Sono stati due giorni davvero storici quelli dell’8 e 9 ottobre 2025 per la città di Padova e per la Basilica di Sant’Antonio. Il celebre gruppo bronzeo del Gattamelata di Donatello, tra i vertici assoluti del Rinascimento, ha lasciato il suo basamento sul sagrato per essere trasferito all’ex Museo Civico “Boito”, dove saranno avviate le indagini preliminari al restauro.
Mercoledì 8 ottobre, alle 9.30, è toccato al Cavaliere, Erasmo da Narni, scendere dal piedistallo. Dopo le complesse manovre di movimentazione, alle 11.30 è stato ricoverato all’interno del museo. Il giorno seguente, giovedì 9, è stata la volta del Cavallo, di 1.600 chilogrammi, rimosso alle 14.38 e giunto in serata nella stessa sede per ricongiungersi al suo condottiero.
L’operazione, seguita con estrema attenzione, ha coinvolto un ampio gruppo di tecnici e restauratori: Nicola Salvioli, responsabile del restauro; gli ingegneri Filippo Casarin e Marco Mocellini di R-Struct Engineering; gli specialisti di Arterìa Firenze per le fasi di movimentazione; Expin Srl per le indagini e il montaggio strutturale. Presenti anche rappresentanti dell’Istituto Centrale per il Restauro, della Soprintendenza ABAP di Padova, Treviso e Belluno, con la direttrice Marta Mazza, la funzionaria Monica Pregnolato, il direttore scientifico Ugo Soragni, il direttore dei lavori Giorgio Socrate e il responsabile della sicurezza Ferruccio Tasinato.
«Sono state due giornate emozionanti – ha dichiarato padre Antonio Ramina, rettore della Basilica del Santo –. Abbiamo potuto ammirare da vicino questo incredibile capolavoro e apprezzare lo spirito di squadra che ha animato tutti gli enti e le maestranze. Confidiamo che questo stesso spirito accompagni anche le prossime fasi del restauro».
Il restauratore Nicola Salvioli ha confermato la buona riuscita delle operazioni: «Le fasi di rimozione e movimentazione si sono concluse nel pieno rispetto dell’opera, grazie al lavoro coordinato di restauratori, ingegneri e tecnici».
Nei prossimi sei mesi saranno completate le indagini diagnostiche e strutturali all’interno dell’ex Museo Civico “Boito”. «Solo dopo questa fase – spiega l’architetto Soragni – si potrà definire il piano d’intervento vero e proprio, che sarà approvato dalla Soprintendenza».
A rendere possibile questa operazione sono stati i contributi delle fondazioni statunitensi Friends of Florence e Save Venice, che sosterranno anche la fase restaurativa.
«È un grande privilegio partecipare al restauro del Gattamelata – ha affermato Frederick Ilchman, presidente di Save Venice –. Grazie alla dedizione di tutti, questo straordinario capolavoro potrà essere preservato per le generazioni future».
Per Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence, «la discesa del Gattamelata è il primo atto di un progetto di tutela che unisce istituzioni, tecnici e donatori in un impegno comune per l’arte e la storia».
Quella di ottobre 2025 è la terza discesa del gruppo bronzeo dal suo basamento dal 1457 a oggi. La prima avvenne nel 1917, durante la Prima guerra mondiale, quando l’opera fu ricoverata a Roma e riportata a Padova nel 1919. La seconda nel 1940, all’inizio del secondo conflitto mondiale, con il ricovero all’Abbazia di Carceri d’Este fino al 1945.
Realizzato da Donatello tra il 1447 e il 1453 per volontà della famiglia del condottiero e con l’avallo della Repubblica di Venezia, il monumento al Gattamelata rimane un simbolo universale di forza e ingegno, e oggi – grazie a questo nuovo intervento – torna al centro dell’attenzione mondiale come patrimonio da custodire e riscoprire.