Per la prima volta, il corpo del Beato Pier Giorgio Frassati è stato traslato a Roma per essere esposto alla venerazione dei fedeli durante il Giubileo dei Giovani 2025. La reliquia è giunta il 25 luglio dalla Cattedrale di Torino alla basilica di Santa Maria sopra Minerva, nel centro storico della capitale, dove resterà fino al 4 agosto. Un evento straordinario che segna anche il centenario della morte del giovane torinese, figura di riferimento per intere generazioni.
Alla fine della navata centrale, proprio di fronte all’altare maggiore, una semplice bara di legno accoglie le sue spoglie. Sul coperchio, si legge:
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“Verso l’alto”.
Davanti a quella presenza silenziosa, i passi rallentano, le parole si abbassano, e il volto di Frassati – così conosciuto nei libri e nelle foto d’archivio – si fa improvvisamente concreto, vicino.
L’accoglienza ufficiale si è svolta sabato 26 luglio, con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale vicario di Roma, Baldassarre Reina. Nell’omelia, il porporato ha ricordato la radicalità evangelica vissuta da Frassati e ha rivolto ai giovani un invito forte e diretto: “Frassati ci insegna una verità semplice e rivoluzionaria: se vogliamo davvero socializzare, dobbiamo farlo con i poveri, non solo con chi ci somiglia.
In un tempo in cui i nostri giovani sono connessi a tutto ma spesso scollegati dal cuore dell’altro, lui ci mostra che la vera comunione si costruisce chinandosi, condividendo, servendo.
Frassati ci invita a vivere, non a vivacchiare. E oggi, in questa basilica, davanti alle sue spoglie, possiamo chiedergli di contagiarci con la sua fede forte, concreta, umile, capace di salire in alto senza perdere il contatto con la terra. È questo lo stile del Vangelo, che Pier Giorgio ha incarnato con gioia contagiosa. È questo il mandato che ora affido a voi, cari giovani e volontari: siate presenza viva del Vangelo nei giorni del Giubileo, accogliendo, aiutando, ascoltando, testimoniando”.
Durante la Messa, il card. Reina ha conferito il mandato ai circa 4.000 volontari impegnati nei giorni successivi nei servizi di accoglienza e assistenza ai pellegrini del Giubileo. Per tutta la settimana, la basilica è aperta dalle 8:00 alle 20:00, accogliendo un flusso continuo di fedeli in preghiera, raccoglimento e silenzio.
Tra i tanti, c’è chi ha percorso centinaia di chilometri per esserci. Paolo, 47 anni, insegnante di matematica a Treviso, racconta: “L’ho scoperto da grande, non da adolescente. Non ho mai avuto una fede entusiasta o gridata. Ma quando ho letto le lettere di Frassati, mi ha colpito il suo modo di stare al mondo: sobrio, impegnato, spirituale senza essere retorico.
È come se dicesse che si può essere santi restando normali.
Per questo sono venuto. Per ringraziarlo”.
Mariana, 23 anni, è arrivata da Quito, in Ecuador, con una delegazione latino americana per il Giubileo. “Pier Giorgio lo conoscevo di nome, ma quando ho iniziato a leggere la sua storia mi ha colpito il coraggio con cui viveva la fede. Non aveva bisogno di grandi discorsi, agiva.
Oggi che sono qui davanti a lui, mi sento meno sola. Come se mi dicesse che anche il mio cammino, con le sue fatiche, può essere abitato dalla grazia”.
Martina ha 19 anni, è romana, studentessa e volontaria per l’evento. “All’inizio non sapevo chi fosse. Poi ho letto una sua frase: ‘La fede che non si traduce in opere non è vera fede’. Da lì ho voluto sapere di più. Mi ha conquistata. È diverso dagli altri santi che ho conosciuto: più vicino, più terreno. Non lo abbiamo conosciuto, ma
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è come se lui conoscesse noi”.
Accanto alla bara, una piccola mostra fotografica racconta con immagini essenziali la vita del beato: lo sguardo diretto, il bastone da montagna, gli amici, i poveri, il breviario. L’esposizione delle reliquie a Roma si concluderà lunedì 4 agosto. Il giorno successivo, il corpo farà ritorno a Torino. Ma il 7 settembre sarà nuovamente protagonista: Papa Leone XIV proclamerà santo Pier Giorgio Frassati, insieme al beato Carlo Acutis. Due giovani testimoni della gioia del Vangelo, due vite brevi ma piene, due sguardi rivolti in alto.
E quella scritta incisa sul legno – Verso l’alto – continuerà a indicare la direzione.