«Se potete, fate girare questo libro in parrocchia, tra gli amici: è importante parlare del tema degli abusi nella Chiesa, far aprire gli occhi alle persone e crescere lo sdegno». Sono parole di Mariapia Veladiano, alla presentazione del libro Dio della polvere, il 2 ottobre scorso nell’ambito del festival letterario “La fiera delle parole” di Padova. Nella sala degli Anziani del Comune, moderatrice Sabina Fadel, giornalista del Messaggero di Sant’Antonio, Mariapia Veladiano ha tratteggiato con passione il percorso che l’ha portata a scrivere questo romanzo. «Volevo parlare della violenza sessuale nell’ambito ecclesiastico ma non volevo farlo in modo morboso − sottolinea − Per questo ho pensato al dialogo tra un vescovo e una fisioterapista, Chiara, che non è l’abusata ma colei che parla e si batte a nome di quest’ultima, Luna, la ragazzina che ha in cura e che si sta lasciando morire, ma se venisse riconosciuta come vittima, se le venisse fatta giustizia, sceglierebbe di restare in vita».
Giustizia è una delle parole cardine del libro, come lo è responsabilità, riferita sia alle autorità ecclesiastiche che declassano i fatti a peccati anziché ritenerli reati, che alla collettività quando tace ciò che vede o sa, poiché «per ogni persona abusata, ce ne sono almeno dieci che non hanno parlato». E poi, le altre parole: obbedienza, che crea danni quando si trasforma in prevaricazione/sottomissione («al processo di Norimberga tutti hanno invocato l’obbedienza») e donna, perché la violenza fisica e psicologica spesso viene esercitata su chi, fin dalla formazione in seminario, viene presentata come figura umile e dedita al servizio, piuttosto che come essere pensante. «E, ancora, potere: tutte le persone che subiscono violenza parlano di abuso di potere degli uomini di Chiesa − continua Veladiano − In Italia, a differenza di altri paesi come Usa, Francia, Germania, Irlanda, la Chiesa non parla di questo fenomeno, al massimo definisce i carnefici “mele marce” e li sposta in altre comunità; solo la diocesi di Bolzano/Bressanone sta facendo qualcosa, ammettendo le violenze e perseguendole. Anche i numeri del fenomeno non sono chiari e spesso sono sottostimati».