Tokyo – Il 9 agosto, in occasione della “Giornata della bomba atomica su Nagasaki”, una novità particolarmente emozionante ha accompagnato le cerimonie commemorative: per la prima volta dopo ottant’anni: le due campane della cattedrale di Urakami sono tornate a suonare insieme.
Alle 11,02, l’ora esatta in cui venne sganciata la seconda bomba americana, la campana distrutta nel 1945 ricollocata nel campanile nord ha fatto sentire di nuovo la sua voce. Il ritorno di questo suono è stato possibile grazie all’iniziativa di cattolici americani.
“Il fatto che una nuova campana risuonerà da ora in avanti ha un significato profondo non solo per i fedeli, ma anche per tutta la città di Nagasaki e per l’America. Sarà un simbolo di speranza verso la realizzazione della pace nel mondo”, ha dichiarato l’arcivescovo di Nagasaki Nakamura Michiaki, il 15 luglio, nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
Urakami, nella parte nord di Nagasaki, fu il cuore del cristianesimo giapponese e rifugio dei “kakure kirishitan”, i cristiani nascosti durante le persecuzioni. La sua cattedrale, completata nel 1914 dopo oltre trent’anni di lavori, era all’epoca la più grande chiesa cattolica dell’Asia orientale. Situata a soli 500 metri dall’epicentro dell’esplosione, fu distrutta all’istante quel 9 agosto 1945 e i due sacerdoti e i 24 fedeli all’interno per le confessioni e per la recita del rosario in preparazione della festa dell’Assunta morirono sul colpo.
Dei 12.000 parrocchiani, circa 8.500 persero la vita mentre le vittime totali di Nagasaki alla fine del 1945 furono stimate tra le 70.000 e le 80.000 La cattedrale aveva originariamente due campane di diversa dimensione, provenienti dalla Francia, installate nei campanili. Quella più piccola, nel campanile nord, fu completamente distrutta. L’altra, ritrovata tra le macerie, suonò di nuovo già la notte di Natale del 1945, diventando simbolo di speranza per la città.
La ricostruzione della cattedrale, fedele nella forma ma in cemento armato, si concluse nel 1959, tuttavia, il campanile nord restò senza la sua campana. Il progetto di restituirne alla città una uguale all’originale è nato nel 2022 grazie all’iniziativa di James Nolan Jr., docente americano e nipote di un medico coinvolto nel Progetto Manhattan. Durante una visita a Nagasaki, ricevette da alcuni fedeli la proposta di ricreare la campana perduta.
Interamente finanziata da donazioni di 600 cattolici americani, per un totale di circa 107.000 euro, la nuova campana in bronzo ne è una fedele riproduzione per dimensioni, forma e materiali. Alla cerimonia di benedizione, Nolan ha dichiarato:
“La donazione di questa campana è un gesto mirato a sanare le ferite della guerra e a camminare insieme verso la pace”.
Kojiro Moriuchi, cattolico di Urakami che ha proposto il progetto a Nolan, ha aggiunto: “Questa nuova campana ha suonato il 9 agosto. Il suo suono sarà un segno di pacificazione. Credo che proprio qui si stia realizzando la riconciliazione tra i cattolici americani e quelli di Urakami”. A sottolineare la comunione spirituale tra le comunità cattoliche nipponiche e statunitensi, la nuova campana è stata chiamata “Campana della Speranza di Santa Katery”- “St. Kateri Bell of Hope”– in onore di Santa Kateri Tekakwitha, la prima santa indigena e nativa americana canonizzata da Benedetto XVI nel 2012. Sulla campana, incise in latino, le stesse parole dell’originale:
“Canto a Dio con un suono costante nel luogo dove molti martiri giapponesi con onore hanno pregato e, con il loro esempio, hanno chiamato i loro fratelli, sorelle e discendenti alla comunione della vera fede e del Regno dei Cieli”.
James Nolan in risposta a questa preghiera ha espresso così il suo sentimento: “Mi sento umilmente onorato di aiutare a restituire alla comunità di Urakami il suono dei ‘martiri’ perduto da 80 anni”.