Mosaico
La vendemmia? Positiva, ma fa i conti con il clima mutato
Non ci sono più le mezze stagioni, ma nemmeno un’annata meteorologica è uguale all’altra.
Non ci sono più le mezze stagioni, ma nemmeno un’annata meteorologica è uguale all’altra.
Lo sanno bene i viticoltori, che ogni anno sono chiamati a modificare scelte e strategie. E ogni anno, a settembre e ottobre, ci si chiede: com’è andata l’annata viticola, in termini di quantità ma anche di qualità? Sarà stata una vendemmia sufficiente, discreta, o eccezionale? La variabile clima in tutto questo è assurta al primo posto. «Qualità delle uve buona, ma non eccezionale, quantitativi produttivi stabili o in leggero aumento di qualche punto percentuale, ma non per tutte le cultivar e province», hanno affermato gli esperti di Veneto Agricoltura nel corso del consueto focus estivo sulle previsioni vendemmiali nella Regione. Si apprende che a influire positivamente rispetto al 2023 c’è stato un minor numero di grandinate e l’entrata in produzione di nuove superfici vitate, ma in alcune zone ci sono state perdite di prodotto a causa di sbalzi termici ed eccessi idrici. L’avvio della vendemmia ha visto però un generale anticipo di quasi una settimana sulle consuete date di raccolta. «Il 2024 è stato caratterizzato da una primavera molto piovosa – fanno notare anche al Consorzio del Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg – in particolare i mesi di aprile e maggio. Dal 1959 a oggi si contano quattro annate in cui questo stesso bimestre è risultato particolarmente piovoso: 2013, 2019, 2021 e quest’anno. È evidente che il fenomeno evidenzia una tendenza di cui si deve prendere atto». Nel dettaglio, è scesa pioggia per il triplo della media, con conseguenze sullo stato vegetativo della vite e microfrane sulle “rive”, mentre le notti estive troppo calde hanno avuto come effetto un’acidità inferiore alle attese nelle uve. È questo uno dei motivi per cui la vendemmia è sempre più anticipata, per assicurarsi acini dal corretto equilibrio tra acidità – ovvero freschezza, fondamentale per uno spumante – e grado zuccherino. «Un’annata sfidante – ha dichiarato invece il presidente del Consorzio di Tutela Vini dei Colli Euganei, Gianluca Carraro – in cui le capacità dei produttori e le caratteristiche dei nostri colli, costantemente ventilati, fanno la differenza. Le uve del Serprino, le rosse bordolesi e il moscato destinato al Fior d’Arancio si stanno comportando bene. La costante ventilazione della nostra zona, e la scelta di riservare ai vigneti aree ben esposte e fresche hanno permesso di gestire gli sbalzi termici». Per i vitigni tardivi, che si vendemmieranno nella seconda metà di ottobre, le previsioni sono ancora migliori: «Potenza ed eleganza saranno i tratti distintivi del 2024, con quantità soddisfacenti». L’annata complessa pone spunti di riflessione, alla luce anche del recente riconoscimento Unesco, rispetto alla lotta a insetti vettori di malattie devastanti: paesaggio e biodiversità sono fattori basilari per il contesto socioeconomico, che su questa attività radica buona parte della propria forza. Questo è anche il pensiero di Christian Marchesini, presidente del Consorzio vini Valpolicella, area che prevede buona qualità delle uve e raccolto in lieve calo rispetto al 2023. «I nostri viticoltori – ha affermato – hanno dovuto fronteggiare condizioni meteorologiche complesse che dimostrano l’impatto sempre più evidente del cambiamento climatico. Un’evoluzione che impone di acquisire nuove competenze e tecniche produttive per preservare la qualità delle uve».
L’annata viticola è stata condizionata nel Nord Italia dalle frequenti precipitazioni primaverili, che hanno favorito un maggiore sviluppo di malattie fungine e dalle alte temperature estive con periodi di carenza idrica. L’annata viene considerata da più parti come “difficile” nella gestione di vigneto e malattie.