StorieIl Tempio del Donatore di Pianezze di Valdobbiadene è simbolo di pace, sorto sulle zone della Grande Guerra. Ora è anche luogo giubilare della Diocesi
Trova casa alle pendici del monte Cesen, a quota 1.070 metri sul livello del mare, il Tempio internazionale del Donatore di Pianezze di Valdobbiadene, simbolo di pace, dedicato a tutti i donatori che gratuitamente contribuiscono a curare i malati e a salvare vite. Durante la Grande Guerra la zona ha ospitato una postazione austro-ungarica di cannoni che fronteggiava l’avanzata dei soldati italiani che si trovavano sul Montello e sull’antistante massiccio del Grappa. Terre lacerate da sangue e odio, dove far rifiorire amore e pace. Era questo il sogno di Giovan Battista (Titta) Cecchella, primo presidente dell’Avis di Valdobbiadene e del cappellano della parrocchia di Valdobbiadene, don Vittorio Gomiero, che per primi immaginarono la realizzazione del Tempio. Correva l’anno 1958. L’idea piacque, quindi ci fu la nomina del Comitato per la realizzazione del Tempio da parte dell’allora sindaco Isidoro Grigoletto al Consiglio direttivo dell’Avis di Valdobbiadene, e la donazione alla parrocchia del terreno su cui sarebbe sorto con l’avallo dell’arciprete don Angelo Zaramella. Il progetto fu affidato agli architetti Musini e Davanzo di Treviso e iniziò a prendere vita nel 1962, seguito e condiviso dai componenti avisini Alvise Dall’Armi, Luciano Pasqualetto, Lorenzo Dalla Longa e Ruggero Baratto. Il 16 ottobre 1962 ci fu la posa della prima pietra. Per le fondamenta furono scelti i sassi del Piave, fiume sacro alla Patria, teatro di cruenti scontri durante la Grande Guerra. Il Tempio venne così inaugurato il 16 settembre del 1979 dall’allora vescovo di Padova, mons. Girolamo Bortignon. Oggi, 46 anni dopo, su indicazione dell’attuale vescovo Claudio, lo stesso Tempio è stato scelto per interpretare i valori e i messaggi della solidarietà e dell’altruismo tra i luoghi giubilari della cura e della carità, della giustizia e della pace per celebrare l’Anno Santo nel nostro territorio. Un gesto che sottolinea la valenza del Tempio internazionale del Donatore, che nelle recenti pagine del suo quasi mezzo secolo di storia era stato dichiarato inagibile e quindi chiuso dal dicembre 2017 in seguito a delle criticità strutturali della travatura di sostegno. I primi lavori di restauro, grazie a una raccolta fondi avviata dalla nuova organizzazione di volontariato Tempio del Donatore nata nel 2019 e guidata dal presidente Gino Foffano dell’Avis nazionale, sono partiti nel luglio 2020 e conclusi nella primavera del 2021.
«Questo è un luogo particolare, al quale la popolazione e moltissimi donatori sono legati in modo speciale – spiega don Bruno Faggion, rettore del Tempio del Donatore – Qui tutto ci parla del valore dell’altruismo e del dono. Dentro e fuori il Tempio. Qui si respira un clima particolare, si vivono con un’intensità unica i momenti insieme, le celebrazioni, le manifestazioni dei donatori. L’augurio è che il Tempio diventi sempre più un luogo simbolo per tutti, un luogo d’incontro. Il dono è universale, in quanto è la massima espressione del rispetto e della considerazione delle persone». Tra le bellezze artistiche all’interno del Tempio si possono ammirare l’affresco che descrive le sette opere di misericordia realizzato dall’artista forlivese Carmelo Puzzolo (allievo di Pietro Annigoni) collocato sull’abside, ma anche le formelle in bronzo della Via Crucis sulle pareti laterali della navata realizzate dallo stesso Puzzolo e la Madonnina del Donatore posta in una nicchia accanto al presbiterio donata dagli artisti del legno della Val Gardena. E poi lo straordinario crocifisso ligneo del Quattrocento di scuola veneziana, restaurato di recente. Le celebrazioni dell’Anno Santo al Tempio del Donatore vedranno l’appuntamento giubilare congiunto per le parrocchie valdobbiadenesi di Santa Maria Assunta, San Vito, Bigolino e San Giovanni, San Pietro di Barbozza, Santo Stefano e Guia, fissato per lunedì 2 giugno con i ragazzi e le famiglie della catechesi.
Il quattrocentesco crocifisso in legno di tiglio di scuola veneziana è stato restaurato tra la primavera 2022 e l’estate 2023 grazie all’attribuzione del riconoscimento di “Luogo del cuore Fai” e al conseguente bando che ha permesso all’associazione Tempio del donatore di ottenere un contributo economico di oltre 12 mila euro. Si è così scoperto il valore inaspettato vista l’entità del degrado a cui era stato sottoposto nel corso degli anni. Si narra che per tutta la durata della Grande Guerra il crocifisso venne conservato in una piccola chiesetta lungo la linea del Piave, dove venivano posti i corpi dei soldati uccisi in battaglia al fronte.
Correva l’anno 1958 quando Titta Cecchella e don Vittorio Gomiero immaginarono la realizzazione del Tempio. La posa della prima pietra avvenne il 16 ottobre 1962 su progetto di Musini e Davanzo. Il Tempio fu poi inaugurato il 16 settembre 1979
Gianluca Renosto
