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Le nuove regole per le Dop e le Igp
Novità In fase avanzata l’iter che rinnoverà la normativa comunitaria in tema di prodotti agroalimentari tutelati da marchio europeo
Novità In fase avanzata l’iter che rinnoverà la normativa comunitaria in tema di prodotti agroalimentari tutelati da marchio europeo
Denominazioni di origine, si cambia! L’Unione Europea – Parlamento e Consiglio – ha raggiunto lo scorso 24 ottobre, dopo due anni di negoziato, un accordo sull’attesa riforma del sistema delle indicazioni geografiche, che riguarda tutti i prodotti agroalimentari. L’Italia è il Paese maggiormente interessato, visto che con i suoi 885 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, è quello che vanta più riconoscimenti in assoluto. «È un settore che sviluppa un valore di quasi 20 miliardi di euro – ricorda il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – con il contributo di oltre 86 mila operatori. Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare, che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico e occupazionale rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese». Il nuovo regolamento – che entrerà in vigore nei primi mesi del 2024 dopo i passaggi formali in Parlamento e Consiglio – mira infatti ad aumentare la diffusione delle indicazioni geografiche nell’Unione, ma anche a fornire un livello di protezione più elevato, in particolare nell’online, e a innalzare il livello di qualità e standard alimentari. Rafforza inoltre la trasparenza delle comunicazioni ai consumatori, eliminando alcune zone d’ombra (come nell’uso di prodotti Dop e Igp come ingredienti). «Grazie al forte mandato negoziale del Parlamento – rivendica Paolo De Castro, relatore dell’Europarlamento per il regolamento – la nuova normativa farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico». Tra le novità, il regolamento introduce un quadro giuridico unitario con un’unica procedura di registrazione semplificata per tutti i prodotti di cui si occupa, ovvero vini, bevande spiritose e prodotti agricoli, dell’Ue e dei Paesi terzi. Aumentano poi la protezione delle indicazioni geografiche utilizzate come ingredienti in prodotti trasformati e dei prodotti a indicazione geografica venduti online. Quanto ai nomi dei domini web, la normativa obbliga gli Stati membri a bloccare sul loro territorio i nomi che possono essere in conflitto con una indicazione geografica. C’è poi un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale, economica e sociale: i produttori potranno valorizzare le azioni intraprese in questi ambiti, allo scopo di proteggere le risorse naturali e le economie rurali, garantire le varietà vegetali e le razze animali locali, preservare il paesaggio e migliorare il benessere degli animali. Le associazioni di produttori , che avranno maggiori poteri, potranno decidere di rendere obbligatorie alcune pratiche inserendole nei disciplinari di produzione. «Il negoziato si è chiuso con più garanzie e semplificazioni – precisa Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto – e d’ora in poi vieta l’uso di menzioni generiche come quella del “Prosek”, che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri». Ora la palla passa ai tecnici, per completare il testo giuridico che, una volta messo a punto, sarà presentato per approvazione ai rappresentanti degli Stati membri in seno al Comitato Speciale Agricoltura (Csa).
L’Italia possiede ben 885 prodotti riconosciuti dall’Ue, tra prodotti alimentari e vini Dop e Igp, che sviluppano un valore di quasi 20 miliardi di euro e sono realizzati con il contributo di oltre 86 mila operatori agricoli