Idee
Il diritto di esistere di chi ama il paesaggio. Da Cortina a Vicenza fino a Monteortone, monta la protesta
Da Cortina a Vicenza fino a Monteortone, monta la protesta
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«Eppur si muove!». La galileiana affermazione calza a pennello per i movimenti popolari che trasversalmente stanno risorgendo dalle ceneri dell’ambientalismo spentosi davanti all’ineluttabilità di un futuro che si credeva ormai scritto dal e nel cemento. La boccata d’ossigeno civile è giunta in queste ultime settimane da Cortina fino a Monteortone (Teolo), passando per Vicenza. Sul molto “già deciso e i ripensamenti richiesti” sono scesi in piazza migliaia di cittadini che meritano rispetto e incoraggiamento. Messe da parte le ideologie partitiche e associative, i modernismi dei movimenti giovanili dei Fridays for future di “gretiana” memoria, come pure certi rigurgiti sessantottini, quel “qualcosa si muove” ha il volto di strada di persone eterogenee che hanno a cuore il bene comune chiamato ambiente. Lo si è detto qui più volte: basta con le parole, ora servono o fatti. Questo partendo proprio da quanto sbandierato dai capi della nostra Regione, che da anni svendono l’idea di un Veneto a consumo di territorio zero. Che si parli di infrastrutture pubbliche battezzate come strategiche – centri sportivi e ricettivi, reti viarie o ferroviarie – o edifici privati e lottizzazioni in terreni vergini, il senso d’impotenza del singolo cittadino ha raggiunto il suo acme in questi ultimi anni, agevolando quelle iniziative speculative che si sono sempre beate del sentimento veneto che gioisce davanti a una gru, in una sorta di viscerale appagamento che lì vede una speranza di crescita per il futuro. Sembrava così aver ricevuto il suo colpo di grazia la coscienza civile, che invece pare stia risorgendo dalle proprie ceneri. E i tre luoghi simbolici del Veneto ne sono l’esempio: a Cortina, con un mix di qualche migliaio di cittadini che hanno detto “no” alla ristrutturazione costosa quanto inutile dell’ex-impianto olimpionico di discesa per bob, vicenda tragicomica legata alle Olimpiadi invernali 2026; a Vicenza, il tracciato Tav non piace a migliaia di cittadini che chiedono al Comune come al ministero dei Trasporti la revisione sostanziale di un tracciato che è già invasivo nel tratto in costruzione a monte della città. A Monteortone, dove si sta giocando l’ultima delle tante battaglie per evitare l’arrivo di un “ecomostro” che fa tremare i difensori del Parco Colli. Qui, con il parere per ora indicativo, ma essenziale, già espresso dall’amministrazione di Teolo, nell’ex-area Cima, si vorrebbero trasformare nove ettari di prato in 90 mila metri cubi di cemento, con condomini da quattro piani, un albergo e 40 bungalow. Domenica 1° ottobre a Monteortone, tra la gente che gridava “no” al faraonico progetto che puzza di speculazione, era presente anche chi scrive, per capire di che stoffa fosse fatto quel “popolo del risveglio”. Ebbene non c’erano solo ambientalisti di lungo corso, integralisti o militanti politici sempre desti al richiamo dei partiti. Il popolo era eterogeneo, genuino nella convinzione di tornare a contare per il futuro della propria terra. Una sorpresa? Sì. A Monteortone la gente dava l’idea di essere meno cittadini “da telecomando”, e più coscienze vive e libere di esprimersi in difesa del bene più supremo: la protezione della Terra. Si rifletta quindi su questa nuova mobilitazione popolare. Si torni a sperare nella vox populi. Si cerchi verità e chiarezza, per rispetto dei cittadini. Cari sindaci di Cortina, Vicenza e Teolo, voi non c’eravate in piazza, vi siete persi l’occasione di conoscere direttamente quello che molta gente vi chiede. E non si tratta di un popolo “lottizzato”. La gente sembra davvero avere qualcosa di nuovo per questo Paese che ritenevamo “anestetizzato”. Che pare invece, si stia risvegliando.
«Forte preoccupazione per il costante aumento del disagio abitativo derivante dalla crescita esponenziale dei nuclei familiari in difficoltà economica, soprattutto nelle grandi città». La esprimono in una nota congiunta Antonio Decaro, presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci), e Riccardo Novacco, presidente presso Federcasa, nella quale ricordano «la necessità di affrontare il problema dell’accesso ai servizi abitativi con strumenti adeguati che consentano di rispondere concretamente e celermente ai bisogni abitativi delle fasce sociali più deboli». A tal proposito – prosegue la nota – «Decaro e Novacco chiedono che, con la legge di bilancio per il 2024, vengano rifinanziati il Fondo locazioni e il Fondo morosità incolpevole che hanno rappresentato, fino ad oggi, l’unica forma di sostegno economico per le famiglie in difficoltà».
Lunedì 2 ottobre, il Consiglio di sicurezza Onu ha approvato il dispiegamento di una missione internazionale ad Haiti, guidata dal Kenya, per supportare la polizia nazionale nel mantenimento della sicurezza per i prossimi dodici mesi.