Fatti
Malghe, ecosistema ancora da valorizzare
Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che permetterà la creazione di un registro e di linee guida per le malghe, riconoscendone il ruolo identitario
FattiIl Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che permetterà la creazione di un registro e di linee guida per le malghe, riconoscendone il ruolo identitario
Sapere quali sono le malghe nella nostra Regione, identificarle con un logo unico, definire i loro compiti e le opportunità che derivano dalla loro presenza in aree delicate e sempre meno presidiate. Sono gli obiettivi del Progetto di legge 152, “Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche” approvato il 14 marzo dal Consiglio regionale del Veneto e che ha messo a bilancio 80 mila euro per l’anno 2023. Un provvedimento che aspira a mettere ordine in un mondo, quello dell’agricoltura di montagna, che può essere strategico per la tutela del patrimonio della biodiversità e per la promozione di aree a scarsa attrattività turistica, e che sino a qui ha raccolto poche attenzioni. Gli ultimi dati relativi agli ambiti di pascolo e malga in Veneto sono del 2018 (anche se vengono citati dati del 2013) e registrano una leggera prevalenza delle malghe private (55 per cento) su quelle pubbliche (45 per cento). In questi anni il territorio curato da chi si occupa di agricoltura in quota è sceso del 35 per cento, a favore dell’estensione delle aree boschive. Delle 711 malghe venete censite dalla Regione cinque anni fa – 67 inattive o abbandonate, altre trasformate in seconde abitazioni, alcune sulla via di una complessa riattivazione anche con fondi europei – 271 sono in provincia di Vicenza (oltre il 38 per cento), 182 nel Veronese (25,6 per cento), 164 nel Bellunese (corrispondono al 23 per cento) e 94 in provincia di Treviso (13,2 per cento). E di queste solo il 18,6 per cento delle strutture trasforma il latte e meno del 10 per cento alla filiera di trasformazione affianca attività agrituristiche. «Il progetto di legge propone una revisione e un riconoscimento del ruolo delle maghe e dell’attività zootecnica di montagna – sottolinea Giovanni Puppato, consigliere regionale di Lega-Lv e relatore del progetto di legge – una delle storiche risorse per le popolazioni della montagna in Veneto e nelle Alpi in generale. Oggi non abbiamo un database centralizzato di registrazione delle strutture e della superficie a pascolo del Veneto, con il quale possa essere realizzata un’attività di raccolta dati, di programmazione e monitoraggio, attività oggi delegata a singoli comuni, Unioni montane, Regione». Diventa perciò importante l’istituzione di un registro che definisca linee guida regionali che dicano che cosa è malga e cosa invece non lo è. Perché quelle che la Regione definisce “unità silvo-forestali, di superficie di norma superiore ai dieci ettari, dotate di adeguate infrastrutture, costituite di pascolo, prato pascolo e talvolta bosco, in cui sono ubicati ricoveri per il personale, per il bestiame, locali per la lavorazione”, una volta dotate di un “certificato” che ne attesti le caratteristiche, potranno avere un rilancio auspicabile per tutto il territorio montano. Giovanni Puppato spiega, infatti, che le malghe “certificate” potranno garantirsi priorità nell’ambito dei bandi comunitari e quindi ottenere fondi per un rilancio anche come ricettività turistica puntando sul loro essere una garanzia rispetto alla sostenibilità ambientale. Seguendo protocolli che andranno costruiti, anche per le malghe sarà possibile in futuro accedere in modo sistematico ai fondi che sostengono le attività rurali. «Non basterà però un registro per rivitalizzare un settore in profonda crisi – aggiunge Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde e correlatrice del Pdl – come testimoniato dai molti bandi per la gestione delle malghe che vanno deserti. Tuttavia è un primo passo per il rilancio delle malghe pubbliche, parte importante del turismo esperienziale, che coniuga un turismo lento alla visione ecologica ed ecosistemica dell’ambiente».
Esattamente 40 anni fa, nel 1983, il Dipartimento per le Foreste e l’economia montana realizzò un primo inventario regionale generale delle malghe pubbliche e private presenti nel Veneto. L’inventario è consultabile sul sito della Regione nella sezione apposita. Altri siti utili sono infodolomiti.it, asiago.it e montegrappa.org