruiti attorno agli utenti adulti di età compresa tra i 20 e i 50 anni, con disabilità fisico-intellettive, con problemi psichiatrici, con esperienze di emarginazione sociale alle spalle. «Abbiamo consolidato il rapporto con le persone che vengono da noi, che sanno che facciamo solo prodotti di qualità e di stagione, e condividono i nostri valori ispiratori, cercano i tirocinanti che hanno imparato a conoscere per nome. Prepariamo e distribuiamo tra le 250 e le 300 cassette di frutta e ortaggi a settimana e prepariamo circa un centinaio di cassette per i Gas, anche con consegna a domicilio. Ma è bello vedere che alcuni clienti vengono da noi solo per la qualità dei prodotti e non perché siamo una cooperativa sociale».