MosaicoL’artista padovano Gianni Turin è a Trieste con “Attraversa-menti”, mostra diffusa, aperta fino al 18 maggio, promossa dal Centro studi arte archeologia ambiente della Provincia di Padova e dal Comune di Trieste.
Le opere esposte sono una sessantina, dislocate tra nove sedi, in centro città e dintorni, in un percorso suggestivo, che fa riflettere sui conflitti del ‘900 e su quelli odierni. I luoghi coinvolti, dal forte valore storico, religioso e multietnico, sono il Museo della guerra per la pace, la Foiba di Basovizza, la biblioteca statale Crise, la cattedrale di San Giusto, la chiesa di Sant’Antonio, il Palazzo vescovile, la chiesa luterana di largo Panfili, la sede dell’Associazione culturale islamica e il Museo ebraico Wagner. Come mai la scelta di Trieste e di siti così diversi tra loro? «Perché questa è una città di confine – spiega Gianni Turin – terra di scontri, violenze ed esodi, ma che poi, dal crocevia di popoli e culture, trova soluzioni di rispetto e tolleranza. Le prime tappe della mostra sono quelle che testimoniano la storia atroce dell’istinto umano più selvaggio e prevaricatore. Ma poi il riscatto arriva, quando l’uomo dà ascolto al suo profondo desiderio di infinito e spiritualità. Questi messaggi di speranza sono abbinati alle sedi culturali di musei, biblioteche e luoghi religiosi di diversi culti, ambienti positivi che sanno inoltre dialogare tra loro. I tre monoteismi collaborano per la prima volta, a Trieste, proprio in questa mostra, attraverso il linguaggio comune e universale dell’arte». Le opere di Turin fanno dunque da tramite tra mondo civile e spirituale, tra guerra e pace, e si inseriscono rispettose e armoniose in ciascun sito, con una sensibilità di cui l’artista ha già dato prova in passati allestimenti diffusi a Bologna e Venezia. Costante della mostra è una testa stilizzata, senza bocca, emblema della difficoltà di una vera comunicazione da parte dell’uomo moderno. (L. B.)
