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Mappe IconMappe | Mappe 17 – Istruzione di qualità – novembre 2023

mercoledì 8 Novembre 2023

La rivoluzione possibile. La scuola sa uscire dalle sue “gabbie”

Lezioni all’aperto oppure senza zaino. O magari con gli alunni che si spostano da una classe all’altra. Lontano dai rigidi schemi, a insegnarlo è l’istituto di Abano

Cristina Griggio

«In termini di adesione agli obiettivi dell’agenda 2030, la didattica della Scuola all’aperto oltre al Goal 4, ne soddisfa ben altri cinque: il numero 5 fornendo “un’educazione di qualità equa e inclusiva”; il 6, con la conoscenza delle zone umide; il 15, con il rispetto della vita sulla terra; l’11, con la ricerca della natura in città; il 16, con la promozione di istituzioni solide», esordisce Cinzia Cometti, formatrice e pedagogista della cosiddetta scuola all’aperto. Questa metodologia trae origine dal pensiero del filosofo e pedagogista Giovanni Amos Comenio; ripresa da Rousseau, Froebel e dai movimenti di educazione attiva, supera la concezione statica dello studio in classe per instaurare un dialogo con la natura. Non si tratta di allestire all’esterno l’ambiente didattico tradizionale, ma di ideare attività da svolgere utilizzando gli strumenti che la natura mette a disposizione. «Usciamo in giardino con i ragazzi di quinta e li osserviamo mentre si organizzano per creare le frazioni coi sassi, coi bastoncini, con le foglie. Il risultato? Dei veri e propri quadri autunnali di matematica, un’opera d’arte frutto della natura e della creatività dei bambini», spiega Iris Piccolo, docente e coordinatrice della scuola primaria De Amicis di Abano Terme, guidata dalla dirigente Barbara Stevanin, che attua con successo questa metodologia. «Concepire la scuola in modo attivo, attribuendo pari importanza agli spazi interni ed esterni, valorizzando l’apprendimento esperienziale, significa rallentare i tempi per proporre una didattica che ha a cuore la qualità della vita dei bambini – insiste Antonio Di Pietro, pedagogista ludico che collabora con l’Università di Firenze – Ne traggono beneficio anche gli insegnanti, che si muovono al ritmo dei bambini, anziché preoccuparsi di rincorrere un programma standard. Poco importa se avranno affrontato un argomento in meno, perché i bambini avranno appreso in modo efficace, alimentando il desiderio di conoscere». La scuola all’aperto è l’ultima di una serie di scelte innovative dell’istituto comprensivo di Abano che aveva già istituito la didattica della scuola “senza zaino” alla primaria Manzoni e della scuola “Dada” alla secondaria di primo grado Vittorino da Feltre. Andare a scuola senza la cartella significa molto più che alleggerirsi dalla borsa dei libri, significa liberarsi di qualsiasi fardello possa rappresentare un ostacolo al piacere di imparare. L’approccio si ispira al pensiero dell’americano John Dewey: poiché si apprende meglio dall’ambiente, inteso come comunità, che dal singolo docente, il contesto didattico diventa fondamentale in un processo educativo che privilegia la ricerca cooperativa, l’esperienza laboratoriale, la continua progettazione di nuovi contesti di apprendimento. «L’attenzione all’ambiente formativo può essere definita “approccio globale al curriculum” – spiega Elisabetta Pozzi, docente e referente per il progetto dell’istituto comprensivo di Abano – Ciò significa che l’apprendimento non si esaurisce all’interno dell’aula, poiché l’alunno è parte stessa del proprio ambiente, e da esso trae insegnamenti in ogni situazione». «Il punto di forza della scuola senza zaino è la pratica laboratoriale – sottolinea la docente Rosanna Armenante della primaria Manzoni – Il docente funge da facilitatore degli apprendimenti, ma i protagonisti del proprio apprendere sono gli alunni, che contribuiscono alla costruzione del proprio sapere, ciascuno con le proprie specificità: in un primo momento, il docente fornisce una traccia dell’argomento; successivamente, gli alunni lavorano in piccoli gruppi, mettendo in pratica quanto spiegato, secondo il metodo della ricerca-azione». Il confronto con i pari significa anche cura di sé e della relazione con l’altro, cura del proprio ambiente e assunzione di responsabilità, i principi nei quali questa metodologia trova la sua ragione di essere. Una vera e propria rivoluzione è avvenuta anche alla secondaria di primo grado, dove ciascuna aula non ospita più un gruppo classe dal primo al terzo anno, vedendo alternarsi i docenti sulla cattedra, ma sono le classi stesse a spostarsi da un ambiente all’altro, ciascuno adibito all’insegnamento di una determinata disciplina. Si chiama “Dada”, acronimo di “didattica per ambienti di apprendimento”: è una didattica laboratoriale concepita allo scopo di evitare la frontalità dell’insegnamento e creare spazi di apprendimento che il docente stesso, insieme ai ragazzi, può ideare e costruire secondo le proprie esigenze. L’aula non è un ambiente statico, ma diventa una sorta di cantiere, che può essere continuamente riadattato e reinventato, in una dinamica nella quale l’apprendimento si intreccia con la creatività e in essa trova la sua massima espressione. «I vantaggi di questa impostazione didattica? Innanzitutto, il benessere degli studenti, che sviluppano l’autonomia e imparano a muoversi seguendo regole e percorsi ben definiti – è il pensiero di Marco Bussi, docente di musica alla secondaria Vittorino Da Feltre – Inoltre, lo spostarsi fisicamente da un’aula all’altra permette di distrarsi e di abbassare il livello dello stress cognitivo e di riprendere l’attività con maggiore attenzione. Ogni disciplina necessita di competenze e di routine specifiche e l’ambiente di apprendimento inteso anche come spazio fisico è un mediatore molto potente in questo senso, che ha un ruolo determinante nell’apprendimento».

In Veneto, esperienze in crescita

Un po’ di numeri: in Veneto le scuole “senza zaino” erano 22 secondo i dati aggiornati nel 2020; le scuole all’aperto, sette; mentre le scuole Dada (Didattica per ambienti di apprendimento), aggiornate nel 2021, sono circa una decina. Tuttavia, questi numeri sono in continua crescita, poiché i risvolti positivi di queste metodologie sull’apprendimento e sul benessere degli studenti sono evidenti.

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