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Giardini terapeutici. La parola agli operatori: «I giardini rendono gli ospiti più sereni»
La presenza degli spazi verdi ha effetti plurimi, facilità il lavoro e sostiene anche il carico emotivo degli addetti
MosaicoLa presenza degli spazi verdi ha effetti plurimi, facilità il lavoro e sostiene anche il carico emotivo degli addetti
La natura, il verde, le piante hanno un effetto rasserenante sull’umore. Una passeggiata all’aria aperta aiuta a rigenerarsi e i benefici sono ancora più evidenti nei contesti in cui vivono persone con risorse cognitive deteriorate. Ne sanno qualcosa a Casa Madre Teresa, il centro polifunzionale di accoglienza e di assistenza alle persone affette da deterioramento cognitivo, che ha una struttura semiresidenziale e una residenziale dove, fin dal suo nascere, sono stati progettati Giardini terapeutici, ambienti cioè in cui le interazioni con gli elementi naturali sono facilitate e coinvolgono i diversi sensi. Non è solo uno “sporcarsi le mani” mettendole letteralmente in mezzo alla terra per seminare, curare e annaffiare le pianticelle, ma è un luogo in cui rifugiarsi, far affiorare ricordi, socializzare. «I giardini sono fantastici – dice Lorella Colcone, operatrice socio sanitario nel centro diurno – sono una valvola di sfogo per gli ospiti, un toccasana. Ricordano quello che facevano a casa, nel loro orto o in giardino. Sono un luogo che fa tornare alla normalità, alla loro vita prima di entrare in struttura». Il giardino rappresenta lo spazio in cui trovare tranquillità nei momenti di ansia, agitazione, o disorientamento. «È un modo per mutare lo stato d’animo – continua la Colcone – Bastano dieci minuti per staccare una persona con queste caratteristiche dal pensiero fisso che la agita, accendendo l’attenzione su qualcosa di completamente diverso e quotidiano come “cosa possiamo preparare in cucina con il rosmarino”?». Domande semplici che prendono spunto da uno stimolo sensoriale, dall’olfatto, il profumo e così dal picco dell’agitazione si passa pian piano alla serenità. «I giardini terapeutici – aggiunge Sergio Bandiera, anche lui operatore socio sanitario a Casa Madre Teresa – sono anche motivo per socializzare soprattutto nei cosiddetti momenti vuoti, prima o dopo il pranzo, quelli più difficili per loro perché possono rattristarsi o isolarsi. Essere a contatto con la natura porta notevole sollievo e così i ricordi che riaffiorano, della famiglia di origine, di quando erano giovani, diventano occasione di condivisione, anche per noi operatori. Ci trasmettono molte emozioni. Una signora, ad esempio racconta che a 7-8 anni, orfana, era stata mandata a lavorare nei campi, ma questo non l’ha vissuto con frustrazione perché nella terra ha trovato una nuova mamma e ancora oggi, nonostante i dolori, si inginocchia con piacere per prendersi cura dei suoi fiori». L’effetto benefico del verde, delle piante, dei colori dei fiori non è paragonabile a nessun’altra attività: parlare o guardare un giornale insieme non ha lo stesso esito di passeggiare all’aria aperta e osservare le piante che crescono, i fiori che sbocciano, sentire profumi e odori. «Ci aiuta davvero tanto a destreggiarci nei disturbi del comportamento che hanno i nostri ospiti – conclude Debora Gilioli operatrice socio sanitaria nel centro residenziale – Migliora la qualità di vita, agisce in modo positivo sullo stato d’animo e sull’umore anche di noi operatori. Gli ospiti vanno accompagnati e affiancati, ascoltati e condotti, ma le sollecitazioni che ricevono sono davvero tante: visive, sensoriali, motorie. I giardini stimolano la memoria, riducono l’ansia e i comportamenti aggressivi, aiutano a orientarsi nel tempo perché mutano con il passare delle stagioni e poi stimolano a socializzare. Se gli ospiti sono sereni il nostro lavoro è facilitato. Vederli sorridere e di buon umore è per noi una soddisfazione, ci gratifica molto e ci aiuta nel nostro lavoro quotidiano».
C’è chi raccoglie foglie e poi le riproduce, chi racconta delle sue montagne e chiede di tenere aperte le porte per sentire l’aria e vedere i colori, chi ricorda quando era giovane. I giardini terapeutici servono a far riaffiorare ricordi, a stimolare attività.