Idee
Avendo avuto l’onore di conoscerlo alla Fondazione Emanuela Zancan e nei seminari al Centro studi Malosco, con grande piacere e, non nascondo, anche con un po’ di commozione, ho apprezzato l’editto per la causa di beatificazione e canonizzazione di don Giovanni Nervo, firmata il 9 settembre scorso dal vescovo di Padova. Convintamente condivido questo editto vescovile in quanto, anche per me, è stato e resterà un grande Maestro che con i suoi insegnamenti (non imposizioni) mi ha fatto conoscere e apprezzare l’altruismo, la solidarietà, il volontariato, seguendo i percorsi della fede e i valori della costituzione. In particolare, a Malosco ho apprezzato le sue riflessioni ideali religiose, ma anche laiche e sociali. Era attentissimo alle difficoltà umane e fortemente sensibile alle problematiche sociosanitarie e assistenziali. La sua voce era rivolta ai governanti nazionali, regionali e locali, per chiedere azioni di contrasto alle povertà e per l’attuazione di riforme per aiutare i disabili e i non autosufficienti. Non dimentico la sua raccomandazione al volontariato e al terzo settore che, nell’esercitare la loro sussidiarietà, questa non deve mai sostituire, cancellare, posti di lavoro e nemmeno deve essere alternativa alle responsabilità e ai compiti delle pubbliche amministrazioni. Nella discussione non è mai mancato il suo solare sorriso di speranza, che, sono convinto, lo accompagna anche in Cielo. Per la Chiesa, le comunità e le associazioni, don Giovanni Nervo è stato e resterà “luminoso faro” orientato sui valori umani e sulla pace. Va ricordato che don Nervo, in gioventù, è stato anche “staffetta partigiana” per la libertà e per la democrazia. Ringrazio il vescovo di Padova per l’editto della causa di don Giovanni Nervo, al quale rinnovo il ringraziamento per i suoi insegnamenti che mi hanno dato l’opportunità di svolgere con maggiore positività, compiti e impegni nei miei percorsi sindacali e di volontariato. Un convinto grazie anche alla Fondazione Emanuela Zancan.