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«Il Seminario di Padova non viene chiuso». L’ha ribadito questa mattina – durante l’assemblea dei presbiteri in Cattedrale, in occasione dei 400 anni dalla nascita di san Gregorio Barbarigo – il vicario generale, don Giuliano Zatti. Non viene chiuso, ma prende la forma del “Seminario insieme”, come comunicato a marzo scorso dai vescovi delle Diocesi di Adria-Rovigo (mons. Pierantonio Pavanello), Chioggia (mons. Giampaolo Dianin), Padova (mons. Claudio Cipolla) e Vicenza (mons. Giuliano Brugnotto) ai rispettivi consigli presbiterali. «A partire da settembre – spiegavano i vescovi in quella occasione – i seminaristi delle quattro Diocesi vivranno insieme nella casa Madre Teresa di Calcutta, all’interno del grande complesso dell’Opsa a Sarmeola (provincia di Padova), continuando a frequentare – come già accade – i corsi della Facoltà teologica del Triveneto nella sede centrale di Padova».
«È una decisione, questa, che abbiamo dovuto prendere – ha spiegato stamattina il vescovo Claudio – Sicuramente ha provocato turbamento. Ci abbiamo pensato molto, vagliato diverse ipotesi e deciso in che direzione andare riguardo al Seminario».
Verso un “Seminario insieme”
Don Zatti, di fronte al presbiterio diocesano riunito in Cattedrale, ha condiviso il percorso che ha portato al “Seminario insieme” tra le Diocesi di Adria-Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza. «C’è stata, come comunicato a marzo scorso, una presa di consapevolezza della effettiva insostenibilità dei costi di gestione del Seminario di Padova: nel 2023 erano ammontati a 1,3 milioni di euro; è andata meglio nel 2024. A questo poi si sono aggiunti altri elementi: il numero in costante riduzione dei seminaristi e la presa d’atto della non rispondenza del luogo alle mutate esigenze educative. Questo ha indotto il rettore, sostenuto dal Consiglio di gestione e in accordo con il vescovo, ad assumere alcune scelte concrete, dolorose ma non più indifferibili, tra le quali la decisione di spostare temporaneamente la sede del Seminario in un’area di Casa Madre Teresa di Calcutta, la parte alta dell’edificio, che è apparsa più idonea alle esigenze della piccola comunità in formazione. Nello stesso tempo, il vescovo Claudio aveva personalmente avviato una interlocuzione con i vescovi delle Diocesi di Vicenza, Chioggia e Rovigo, suggerendo di attivare una collaborazione che è sfociata di fatto in una proposta che chiamiamo “Seminario insieme”, perché il termine interdiocesano non è ancora appropriato».

Chi coordina le attività del Seminario di Padova
Nelle ultime settimane – ha continuato il vicario generale – è stata perfezionata l’associazione “Buon Pastore” «con lo scopo di coordinare le attività del Seminario, gestire i rapporti con l’ossa, amministrare una cassa comune che sarà alimentata da versamenti dei Seminari di ciascuna Diocesi, che conservano la propria identità giuridica. I singoli seminari – quindi Padova, Vicenza, Chioggia, Adria-Rovigo – rimangono soggetti responsabili di fronte alle proprie Diocesi. Avranno i loro margini di movimento nei riguardi, ad esempio, delle ordinazioni, dell’ammissione tra i candidati al diaconato e presbiterato, delle esperienze pastorali… nonché della gestione degli ambienti, dei patrimoni e della progettazione futura per ciascuno dei Seminari. Il Seminario di Padova, quindi, continua a esistere, nonostante il numero ridotto dei seminaristi e il momentaneo trasferimento».
Quattro Seminari, 22 seminaristi
In questi giorni, i seminaristi delle quattro Diocesi stanno vivendo una prova di “vita comune” a Castelletto sul lago di Garda, prima di procedere con la sistemazione degli arredi e della logistica. «Il numero complessivo dei seminaristi delle quattro Diocesi è di 22, 12 sono i padovani. I residenti però saranno 18. Perché il prossimo diacono di Vicenza e i tre prossimi diaconi di Padova non abiteranno in Seminario, ma in alcune parrocchie. Responsabile e coordinatore della formazione è il biblista vicentino don Aldo Martin, con lui i padovani don Maurizio Rigato e don Giovanni Molon (direttore spirituale oltre che parroco di San Gregorio Barbarigo in Padova). Entra nell’equipe del Seminario suor Lia Pasquale, delle suore Salesie.. Aggiungo che Casa Sant’Andrea, la cui sede è nella canonica di San Gregorio Barbarigo, aprirà il nuovo anno con cinque giovani, di cui tre sono padovani. La comunità propedeutica di Vicenza, Il Mandorlo, aprirà con quattro».
Lo statuto del Seminario di Padova, ha spiegato don Zatti, prevede che venga nominato un rettore: «Sarà don Livio Tonello. Rettore tra virgolette, perché rimane per la parte legale e amministrativa, mentre don Maurizio Rigato sarà il referente diocesano per la formazione dei seminaristi.

E la sede storica?
La permanenza a Casa Madre Teresa di Calcutta «dovrebbe aggirarsi sui tre anni, durante i quali si cercherà di reperire le risorse economiche che sono necessarie per il recupero dell’area di Seminario vescovile che si sviluppa attorno al primo chiostro – metà della superficie è occupata dalla biblioteca antica – d è connesso con la chiesa di Santa Maria in Vanzo. Qui vorremmo tornasse a risiedere la comunità dei seminaristi con gli educatori e magari altri presbiteri, organizzando gli spazi in modo tale da poterli eventualmente riconvertire in caso di necessità per altri usi. Rimane irrisolta la questione di cosa fare del resto dell’edificio. Le tante ipotesi perlustrate fino al momento non hanno portato finora ad alcun risultato accettabile».
E ancora: «Non possiamo trascurare, poi, il fatto che la chiusura della sede storica del Seminario ha comportato lo scioglimento della comunità presbiterale che vi risiedeva, costituita per lo più da docenti emeriti o ancora in servizio presso la Facoltà teologica del Triveneto e l’Istituto superiore di scienze religiose. Questo è stato motivo di ulteriore dispiacere e anche di grande disagio sia per le persone coinvolte, alcune delle quali anziane, sia per l’apporto che il gruppo dei preti del Seminario ha dato alla vita pastorale e culturale della nostra chiesa locale. I preti hanno trovato residenza in altri luoghi. In Seminario rimangono attive l’amministrazione, la biblioteca antica, l’Istituto San Luca. A giugno 2022 è stato comunicato il fatto che il Seminario si è dotato di uno statuto, secondo il quale organo di governo è il Consiglio di gestione assieme al rettore; di conseguenza, sono di loro competenza anche le scelte amministrative e finanziarie, così come gli eventuali progetti per il futuro».
Il Cor Cordis si trasforma
«La rimodulazione della vita del Seminario comporta che la rivista venga ripensata, anche se la testata rimane. Si stanno immaginando due numeri all’anno: uno per il Mese del Seminario, a settembre, uno per le ordinazioni presbiterali. Si stanno immaginando anche pagine in formato digitale per altri momenti dell’anno e il rinnovo della redazione. Perché? Perché la rivista racconti non più, non soltanto, del seminario, ma racconti di vocazioni, del diaconato permanente, della formazione dei preti».
Chiude il Seminario? No!
Don Giuliano Zatti ha concluso così la sua comunicazione sul Seminario di Padova: «400 anni fa, il 16 settembre, nasceva a Venezia, Gregorio Giovanni Gaspare Barbarigo. 400 anni dopo il mondo è cambiato, noi siamo cambiati, il Seminario viene chiuso ed è un fallimento: questa la parola che è stata usata. Non è un fallimento, il Seminario non viene chiuso, però è inevitabile che in bocca di tutti resti l’amaro per le scelte che si sono dovute attuare. E allora direi proprio, ci diamo fiducia, dobbiamo darci coraggio. Chiediamo al Signore vocazioni per la Chiesa di Padova: non ne verrà sminuita la vocazione dei laici».