Fatti
Un’ambiziosa scelta obbligata che vent’anni dopo diventa la festa della consapevolezza collettiva. L’Istituto Oncologico Veneto (ospite del Comune nella sala della Ragione) era nato in ritardo, sulle ceneri del Geriatrico e con soli quattro medici strutturati.
«Sì, è vero: con l’infermiere Umberto che teneva la scala ho cambiato i filtri delle cappe» confessa Giusi Bonavina, direttore sanitario all’inizio e ora dg dello IOV, che non nasconde l’emozione e ringrazia ripetutamente il personale.
Luca Zaia, presidente della Regione, non nasconde la verità: «Il Veneto era in ritardo, perché Aviano funzionava già negli anni Ottanta. E scontava i viaggi della speranza dei pazienti oncologici. Oggi mi piace ricordare come lo IOV abbia un valore della produzione di 177 milioni di euro, garantisca 9.300 ricoveri all’anno e conti sulle “antenne” di Castelfranco e Schiavonia».
Il sindaco Sergio Giordani (come pure i rappresentanti dell’Università) sottolinea l’eccellenza raggiunta, insieme all’attenzione costante all’umanità nella diagnosi e cura delle persone.
Con 500 persone di fronte al maestoso cavallo ligneo, il “compleanno” dello IOV diventa l’occasione per offrire sei riconoscimenti pubblici ad altrettanti lavoratori dello IOV. Ma c’è anche il restyling del sito Internet sempre più trasparente nelle informazioni cruciali, mentre un libro raccoglie le testimonianze in presa diretta della storia passata e recente.
Concepito nel 2005, entrato in funzione nella primavera successiva, lo IOV nell’arco di soli quattro lustri si conferma un’IRCSS votato anche alla ricerca scientifica, alla sperimentazione clinica, alle nuove terapie e alle sfide della Medicina 4.0.
Il futuro imporrà altre scelte coraggiose, ambiziose e coerenti. A cominciare dal “trasloco” dello storico ospedale Busonera nell’annunciato polo ospedaliero di Padova Est. E comunque se politici, accademici, direttori generali sono predestinati a passare – lo IOV ha ormai solide radici in grado di proiettarsi almeno per altri vent’anni…