Idee
Gli occhi di un bambino. E quelli di quanti volgono lo sguardo verso Marte o verso i mondi virtuali
I bambini sono scomodi perché capiscono, più di quanto si pensi, dicono a modo loro che “il re è nudo”
IdeeI bambini sono scomodi perché capiscono, più di quanto si pensi, dicono a modo loro che “il re è nudo”
“Oggi sappiamo volgere lo sguardo verso Marte o verso mondi virtuali, ma facciamo fatica a guardare negli occhi un bambino che è stato lasciato ai margini e che viene sfruttato e abusato. Il secolo che genera intelligenza artificiale e progetta esistenze multiplanetarie non ha fatto ancora i conti con la piaga dell’infanzia umiliata, sfruttata e ferita a morte”.
Papa Francesco rivolge il suo pensiero ai bambini, in particolare a quelli diversamente sfruttati o umiliati, all’udienza dell’8 gennaio. É partito dalla piaga del lavoro minorile per denunciare la irresponsabilità di quanti in più ambiti antepongono ai diritti e alla dignità dei piccoli le logiche del profitto, del potere, del consumismo.
Pochi giorni dopo ricevendo in udienza i piccoli pazienti di una clinica oncologica polacca ha detto loro “per me siete segni speranza” aggiungendo “siete coraggiosi! E così siete testimoni di speranza per noi adulti e per i vostri coetanei”.
Ci sono le guerre a fare stragi di innocenti ma anche, più silenziate e non meno gravi, ci sono molte altre ferite inferte nel corpo e nell’anima dei piccoli.
La politica, l’economia, la finanza, la tecnologia, cioè le persone che le gestiscono, sono chiamate in causa anche se raramente dei piccoli si parla nei resoconti, nelle conferenze stampa, nei talk show. I bambini e le bambine non contano perché non votano, perché hanno voce debole, perché hanno pensieri diversi, perché sono ridotti a consumatori dal mercato, perché li si abbandona o illude di fronte alle nuove tecnologie, intelligenza artificiale compresa, consegnandoli alla logica dell’algoritmo che è del tutto indifferente alla dimensione spirituale della vita. Dimensione che i piccoli più di altri avvertono come irrinunciabile.
I bambini sono scomodi perché capiscono, più di quanto si pensi, dicono a modo loro che “il re è nudo”, fanno cioè intuire che dietro la cecità di un potere e l’arroganza di una tecnologia esasperata c’è una grave forma di abuso della loro innocenza e della loro fragilità. C’è un vuoto che spaventa.
“I cristiani – è il monito di Francesco – hanno il dovere di prevenire con impegno e di condannare con fermezza le violenze o gli abusi sui minori”. Non si intendono solo i devastanti abusi sessuali. Il cristiano, aggiunge il Papa “non può restare indifferente; non può accettare che sorelline e fratellini, invece di essere amati e protetti, siano derubati della loro infanzia, dei loro sogni, vittime dello sfruttamento e della marginalità”.
Chi sta con i piccoli davanti a un video mentre scorrono immagini di guerra, chi cerca di condividere i loro pensieri, chi si mette alla loro altezza, sa bene che hanno una grande capacità di osservare, di valutare e di giudicare.
Il grido “il re è nudo” si leva in ogni angolo del mondo, un uomo di nome Francesco, lo raccoglie, lo fa suo, lo trasforma in un monito a chi volge lo sguardo a Marte e ai mondi virtuali ma non sa o non vuole guardare negli occhi di un bambino.