Storie«Ero vivo! Per la prima volta dopo tanto tempo mi sono svegliato da un coma più vero, profondo, quello dell’anima, della mia umanità».
A parlare è Daniele Matterazzo, trentatreenne originario di Legnaro, a proposito del cammino di Santiago che ha intrapreso nell’estate di tre anni fa. Quasi un mese di viaggio che ha rappresentato una svolta per la sua vita. In quell’esperienza «ho percepito la natura scorrermi dentro, ero parte di lei. Ho messo in luce che non siamo troppo differenti da un albero a cui viene spezzato un ramo: nonostante ciò può donare bellezza, anzi ne può scaturire un’originalità accrescendone il valore». Quell’albero, quel ramo spezzato, è un po’ la storia di Daniele che all’età di 15 anni ha un grave incidente in motorino che lo porta tutt’oggi a una disabilità del braccio sinistro. Per quaranta giorni rimane in coma farmacologico e nei successivi sei mesi viene trasferito in vari reparti, nel tentativo di recuperare l’arto. Per un quindicenne come lui è un durissimo colpo: «Ero in un’età fragile e una volta tornato a casa dall’ospedale, con il passare del tempo, non mi sono più sentito me stesso. Ogni giorno mi svegliavo e vedevo in questo braccio una limitazione per il mio futuro, per la mia vita». Per il giovane l’adolescenza e il tempo successivo sono tempestati di difficoltà per quel trauma subito, «perché mi sentivo diverso rispetto agli altri». Soprattutto nel periodo estivo il disagio si acuisce per la vergogna di mostrare quel braccio che in altri periodi dell’anno riesce a nascondere. Daniele cerca di colmare quel vuoto interiore, conseguenza del suo malessere, con comportamenti e «nei modi più negativi possibili». Compiuti i trent’anni «ero in una situazione di crisi generale» inerente la sfera lavorativa, affettiva e personale. Ed ecco la scintilla tanto inaspettata quanto sperata: la visione di un film, Il cammino per Santiago. «Da tempo cercavo un cambiamento dentro di me e da quella pellicola ho sentito come una chiamata per uscire dalla mia comfort zone che mi ero creato – spiega Daniele Matterazzo – Quella notte non riuscii a chiudere occhio, piansi per l’emozione e il desiderio di riscatto». Qualcosa scatta, la vita lo sta chiamando a gran voce. Allacciate le scarpe, infilato lo zaino con l’occorrente per affrontare i diversi giorni di cammino, riempita la borraccia con l’acqua, Daniele è sulla via che lo condurrà, dopo quasi un mese di viaggio e mille chilometri, a Santiago de Compostela (la nota località spagnola meta di pellegrinaggi) e oltre, fino alla cittadina di Finisterre. Data della partenza: il 23 luglio del 2020. «Quell’esperienza è stata la mia cura: in quei giorni ho soprattutto ritrovato l’autostima che avevo perso negli anni, un modo per ritornare indietro e cercare quei pezzettini di me che avevo lasciato nel tempo lungo la strada – racconta ancora il giovane – Ho percepito di potermene riappropriare soprattutto guardando, con una luce nuova, la mia disabilità». E Daniele in quell’avventura ha scoperto che può «manifestare bellezza attraverso una fisicità ritrovata, il contatto con la natura, lo scorrere del sentiero polveroso sotto le mie scarpe». E c’è di più: «Mi sono reso conto che quella negatività vissuta in passato mi aveva forgiato, che ero capace di resilienza». Quell’esperienza rappresenta quindi l’inizio del cammino che lo condurrà a intraprendere percorsi di vita che sanno di rinascita: torna dalla Spagna con l’idea di sostenere un progetto sociale trasformando il cammino in un’opportunità di solidarietà «come forma di aiuto verso il prossimo». Nell’estate del 2021 il giovane progetta una nuova avventura. Ripensando alla sua storia desidera restituire, almeno in parte, tutto quello che ha ricevuto anni prima, a seguito dell’incidente, dall’ospedale di Padova. In particolare, può fare qualcosa per i bambini della pediatria, appoggiando la fondazione Salus Pueri. Così attraverso il suo nuovo viaggio, questa volta la via Francigena partendo da passo San Bernardo, sul confine italo-svizzero, arrivando fino a Roma, promuove un crowdfunding, una raccolta fondi finanziata da chi vuole sostenere la sua iniziativa (in quell’occasione raccoglie più di tremila euro). Poi il 2022 con il cammino del Re nella Lapponia svedese, circa 450 chilometri per raccogliere fondi per la onlus Noisy Vision, organizzazione che sostiene le persone con limitazioni visive e uditive e sensibilizza sulla loro accessibilità e inclusione sociale. Nel 2023, tra fine maggio e giugno, Daniele porta a termine un’attraversata di 1.200 chilometri, questa volta in bicicletta per «misurarmi con questa nuova sfida», partendo dall’ospedale Necker-Enfants Malades di Parigi, dov’è nato il primo nosocomio pediatrico al mondo, arrivando fino a Padova. L’obiettivo è sostenere nuovamente il reparto di pediatria della città del Santo. La sua prossima fatica sarà quest’estate, un cammino di circa 400 chilometri, per attraversare da nord a sud l’Islanda con un nuovo progetto sociale: la raccolta fondi per Emozionabile, onlus che offre esperienze alternative a persone con disabilità. È possibile seguire passo passo il suo viaggio attraverso i canali Facebook o Instagram digitando Daniele Matterazzo – Walkinscape o @walkinscape. Si può sostenere economicamente la realtà indicata da Daniele attraverso la piattaforma di crowdfunding denominata Rete del dono, dove, selezionando il nome del progetto o della onlus stessa, si possono trovare le modalità per la donazione. Le associazioni che Daniele decide di supportare sono «legate alla mia vita, a quello che è stato il mio vissuto e la mia sensibilità». Ad esempio Emozionabile è un progetto che propone a persone disabili esperienze emotivamente coinvolgenti con proposte legate allo sport, agli animali, alla natura e altro. Perché «stare all’aria aperta, sentirsi vivi, penso sia una terapia bellissima. Come è servito a me penso possa essere utile anche ad altri». A proposito delle sue avventure e delle problematiche che ha incontrato, confida: «A volte mi trovo in difficoltà nell’esperienza stessa e vorrei mollare tutto. Quando poi ripenso al motivo che mi ha fatto partire, al perché sto camminando e chi sto aiutando, la testa, il cuore, lo spirito e il corpo vanno oltre loro stessi e mi rimetto in moto». Oggi Daniele si sente una persona molto più cosciente di quello che è chiamato a fare, che ha trovato la sua dimensione sapendo di aver intrapreso la giusta direzione di marcia. Inoltre ha un desiderio nel cassetto: «Mi piacerebbe diventare un riferimento per quanto riguarda il tema dell’inclusione sportiva». Poi, continuare ad aiutare tante realtà impegnate nel sociale perché «l’altruismo mi rende felice».
Daniele Matterazzo originario di Legnaro, è nato il 20 giugno del 1990. Nel 2005 è coinvolto in un grave incidente stradale che gli compromette per sempre l’uso del braccio sinistro. A trent’anni la svolta: dopo aver visto il film Il cammino per Santiago decide di mettersi in viaggio per affrontare le sue paure. Oggi si dedica a imprese sportive (soprattutto a piedi) con relative raccolte fondi per realtà che si occupano di diverse fragilità e problematiche, come l’ospedale pediatrico di Padova o il progetto Emozionabile.
Mercoledì 19 luglio alle 21.15 Daniele è a Legnaro, suo comune d’origine, nella sala Lavanda di Palazzo gemma (Parco Cavour) per l’incontro pubblico “Un cammino ci guarirà”, dove racconterà le sue imprese. L’ingresso è libero.
Un fundraiser sportivo come Daniele Matterazzo si propone di raccogliere fondi per enti non profit, attraverso le sue imprese. Daniele usa la piattaforma online Rete del dono per il crowdfunding, cioè un finanziamento collettivo.
