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L’affetto di Vigonovo verso Giulia e la famiglia Cecchettin
La comunità si è stretta con la preghiera attorno alla famiglia di Giulia, elogiando l’atteggiamento di papà Gino, testimone soprattutto per i giovani
IdeeLa comunità si è stretta con la preghiera attorno alla famiglia di Giulia, elogiando l’atteggiamento di papà Gino, testimone soprattutto per i giovani
La comunità di Vigonovo, di Santa Maria Assunta, alla notizia della scomparsa di Giulia Cecchettin e poi del tragico epilogo, si è stretta fin da subito attorno alla famiglia organizzando momenti di preghiera. «Siamo stati vicini a Giulia, al papà e ai fratelli – racconta Elena Carraro, animatrice in parrocchia del gruppo giovani, i ragazzi dai 18 ai 23 anni – con la preghiera, non solo durante le veglie ma in tutte le occasioni di raccoglimento comunitario. È sempre stata portata l’intenzione di preghiera per la famiglia e per Giulia. Come comunità ci siamo stretti con rispetto alla famiglia. La nostra è una presenza di preghiera e di sostegno nella preghiera». Elena Carraro ha anche letto le preghiere dei fedeli al funerale di Giulia, nella basilica di Santa Giustina. Una scelta simbolica, lei che è animatrice proprio dei giovani che sono coetanei della studentessa uccisa e che sono rimasti molto scossi dalla vicenda.
«Il funerale è stato molto delicato – sottolinea l’animatrice che non conosceva personalmente Giulia – Dal mio punto di vista, parlo da credente, è stata una grande consolazione. Una celebrazione in punta di piedi, pur avendo un contorno ufficiale dato dalla diretta televisiva sulle reti nazionali e anche dalla presenza del vescovo Claudio. Vivendolo dall’interno, dentro la basilica, tutto è stato molto discreto e allo stesso tempo una carezza di tenerezza alla famiglia e a Giulia stessa. Direi anche un gesto di fiducia». Tanta la commozione di chi ha partecipato alle esequie, dentro Santa Giustina e sul piazzale della chiesa. Ma ciò che affiora è anche la cura con cui è stato celebrato l’addio a Giulia. Tempi molto ben definiti, precisi, pur essendoci migliaia di persone dentro e fuori la chiesa, nessun rumore fuori posto, ma anzi la capacità di saper rispettare il silenzio e anche i tempi.
«Una cura in punta di piedi – evidenzia nuovamente l’animatrice – Non sono state dette parole di troppo, anche le preghiere sono iniziate come nella tradizione cristiana, dando un pensiero a tutti, alla pace nel mondo, agli anziani, ai giovani, alle persone in difficoltà, alle famiglie, alla famiglia di Giulia e a Giulia stessa. Preghiere molto attente dal punto di vista spirituale, ma molto discrete. E poi le parole di papà Gino: dal mio punto di vista il papà sta dando una testimonianza da credente, il suo esprimersi in termini di “non odiare” e di “non dare parole di vendetta”, il non fare dichiarazioni fuori le righe, sono messaggi molto forti che sono stati ripresi fin da subito, così come la poesia di Gibran che ha citato alla fine con il suo messaggio di speranza e perdono». Il rumore delle chiavi poi al termine del funerale, all’esterno della basilica, è cresciuto in modo spontaneo e ha avuto un valore simbolico: «Ho capito solo dopo cosa stava succedendo – dice infatti Elena Carraro – questo rumore e poi la forte partecipazione dei giovani, universitari ma anche delle scuole superiori, ha dato e darà un risvolto in più in ambito sociale, seguendo così le intenzioni di papà Gino. Ci auguriamo anche ci possa essere in futuro un’occasione per la nostra comunità in cui incontrare il papà di Giulia, magari per una testimonianza nell’ambito del nostro gruppo giovani».
«Dare vita a una fondazione è nei nostri piani – ha dichiarato Gino Cecchettin – Ho concentrato tutto il mio cuore e la mia forza su di lei, sono riuscito ad azzerare odio e rabbia. Mi impegnerò ancora in questa battaglia».