“Quando sono entrata in convento, ad ogni finestra del monastero sedeva una ricamatrice. C’erano sr. Angela, sr. Agnes, sr. Hildegard, sr. Clara e l’ultima era la mia finestra”. Sr. Pia elenca i nomi delle sue consorelle, contandoli sulle dita della mano. Dita che dalla seconda metà degli anni Cinquanta ad oggi di ricami ne hanno fatti a centinaia.
Sr. Pia Willi, con i suoi 93 anni, è la più anziana tra le monache benedettine del monastero svizzero di S. Giovanni Battista che sorge a Müstair, a meno di 3 chilometri dal confine italiano e dal paese altoatesino di Tubre (Val Venosta). Fondato nel VIII secolo da Carlo Magno, il convento è stato abitato fino al XII secolo da una comunità di monaci. Successivamente il monastero è passato alle monache benedettine, che ancora oggi fanno di quelle mura, iscritte dal 1983 nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Unesco, un luogo scandito da “ora, labora et lege”, preghiera, lavoro e letture spirituali.
Quest’anno il monastero celebra il suo 1250.mo anniversario di fondazione e per l’occasione il museo del monastero ha deciso di dedicare una retrospettiva a sr. Pia Willi, che in 65 anni di vita religiosa ha scritto un capitolo importante della storia del convento.
Sr. Pia Willi varca la soglia del monastero di S. Giovanni Battista a Müstair nel 1958. Ha 26 anni. Ha studiato alla Scuola di arti applicate di Zurigo e ha completato la sua formazione all’Accademia d’arte André Lhote di Parigi. Ha davanti a sé la possibilità di diventare un’apprezzata artista, ma sceglie di seguire un’altra strada. Decide di vivere una vita di preghiera in clausura. Una vita in cui capirà ben presto come il suo talento artistico troverà nuove forme di espressione.
Le monache benedettine di Münstair vantano una lunga tradizione nel ricamo. Grazie alle cronache del monastero (1865-1965) iniziate da Maria Scholastica Walburga Schwienbacher, il periodo intorno al 1900 è particolarmente documentato e il monastero produce ricami in seta e oro di alta qualità, soprattutto per paramenti liturgici.
A partire dal 1935 il Monastero di San Giovanni conosce un altro periodo di splendore grazie al ricamo delle “Tracht”, i costumi tradizionali dell’arco alpino. Gli ordini provenivano prevalentemente dall’Engadina. Una suora, lavorando dalle 2 alle 4 ore nei giorni feriali, impiegava almeno un mese per realizzare un costume completo composto di pettorina, grembiule, scialle e cuffia. Le sorelle realizzavano circa 25 “Trachten” all’anno.
Sr. Pia diventa una delle ricamatrici, come racconta lei stessa in un reel pubblicato sull’account Ig del monastero. Ma non solo. Il suo estro artistico e la sua mano leggera e attenta ai particolari, la portano a disegnare i modelli per nuovi ricami da realizzare sulle “Tracht”. “Portavano in convento della seta nera – ricordava, il 16 agosto 2020, sr. Domenica Dethomas, in occasione della festa per il giubileo di diamante di ordinazione di sr. Pia – la mettevano nelle sue mani e lei vi ricamava sopra dei fiori meravigliosi, che andavano a impreziosire scialli e grembiuli”. Il tutto fatto – non serve neanche dirlo – a regola d’arte, dove il rovescio del ricamo è bello, ordinato e pulito tanto quanto il diritto. Quasi un tessuto nel tessuto.
Ai progetti per i ricami dei costumi tradizionali nati dalla mano e dall’esto di sr. Pia Willi è dedicata una sezione della mostra, in cui vengono esposti per la prima volta i disegni che la monaca benedettina ha realizzato negli anni di studio a Zurigo e Parigi. Ma non solo. L’occasione della mostra ha dato il la ad un’iniziativa di carattere storico-culturale. È stato infatti avviato – in collaborazione con “TiM – Tandem im Museum – un archivio digitale di “Tracht” e ricamo, a cui tutti coloro che hanno in casa una Tracht sono chiamati a partecipare, postando le foto dei propri abiti, storie e ricordi di famiglia. Tra le foto postate nell’archivio digitale è possibile scoprire la più antica “Tracht” della val Müstair, risalente al 1899. E c’è anche il più antico costume tradizionale ricamato nel monastero di Müstair. Lo racconta in un post Patricia Caratsch, che arrivata nel 1985 nel paesino svizzero si è unita a un gruppo di danza popolare per poter indossare la sua Tracht verde, caratteristica della Münstertal. Ma lei desiderava averne uno rosso. Un desiderio che si avvera nel 2012. “Sono riuscita a comprare una Tracht rossa, e che Tracht: il tessuto proviene da Tessandra e il ricamo è stato fatto da sr. Agnese nel 1939. La Tracht apparteneva a Grettina Schrosch di Tschierv. Suo marito, il signor Cadisch, dovette vendere un vitello per pagare l’abito. Sr. Clara ha riparato i ricami nel 2012. Ora la Tracht è come nuova”.
Pittrice, designer, ricamatrice. Sr. Pia Willi è stata tutto questo, ma non solo. Dal 1986 al 2013 è stata anche priora del monastero, guidandolo con sensibilità diplomatica e oculata gestione della comunità. Durante il suo mandato ha promosso importanti lavori di conservazione e restauro del complesso monastico e degli affreschi della chiesa del monastero. Sotto la sua guida sono stati avviati – insieme alla Fondazione Pro Kloster St. Johann – importanti lavori di recupero e restauro, inclusa la realizzazione, nel 2003 del museo. Ed è proprio in questo periodo che il talento artistico di sr. Pia Willi trova una nuova forma di espressione.
Per finanziare i lavori di ristrutturazione e i restauri la Fondazione aveva pensato di avviare una raccolta fondi stampando delle cartoline. Senza ottenere, però, il successo sperato. “Sono diventata priora nel 1986 e in quell’anno sono iniziati i lavori nel convento. Mi è stato proposto di fare dei disegni da mettere a disposizione per promuovere la raccolta fondi”, racconta sr. Pia Willi in un reel. “C’è voluto del tempo – ricorda la benedettina – per trovare il soggetto giusto, e poi è arrivato”. Sono nate così, le “Willi-Karten”, cartoline in cui viene raccontata la vita del monastero.
Le suore stilizzate, disegnate a penna e colorate con tinte tenui, vengono ritratte in diversi momenti della loro giornata: dalla preghiera al lavoro nell’orto, dai momenti di festa a quelli trascorsi in cucina a preparare biscotti. La semplicità della vita monastica, che si rispecchia nella semplicità del disegno, hanno fatto sì che le cartoline ottenessero fin da subito un enorme successo, anche in un periodo storico in cui – complici anche smartphone e cellulari – di cartoline se ne spediscono sempre meno.
Oltre 46 i soggetti disegnati da sr. Pia Willi da allora ad oggi sulle cartoline che sono in vendita nella bottega del monastero e che si possono trovare esposte in una sezione particolare della mostra allestita fino al 6 aprile 2026 nelle sale del museo di Müstair.
E se per anni sr. Pia Willi con le sue cartoline ha regalato un sorriso a migliaia di persone, per una volta a far sorridere la loro creatrice sono state proprio loro, le cartoline. È accaduto in occasione dell’inaugurazione della mostra. Di fronte a quelle piccole scene di vita quotidiana, sr. Pia Willi ha conosciuto per la prima volta chi, di quella vita quotidiana ne fa indirettamente parte da diverso tempo. Stefan Kürzi cura da oltre due decenni la stampa delle cartoline. Con Pia Willi lavora da vent’anni, ma i due non si erano mai incontrati. Fino allo scorso 26 giugno. La sorpresa di quell’incontro è stata immortalata nelle foto postate su Ig. Insieme, sr. Pia Willi e Kürzi, hanno stampato più di 7 milioni di cartoline.