L’estate di violenza che insanguina la Colombia, tra narcotraffico, Covid-19 e casi giudiziari

Un’estate di violenza come non si vedeva da 15 anni a questa parte, proprio nel momento in cui il Covid-19 è letteralmente esploso tra la popolazione. Nel periodo in cui la Colombia diventava il quarto Paese latinoamericano in totale per contagi e vittime del coronavirus (e il terzo nell’ultimo mese dietro al Brasile e al Perù), con circa 10mila nuovi casi e centinaia di morti al giorno, nuovi massacri compiuti dai tanti gruppi armati ancora presenti nel Paese insanguinavano i dipartimenti più periferici. Secondo l’Onu, fino a metà agosto ci sono stati nel Paese 33 massacri accertati, e 7 da accertare. Ma perché questa ondata proprio ora? I gruppi armati stanno “approfittando” della pandemia per “regolare i conti”? Il Sir lo ha chiesto a padre José Darío Rodríguez Cuadros, gesuita, collaboratore dell’Università Javeriana e del movimento “Fé y Alegria”