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L’approfondimento. Il futuro degli allevamenti passerà dai vaccini animali?
Che cos’è l’aviaria? «È una forma di influenza, c’è sempre stata e come tutte le forme influenzali ciclicamente appaiono.
Che cos’è l’aviaria? «È una forma di influenza, c’è sempre stata e come tutte le forme influenzali ciclicamente appaiono.
La scienza ha confermato che sono influenze legate alla stagione e trasportate dai volatili selvatici.È indipendente dalle tipologie di allevamento, come dimostra il fatto che stavolta ha colpito tante specie indiscriminatamente, dalle faraone ai galletti ai tacchini, ma anche le anatre, i fagiani, le quaglie… praticamente tutte», spiega Simone Menesello, presidente della sezione avicola nazionale di Confagricoltura. Non tutti gli anni il virus dell’aviaria colpisce i siti produttivi: rimane nel serbatoio dei selvatici e viene isolato solo dagli istituti di ricerca. Quando questo succede, però, la strategia europea prevede la soppressioneper far sì che la malattia non si sviluppi. Ma le cose potrebbero cambiare: «Non è detto che nel futuro non si adotti l’uso dei vaccini. Anche in questo settore la scienza progredisce, in Francia e Olanda la comunità europea li sta già sperimentando. Il problema è che i virus dell’aviaria ogni stagione mutano, servono vaccini ad ampio spettro», conclude Menesello. Non c’è solo l’aviaria a rendere critica la situazione del settore: tra questi c’è l’aumento dei costi energetici e delle materie prime, assieme a una contrazione dei prezzi del prodotto, che fanno sì che alcune aziende rischino di produrre sottocosto.