Idee
Il valore del risparmio per i più giovani
Il sacrificio di un tempo ha lasciato il posto all’era della rateizzazione. Occorre investire in cultura per una maggior consapevolezza sull’uso del denaro
IdeeIl sacrificio di un tempo ha lasciato il posto all’era della rateizzazione. Occorre investire in cultura per una maggior consapevolezza sull’uso del denaro
In queste settimane, grazie al numero della Difesa del Popolo del 14 febbraio scorso e, più specificamente, all’articolo a firma Vanna Ceretta nelle pagine di “Economia e Vangelo” (prossima uscita il 14 marzo, ndr), ho riflettuto molto sul concetto di risparmio. Trovo molto bello il racconto iniziale del vissuto familiare di Vanna, dei sacrifici condivisi e del valore del denaro per le nostre passate generazioni.
Tuttavia, il concetto di risparmio, che interessa anche fortemente il modo di educare in famiglia, si è perso nelle nuove generazioni. Viviamo un tempo tutto concentrato sul presente, sul soddisfacimento di un bisogno immediato in un contesto confuso, fortemente spinto sui consumi e sulla competizione fra le persone. Risparmiare costa fatica, non ne siamo forse più di tanto abituati; richiede una visione lunga: rinunciare a qualcosa oggi per ritrovarcelo un domani.
In passato si risparmiava per mettere da parte un gruzzolo, volto a fronteggiare spese impreviste (la casa, l’auto, gli arredi da cambiare, l’aiuto da dare ai figli); oggi, invece, la cultura del debito e della rateizzazione ha preso il sopravvento. Ciò non vuol dire avversare i consumi e avere una visione del risparmio solo come accumulo fine a se stesso, ma ricercare modalità consapevoli e buone di utilizzo delle proprie disponibilità, discernendo sulle cose veramente importanti. In questo senso anche la scelta delle banche con cui intrattenere i propri rapporti finanziari, l’orientamento dei propri investimenti verso aziende virtuose e settori economici rivolti al sociale (che non operino ad esempio nel mercato degli armamenti) è l’assunzione di una posizione etica di responsabilità che – se condivisa – può rendere migliore il contesto in cui viviamo. Qui si introduce anche una riflessione sul ruolo assunto oggi dalla finanza, sulle profonde disuguaglianze che si sono create in questo tempo (e ancora di più con la pandemia), con un’economia di “carta” divenuta più importante di quella “reale” (produzione di beni e servizi). Papa Francesco ci ha ricordato che i soldi si fanno con il lavoro, pensiamo quindi a costruire una coscienza e un futuro comune, consapevoli che sono necessari nuovi stili di vita e nuovi atteggiamenti, più responsabili.
Paolo Alberto VallerinConsiglio per la gestione economica, parrocchia di Terraglione