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Le tartarughe marine scambiano i sacchetti di plastica per meduse
Tartarughe marine Vengono a svernare e nidificare sul litorale veneto. Possiamo tutti contribuire a tutelarle
MosaicoTartarughe marine Vengono a svernare e nidificare sul litorale veneto. Possiamo tutti contribuire a tutelarle
Sono il simbolo di quanto la plastica può essere micidiale per gli animali che, inconsapevoli del pericolo che rappresenta, ne restano vittime. Sono le tartarughe marine, le Caretta Caretta, che ingeriscono le buste di plastica scambiandole per meduse di cui sono ghiotte, o che restano impigliate nelle reti senza riuscire più a liberarsi. La presenza di tartarughe marine nei litorali veneti è comune, perché nell’Adriatico settentrionale svernano e, grazie alle nidificazioni scoperte a Jesolo e Scano Boa nel 2021, gli esperti hanno iniziato a monitorare il territorio per capire come gestire al meglio gli eventi e da quali condizioni siano influenzati. Una sensibilità aumentata che spiega come a Bibione due tartarughe marine Caretta Caretta siano state protagoniste di un recupero da manuale. La domenica di Pasqua un esemplare adulto è stato ritrovato spiaggiato senza vita, ma il giorno dopo un esemplare giovane e ancora vivo, di circa 30 centrimetri di lunghezza, è stato soccorso sulla battigia. In entrambi i casi, la macchina dell’assistenza si è attivata immediatamente: la Capitaneria di Porto e il Gruppo di ricerca e intervento su animali marini del dipartimento di biomedicina comparata e alimentazione dell’Università di Padova, coordinatori delle attività di recupero delle tartarughe marine nella costa veneta, sono stati allertati tempestivamente. Le tartarughe sono state affidate alla Guardia Costiera Ausiliaria Delta Tagliamento che, a sua volta, le ha consegnate ai volontari di Legambiente Veneto Orientale per il trasporto all’Università di Padova. Un esempio di sinergia virtuosa che ha garantito il recupero della carcassa in tempi utili per eseguire la necroscopia sull’esemplare morto, mentre per l’esemplare vivo, la tempestività e la corretta filiera di recupero ha garantito i primi soccorsi e il successivo trasferimento al centro di recupero tartarughe marine del Cestha a Marina di Ravenna. Da qualche anno lungo le nostre coste sono state avvistate molte tartarughe in precarie condizioni di salute o decedute. Le tartarughe sono infatti seriamente minacciate dalle attività umane, e per questo, sono una specie protetta e simbolo della necessità del rispetto dell’ambiente. L’erosione delle spiagge sta riducendo lo spazio necessario per la nidificazione, e la presenza dei bagnanti e l’uso di mezzi pesanti per pulire le spiagge possono causare la distruzione di interi nidi. Fare attenzione quando si è in spiaggia è importante, per evitare di nuocere ai nidi, così come segnalare la presenza di tartarughe marine in difficoltà o morte, contattando la Guardia Costiera.