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La pace, valore comune oltre le differenze: i laboratori nelle scuole
I laboratori alle primarie si sono svolti tra febbraio e aprile, proprio nel momento in cui scoppiava la guerra in Ucraina
MosaicoI laboratori alle primarie si sono svolti tra febbraio e aprile, proprio nel momento in cui scoppiava la guerra in Ucraina
«La proposta di Fondazione Fontana per le scuole primarie di primo grado che indaga la Wsa, quest’anno ha puntato sul capitolo “Peace” dell’Agenda 2030 e in particolare l’obiettivo di sviluppo sostenibile 16 che mira alla promozione di società pacifiche e inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile. Inoltre, si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. “Cercasi costruttori di pace” è il titolo del progetto che ha coinvolto sette insegnanti e 239 studenti di dodici classi appartenenti a quattro scuole diverse. La progettazione e la gestione è stata curata, come sempre, da una rete di organizzazioni del territorio coordinate da Fondazione Fontana. Le attività sono state strutturate in laboratori, articolati in due incontri di due ore ciascuno per un totale di quattro ore per classe. Il laboratorio, proposto e gestito da educatori professionisti che hanno seguito e supportato le classi, ha anche offerto ai docenti spunti e attività utili per proseguire successivamente in autonomia con i propri alunni la riflessione avviata e quindi approfondire le tematiche affrontate.
«Stiamo portando avanti da tempo la nostra collaborazione con Fondazione Fontana perché crediamo nella validità dei progetti e degli argomenti che ci vengono proposti. Inoltre, la riflessione sull’Agenda 2030 è inserita anche nei programmi ministeriali di educazione civica» spiega Roberta Baraldo, insegnante di religione che ha condotto la proposta in due classi quinte della scuola Maria Boschetti Alberti dell’istituto comprensivo di Cadoneghe. «Quelle proposte dalla Fondazione Fontana sono tematiche a cui siamo particolarmente legate e le affrontiamo in maniera trasversale in storia, geografia, religione ed educazione civica. Questo poi si è rivelato un momento particolare, perché i laboratori si sono svolti con i ragazzi tra febbraio e aprile proprio quando è scoppiata la guerra in Ucraina e, quindi, sono stati particolarmente attenti ai discorsi e ai temi affrontati prima dagli educatori e poi da noi insegnanti».
«Il progetto è stato molto seguito e partecipato dai ragazzi perché l’approccio è accattivante e interessante – continua Roberta Baraldo – Arrivano a discutere tra loro anche attraverso le riflessioni, i giochi e le attività proposte. Dopo i laboratori con le educatrici l’argomento è stato ripreso da me e anche dall’insegnante di storia, geografia ed educazione civica. Avevamo già affrontato i temi della Wsa anche l’anno scorso, formandoci prima e poi lavorando con i ragazzi. Certamente questo della pace è un argomento che coinvolge molto perché è un valore comune a tutti gli uomini indipendentemente dall’etnia, dalla cultura e dalla religione».
Un diploma di “Costruttore di pace” è il riconoscimento consegnato ai bambini delle primarie che hanno partecipato al progetto di cittadinanza attiva di Fondazione Fontana. «I nostri temi sono stati pace, dialogo e giustizia – racconta Arianna De Monte della cooperativa Fare il mappamondo che ha lavorato con i bambini insieme a Carolina Guzman di Amici dei popoli – Per diventare “costruttori di pace” hanno dovuto superare quattro prove per poter scoprire altrettanti segreti, vale a dire i quattro passi da fare per ottenere la risoluzione di un conflitto di discussione». I quattro segreti sono riconoscere il conflitto e capire che questo è inevitabile; comprendere che esistono modi diversi di affrontarlo per cui è necessario imparare a usare gli strumenti adeguati; sapere che il conflitto va affrontato per superarlo, non va evitato altrimenti non sarà mai superato; comprendere che la pace si costruisce insieme nel rispetto dei diritti di tutti. «Per imparare ad affrontare il conflitto – spiega ancora l’educatrice – i bambini hanno costruito una scala e i pioli rappresentavano le regole: quello centrale il conflitto, a scendere il negativo fino alla reazione violenta, a salire il positivo fino alla risoluzione. Sull’ultimo piolo c’è un mediatore che consente di allargare lo sguardo su chi cerca la pace. Abbiamo poi portato esempi e storie di persone che hanno ricevuto il Nobel per la pace o compiuto azioni in difesa dei diritti umani: non violenza, diritto alle cure, difesa dell’ambiente, informazione. Questo per insegnare che tutti possiamo essere costruttori di pace». Per ricordarlo ciascun bambino a fine anno porterà a casa una bustina di semi e a scuola lavoreranno a una toponomastica della pace: sceglieranno un luogo al quale assegnare un nome con una parola o una persona legata alla pace.