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L’allerta. Nel Veneto è ricomparsa l’aviaria
L’allerta. L’influenza aviaria torna a mettere a rischio gli allevamenti avicoli di Veronese e Bassa Padovana
L’allerta. L’influenza aviaria torna a mettere a rischio gli allevamenti avicoli di Veronese e Bassa Padovana
L’emergenza aviaria è tornata a farsi sentire. Già in ottobre se ne erano registrati dei casi in alcuni allevamenti del Veronese e del Ferrarese, dopo i focolai francesi e in altri paesi del Nord ed Est Europa, facendo aumentare le attenzioni alle aziende venete, alcune delle quali in passato già pesantemente colpite da questa influenza avicola. A metà novembre gli allevamenti colpiti nel Veronese erano quasi tutti di tacchini ma anche di galline ovaiole e da carne. Di recente, i focolai hanno raggiunto anche la Bassa Padovana: nel complesso, a metà del mese erano oltre cinquanta i siti infetti. I contagi sono imputabili ad animali selvatici, il cui monitoraggio è particolarmente complicato. «Abbiamo chiesto al presidente Luca Zaia – dichiara Cia Veneto – insieme alle altre organizzazioni agricole, l’istituzione urgente di un tavolo finalizzato a un costante scambio di informazioni sul tema, per essere di supporto ai competenti uffici regionali e per attivare a breve termine gli indispensabili indennizzi, diretti e indiretti». Già ora la stima dei danni, in tutto il Veneto, è di milioni di euro; l’ordine di grandezza potrebbe aumentare qualora non si riuscissero a contenere i casi. A tale riguardo la norma prevede l’attivazione di una “zona di protezione” nel raggio di tre chilometri dal sito coinvolto e una “zona di sorveglianza” nel raggio di dieci chilometri. Nella zona di protezione è previsto che pollame e volatili siano tenuti in un luogo in cui non possano venire a contatto con quelli di altre aziende. Le carcasse degli animali morti vanno distrutte immediatamente e i veicoli che le hanno trasportate sottoposti a disinfezione. Non sono ammessi l’ingresso e l’uscita di volatili in cattività e mammiferi domestici. «Le autorità sanitarie – precisa il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – stanno monitorando attentamente gli allevamenti, tuttavia il virus ha la caratteristica di diffondersi molto velocemente, col rischio di un incremento esponenziale del numero di capi da abbattere e smaltire». Per questo è forte la preoccupazione negli allevatori. «In ogni caso – conclude – seppur grave la situazione è gestita in maniera ottimale dalla Regione. Serve comunque la collaborazione di tutti affinché l’emergenza rientri nel minor tempo possibile. Le parole chiave, ancora una volta, sono prevenzione e controllo».
Il virus dell’aviaria è ad alta patogenicità e ha la caratteristica di diffondersi molto velocemente. Sono previste zone di protezione e di sorveglianza, per impedire il contatto con altri volatili, e se necessario l’abbattimento dei capi a rischio e la distruzione di tutte le carcasse. Sono previsti indennizzi, ma anche milioni di euro di perdite