Idee
Cercasi inderogabilmente un turismo che sia sostenibile. Il contrario? Di massa, sovente irrispettoso dei luoghi e dei residenti, nonché condizionato – come ahinoi è risuonato nella stagione estiva che lasciamo alle spalle – dall’influencer di turno. Ed è anche per arginare queste derive che la 46a Giornata mondiale del turismo 2025, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 1979 e celebrata ogni 27 settembre, ha come tema “Turismo e trasformazione sostenibile”.
In occasione di questa Giornata, anche il Dicastero per l’evangelizzazione, competente per la pastorale del turismo, ha redatto a maggio di quest’anno un messaggio nel quale si sottolinea come per salvaguardare l’ambiente sia necessario l’impegno di tutti, «specialmente dei cristiani», constatando, a proposito del tema della Giornata, che «mentre cresce la consapevolezza di abitare un mondo che diventa sempre più piccolo proprio in forza della mobilità, è importante entrare nell’orizzonte della trasformazione sostenibile anche per gli operatori del turismo. L’ampiezza delle risorse in campo può far trovare strumenti più coerenti per rendere più agevole il trasporto e la salute dei passeggeri. D’altronde, il turista stesso valuta con favore quelle situazioni che rispettano la sostenibilità dell’ambiente».
Chi di turismo vive, con un approccio in linea con il tema della Giornata mondiale del turismo 2025 e con il messaggio sopracitato, è Paola Moressa guida turistica di lungo corso, impegnata tra Montegrotto Terme, Padova, Treviso e Vicenza: «Noi guide nel nostro piccolo stiamo già praticando e incentivando un turismo sostenibile. Lo viviamo quando valorizziamo le comunità locali, chi vi abita e lavora: gli artigiani, i piccoli ristoratori, le cantine, i frantoi e altre realtà. Per esempio accompagno le persone a visitare un frantoio a carattere familiare, creato da una coppia giovane, entusiasta, che si sta prodigando per portare avanti questo tipo di economia. Oppure visitiamo una cantina gestita da una ragazza che si impegna con tutta la sua passione. I turisti esprimono la loro soddisfazione per questi incontri, rimangono colpiti da come le persone si approcciano al loro lavoro».
L’esperta osserva che «non c’è bisogno di grandi numeri, di un turismo di massa “mordi e fuggi”, di chi viene per farsi i selfie e dire “ci sono stato”. Per vivere il turismo sostenibile c’è la necessità di gruppi ristretti che rispettino i territori che visitano». Ed è il tipo di accompagnamento che Paola Moressa sta portando avanti dal periodo post pandemia: «Dopo il Covid-19, anche per ragioni sanitarie, abbiamo avuto richieste da famiglie, coppie e da singole persone. Questa modalità che sta continuando e sta crescendo, è molto positiva: chi la chiede è veramente interessato a conoscere il luogo che visita, vuole approfondire, chiede informazioni e suggerimenti per andare a mangiare in un locale tipico, per acquistare prodotti locali. Con queste persone si raggiungono luoghi meno conosciuti, che escono dai soliti circuiti, si visitano musei minori. Per noi guide c’è molta più gratificazione ad accompagnare questi turisti, avvalorata da loro stessi che arrivano a dire “mai mi sarei aspettato una città così bella, così particolare”».
Un altro segmento che la professionista segue da molti anni e che può entrare di diritto tra quelli sostenibili, è il cicloturismo: «Sta andando molto bene e sono in continua crescita le richieste per delle uscite. Sono i tedeschi e gli austriaci a praticarlo maggiormente. C’è però da segnalare alcune carenze strutturali: oltre all’anello ciclabile intorno ai colli Euganei e alla Treviso-Ostiglia esiste poco altro. Abbiamo un territorio bellissimo; mancano però piste ciclabili adeguate e quelle esistenti non sono manutenute».
Una bella realtà che porta avanti un turismo sostenibile è l’impresa naturalistica “A perdifiato”, con sede operativa a Tribano. Nata nel 2017 da Stefano Benetton, Elena Carraro e altri, ancora oggi è portata avanti dai fondatori: Stefano è una guida ambientale escursionistica e accompagnatore turistico; Elena è guida ambientale escursionistica. “A perdifiato” propone esperienze nella natura e in particolare sulla didattica ambientale rivolta a bambini e ragazzi, dal nido fino alle superiori con attività outdoor e indoor. Per la prima è previsto l’escursionismo, il cicloturismo, l’esplorazione per la conoscenza del territorio e altro: «Recentemente stiamo implementando gli orienteering richiesti dalle scuole». Per l’indoor ci sono laboratori in classe durante il periodo più freddo. Per gli adulti c’è un calendario settimanale con escursioni a piedi e in bicicletta e c’è la possibilità di noleggiare biciclette e altre attrezzature per le attività programmate come ciaspole, frontalini, bastoncini da trekking.
Le zone dove l’impresa propone principalmente le sue attività sono quelle dei Colli e le Prealpi veronesi, vicentine, trevigiane e bellunesi. «Per noi la sostenibilità ambientale si traduce in pratiche migliorative nel nostro approccio nei confronti dell’ambiente – puntualizza Stefano Benetton – perché lo si rispetti, lo si curi e si sia attenti a non inquinarlo. Per questo proponiamo momenti come la raccolta di rifiuti». A sottolineare l’attenzione dell’impresa a questo tipo di turismo, c’è il fatto che «A perdifiato ha sottoscritto la Carta europea del turismo sostenibile (Cets), un progetto molto ampio portato avanti dal Parco regionale dei colli Euganei. Alla luce di questa Carta proponiamo azioni concrete rivolte alla salvaguardia dell’ambiente e ci prodighiamo di raccontare quello che facciamo», conclude il responsabile.
Un’ideale che trova una unità di intenti anche nelle parole del segretario generali delle Nazioni Unite, António Guterres, in occasione della Giornata: «Il turismo rafforza i legami tra persone e luoghi. Costruisce ponti tra culture, preserva le tradizioni e ripristina il patrimonio culturale. Ci ricorda la nostra comune umanità e la ricchezza della diversità. Ma il turismo può anche danneggiare i luoghi e le comunità che celebra. Oggi e ogni giorno, sfruttiamo il potere del turismo come forza di trasformazione, resilienza, sostenibilità e progresso condiviso per tutti».
L’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), decise di istituire la Giornata mondiale nel corso della sua terza sessione (Torremolinos, Spagna, settembre 1979), celebrandola per la prima volta nel 1980. La data fu scelta come ricordo del decimo anniversario dell’adozione degli Statuti del Unwto del 27 settembre 1970.