Fatti
Industriali, nasce il polo Veneto Est
La seconda associazione territoriale di Confindustria, dietro solamente ad Assolombarda.
FattiLa seconda associazione territoriale di Confindustria, dietro solamente ad Assolombarda.
Oltre cinquemila aziende associate con 270 mila addetti. È il biglietto da visita con cui, lunedì 28 novembre, si è presentata Confindustria Veneto Est, la neonata realtà associativa – operativa dal 1° gennaio prossimo – che aggrega sotto la sua egida gli industriali di Assindustria Venetocentro (che a sua volta dal 2018 unisce Padova e di Treviso) e Confindustria Venezia Rovigo. Le due assemblee degli associati, riunite in contemporanea nel centro congressi della Fiera di Padova, hanno approvato all’unanimità il piano industriale e l’integrazione tra le due associazioni.
L’accordo è stato sottoscritto da Leopoldo Destro, presidente di Assindustria Venetocentro, e dall’omologo Vincenzo Marinese di Confindustria Venezia-Rovigo: «Secondo le previsioni dell’Ocse – ha esordito Leopoldo Destro che di Confindustria Veneto Est sarà presidente – nei prossimi anni il 60 per cento della popolazione abiterà in città grandi con logiche metropolitane; in Italia ci sono otto aree metropolitane, nessuna in Veneto. Sono aree vaste, policentriche, agglomerati umani che come calamite attrarranno cultura, ricerca, innovazione, capitali e quindi è nostro compito in questo territorio provare a dare una risposta, immaginare qualcosa di diverso che ancora non c’è stato. Abbiamo bisogno di una nuova visione di un’area metropolitana, che cerca di mettere insieme le grandi cose che abbiamo con le esigenze di un mondo che sta cambiando. Questa è l’origine dei nostri pensieri, il punto sul quale abbiano iniziato il percorso». I numeri danno la dimensione del territorio su cui opererà la nuova associazione: 2,9 milioni di abitanti; un Pil di 96 miliardi di euro; oltre 1,2 milioni di occupati di cui 400 mila nell’industria; un tasso di disoccupazione al 5,7 per cento. E poi ancora, 6,8 per cento del valore manifatturiero nazionale con 27 miliardi di euro nel 2021; 32,5 miliardi di euro, invece, è stato il valore delle esportazioni sempre per l’anno precedente, pari al 46,2 per cento dell’export regionale e al 6,3 per cento di quello italiano.
«Nel 2021 abbiamo superato la fase post-pandemica e nel 2022 siamo cresciuti più della media europea – sottolinea Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia e Rovigo – Questo territorio operoso guarda all’Europa consapevole della propria storia e, allo stesso tempo, proiettato verso il futuro. Un domani che richiede alle aziende di fare squadra, per moltiplicare le competenze mantenendo elevata la propria competitività nei mercati internazionali che tanto apprezzano il made in Italy».
All’appuntamento, collegata in video conferenza da Palazzo Chigi, è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni: «Abbiamo rinviato l’entrata in vigore delle Plastic tax e Sugar tax che avrebbero avuto conseguenze molto gravi per il nostro sistema industriale; abbiamo previsto la detassazione dei premi di produttività per i lavoratori dipendenti dal 10 al 5 per cento fino ai tremila mila euro annui e che si aggiunge alla detassazione dei fringe benefit, e abbiamo previsto l’azzeramento della contribuzione per chi assume donne, giovani fino ai 36 anni o percettori di reddito di cittadinanza». Misure che, per la presidente del Consiglio, «perderanno di qualsiasi efficacia se non riusciremo a garantire alle imprese un contesto differente da quello fin qui trovato nel rapporto con lo Stato e il Governo». Due i principi fondamentali espressi sin dall’insediamento: «Non disturbare chi produce e rimettere al centro il confronto con i corpi intermedi».