StorieLa xiloteca del Centro studi per l’ambiente alpino di San Vito di Cadore accoglie manufatti unici, scrigni di corteggia dal cuore ligneo. Sono libri-cofanetti realizzati nella prima metà dell’Ottocento che contengono la storia individuale dell’arbusto da cui sono stati ricavati
Immaginiamo dei veri e propri gioielli realizzati con il legno, scrigni che, una volta aperti, sono in grado di rivelarci preziose informazioni sull’albero dal quale sono stati ricavati, e non solo. Sono i libri in legno conservati nella xiloteca del Centro studi per l’ambiente alpino a San Vito di Cadore, un laboratorio distaccato dell’Università di Padova: «Utilizzando tecniche di dendrocronologia, abbiamo potuto misurare lo spessore degli anelli dell’albero dal quale è stato ricavato ciascun libro e – spiega Tommaso Anfodillo, docente di Ecologia e coordinatore del Centro – basandoci su una curva di riferimento costruita dal dipartimento e sulle variazioni annuali che l’albero manifesta nelle diverse stagioni, siamo giunti a una datazione attendibile, che colloca la produzione di questi manufatti nella prima metà dell’Ottocento, verosimilmente tra il 1820 e il 1840, l’epoca in cui la moda di questi testi si diffuse in Europa». Questa datazione è stata confermata da una ricerca di archivio, realizzata dalla dott.ssa Letizia del Favero, che ha scoperto un documento in cui si cita l’autore dei libri (tale Eugenio Trevisan, custode dell’Orto agrario) che avrebbe realizzato le opere tra il 1834 e il 1842. Tuttavia, a differenza dei libri simili realizzati in alcuni Paesi del Nord Europa, come la Germania e la Svezia, i libri conservati nella xiloteca del Cadore rivelano non soltanto l’abilità manuale del proprio costruttore, ma anche l’attenzione con la quale sono state seguite tutte le fasi ontogenetiche della pianta, con la raccolta di piantine, semi e fiori nelle diverse stagioni dell’anno. Pare che inizialmente questa collezione fosse costituita da un centinaio di pezzi. Purtroppo, ce ne sono pervenuti soltanto 56, quelli che, si narra, si dovrebbero essere salvati da un cantiere della nuova facoltà di Agraria, grazie al repentino intervento del prof. Lucio Susmel, emerito di Ecologia e fondatore del Centro studi di San Vito di Cadore: «È un’eredità che abbiamo ricevuto e che abbiamo il dovere di preservare e di valorizzare – osserva Anfodillo – Conoscere questi libri ci permette di allargare la nostra riflessione su aspetti sociali e ambientali che non possono essere trascurati». Proprio per diffondere la consapevolezza che la filiera del legno in ambiente montano in passato è stata una fonte di energia fondamentale per la sopravvivenza, e per sensibilizzare le persone al rispetto della natura, nei prossimi due anni saranno allestite mostre itineranti in collaborazione con i Comuni di Borca di Cadore e di San Vito di Cadore. Inoltre, grazie alla collaborazione con il gruppo culturale Dolomiti Contemporanee, il prossimo anno verrà bandito il primo concorso per la progettazione di nuovi libri in legno, che contribuiranno ad arricchire la xiloteca. Il bando del concorso non è ancora stato definito nei dettagli, tuttavia si tratta di un’iniziativa innovativa che mira a dare spazio di espressione a giovani artisti in grado di coniugare in modo armonioso e accattivante una forma d’arte antica con il gusto della modernità. Oltre alla conservazione e alla valorizzazione della xiloteca, il Centro studi è, inoltre, impegnato in una importante attività di laboratorio che ha come obiettivi la ricerca, la didattica e la divulgazione. Non a caso, il Centro è il dipartimento che la Regione Veneto ha scelto per il ripristino dei boschi colpiti dalla tempesta Vaia nel 2018: «Per quanto riguarda l’aspetto della ricerca, in collaborazione con il dipartimento Dafnae (dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente, ndg), stiamo monitorando il bostrico, un parassita che colpisce le piante, provocandone la morte. Siamo inoltre impegnati nel monitoraggio delle frane e nella gestione delle stazioni di allarme». Il Centro è aperto anche a visite di scolaresche, che vi giungono da ogni parte del Veneto. Gli studenti possono accedere a giornate di formazione con docenti e professionisti, e persino svolgervi il Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento). Conclude Tommaso Anfodillo: «Le nostre proposte di formazione sono accomunate dalla volontà di aumentare la sensibilità nei confronti dell’ambiente, poiché è nostro dovere tutelarlo per le generazioni future».
Una xiloteca (dal greco xylon “legno” e théke “scrigno, ripostiglio”) è una raccolta di campioni di legni che serve allo studio dei legnami dal punto di vista botanico e tecnologico. La dendrocronologia (dal greco déndron “albero”, chrónos “tempo” e lógos, “studio”) è, invece, un sistema di datazione basato sul conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi.
I preziosi manufatti lignei esposti nella xiloteca di San Vito di Cadore, a un primo sguardo sembrano estratti dal fusto, come opere già compiute e conservate all’interno dell’albero. Il dorso del libro è costituito dalla corteccia, in forma naturale, sulla quale è impresso il nome scientifico dell’albero in latino. Più che di libri veri e propri, si tratta di singolari “cofanetti” lignei, che, una volta aperti, ci sveleranno tutte le caratteristiche dell’albero dal quale sono stati ricavati. Al loro interno sono stati scavati piccoli scomparti contenenti alcuni semi della pianta stessa, della segatura ottenuta dal taglio della specie, della cenere prodotta dalla combustione del legno, oltre a una descrizione sommaria della specie arborea con notazioni di carattere tecnico.
