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Il presidente ucraino Zelensky all’Italia: «Mariupol è distrutta, immaginate Genova totalmente bruciata»
Il presidente ucraino Zelensky all’Italia: servono sanzioni più dure alla Russia
IdeeIl presidente ucraino Zelensky all’Italia: servono sanzioni più dure alla Russia
«Le città ucraine vengono distrutte, alcune sono completamente distrutte, come Mariupol, sulla costa del mare d’Azov, dove c’era circa mezzo milione di persone come nella vostra città di Genova dove sono stato. A Mariupol non c’è più niente, solo rovine. Immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre intere settimane di assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi con le macchine, con i pullman, per arrivare dove è più sicuro».
Nella mattinata di martedì 22 marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato in videoconferenza al Parlamento italiano riunito in seduta comune. Nei suoi circa 11 minuti di discorso alla Camera, Zelensky non ha mai citato per nome il suo omologo russo, Vladimir Putin: la responsabilità è di «una sola persona» ha detto riferendosi alla distruzione delle città e alla perdita di migliaia di vite umane, tra cui quella di 117 bambini. Ha poi parlato delle ripercussioni che questa guerra avrà sull’economia italiana, e in particolare sul prezzo del grano, di cui l’Ucraina è tra i principali produttori al mondo. Ma anche aggiunto che «l’Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa: ma la barbarie non deve entrare».
Da qui, la richiesta di imporre nuove e più dure sanzioni nei confronti della Russia: «L’invasione dura da 27 giorni, praticamente un mese, perciò abbiamo bisogno di altre sanzioni affinché la Russia non cerchi le riserve militari o i guerrieri in Libia o in Siria ma cerchi la pace, affinché una sola persona cerchi la pace». In precedenza solo due capi di Stato avevano tenuto un discorso ai parlamentari riuniti tutti insieme: il re di Spagna Juan Carlos durante una visita a Roma nel 1998 e papa Giovanni Paolo II nel 2002. Zelensky ha anche confidato di aver parlato con papa Francesco e in chiusura ha ricordato che «in Italia è nato il primo bambino ucraino la cui madre è scappata dalla guerra, decine di bambini ucraini con contusioni e ferite sono nei vostri ospedali e noi vi siamo molto grati».