Idee
Sono un uomo non più giovane, marito, padre e nonno. La mia fede è cresciuta in famiglia e si è rafforzata frequentando il patronato della mia parrocchia di allora. Da adulto mi sono impegnato per molti anni nell’ambito di una polisportiva di pallavolo femminile, nata all’interno della mia attuale parrocchia, San Bonaventura di Cadoneghe. Durante questa esperienza ho toccato con mano quanto bene faccia a ragazzi e giovani frequentare un’attività sportiva all’interno della comunità parrocchiale, perché rappresenta un modo efficace per passare loro dei contenuti cristiani, e un modo di “essere” e di “stare” nella Chiesa. È per questo che mi permetto di scriverle, perché ho constatato che le attività ludico-ricreative per i più piccoli all’interno dei centri parrocchiali sono andate via via diminuendo negli anni, fino quasi ad azzerarsi in certi contesti. Non ne conosco la motivazione, forse legata alla scarsità di risorse umane e/o economiche, o al sopraggiungere di obblighi normativi difficili da rispettare, fatto sta che questo mi rattrista molto. Le scrivo in questo tempo storico perché penso che, alla luce delle nuove collaborazioni pastorali che stanno nascendo dopo il Sinodo della Chiesa di Padova, le attività ludico-ricreative parrocchiali potrebbero trovare nuova linfa, grazie all’allargarsi dei contesti e delle figure coinvolte, nonché alla possibilità di mettersi insieme e fare “rete”. Sarei contento di sapere cosa ne pensa e spero che, come me, altre persone si sentano coinvolte nel desiderio fattivo di promuovere nuove proposte aggregative nell’ambito dello sport (ma non solo) per bambini e adolescenti, aperte anche ad altre confessioni religiose, ma sempre e comunque all’interno degli spazi parrocchiali per l’importanza che questo riveste. Grazie per l’attenzione.
Giancarlo Pollesel – Cadoneghe
Gentile sig. Pollesel, la ringrazio molto perché solleva un tema fondamentale. Se da una parte è molto complesso comprendere le cause dell’affievolirsi delle attività ludico-sportive in parrocchia, dall’altra mi sento di scrivere che esse sarebbero oggi assai più utili di un tempo. Lo sport per tutti in parrocchia offrirebbe – e in molti contesti è ancora così – la preziosa possibilità di entrare in contatto con la comunità cristiana, ma non solo: in un tempo in cui cala il numero di ragazzi e adolescenti che si aggregano (anche a causa della precoce esposizione a telefonini e social network) e che fanno sport mentre crescono i tassi di obesità giovanile, proposte come queste consentono di impostare un’azione concreta ed efficace anche in termini di salute pubblica