Chiesa
Comincia un nuovo anno pastorale per la Chiesa di Padova. Un anno in cui il primo passo di attuazione del Sinodo, le collaborazioni pastorali, si mette definitivamente in moto e il secondo – i ministeri battesimali – comincia a “farsi conoscere” in profondità. Con questi due “elementi” che anno pastorale sarà per le parrocchie della nostra Diocesi? «Sicuramente sarà un anno intenso e stimolante – sottolinea don Leopoldo Voltan, vicario episcopale per la pastorale – È stato importante dare concretezza alla prima proposta del Sinodo diocesano, quindi definire le collaborazioni pastorali, e ora ci proiettiamo con fiducia sui ministeri battesimali. Le collaborazioni pastorali hanno visto il coinvolgimento ampio delle parrocchie e quindi possiamo dire di esserci arrivati insieme. Ricordo, poi, che le tre proposte del Sinodo – i ministeri battesimali, i piccoli gruppi della Parola e le collaborazioni pastorali – non vanno recepite separatamente. Il battesimo, la Parola di Dio e l’aiuto fraterno tra parrocchie vicine sono dimensioni collegate che
coniugano la corresponsabilità di tutti, la spiritualità che si fonda nell’ascolto del Signore e la presenza cristiana nel territorio».
Sul fronte delle collaborazioni pastorali quali passi ci sono da compiere quest’anno?
«Le collaborazioni pastorali sono un esercizio di comunione e rappresentano la possibilità di scambiarsi reciprocamente il dono della fede ricevuta e sperimentata. Significato e compiti sono descritti in Ripartiamo da Cana. Lettera post-sinodale del vescovo Claudio (paragrafi 44-55) e andranno sperimentati concretamente nell’attuale mandato degli organismi (2024-29), anche nella prospettiva di una valutazione e verifica migliorativa. Il coordinamento della collaborazione pastorale diventa il luogo di collegamento e di esplicitazione di questi ruoli. A oggi sono stati eletti il coordinatore presbitero e il coordinatore laico delle 47 collaborazioni pastorali, confermati dal vescovo il 18 giugno scorso; ora andranno eletti anche i referenti degli ambiti pastorali essenziali – l’annuncio, la liturgia e la carità – e il referente dei consigli parrocchiali per la gestione economica (le indicazioni si trovano nel sito diocesipadova.it). Indubbiamente, credo che ogni collaborazione connoterà creativamente, in base alle proprie esigenze, i primi passi».
L’anno pastorale 2025-26 sarà di “sensibilizzazione” sui ministeri battesimali. Cioè?
«L’obiettivo riguarda a) la visione di Chiesa e b) i ministeri battesimali come leva di cambiamento. Il Concilio Vaticano II ci ha restituito un’immagine di Chiesa in cui tutti i battezzati sono protagonisti della sua missione che è evangelizzare; alcuni sono chiamati a un servizio specifico. Nell’anno di sensibilizzazione (2025-26) l’obiettivo consiste nell’assumere questa visione di Chiesa e nell’approfondire il valore di leva di cambiamento nell’azione pastorale che i ministeri battesimali esprimono. Successivamente, nella primavera 2026, le parrocchie individueranno alcuni candidati ai ministeri battesimali. Questo obiettivo sarà anche il riferimento dei percorsi formativi degli uffici diocesani. L’anno di sensibilizzazione vorrebbe raggiungere più persone e soggetti ecclesiali all’interno di ciascuna parrocchia, non solo i membri degli organismi di comunione parrocchiali (cpp e cpge), affinché tanti si sentano corresponsabili e partecipi di questo generativo processo pastorale. In cui sarà fondamentale la figura del consiglio pastorale parrocchiale…».
Uno snodo non indifferente del prossimo anno pastorale sarà l’individuazione dei candidati ai ministeri battesimali. Come saranno accompagnate le parrocchie in questo passaggio?
«Sia l’anno di sensibilizzazione che l’individuazione dei candidati ai ministeri battesimali saranno accompagnati da apposite schede di lavoro – contenute in un sussidio (insieme ad altri materiali) – con modalità adattabili in base alle possibilità di ogni parrocchia. Queste schede comportano più momenti – lettura e riflessione, ascolto e dialogo, confronto e convergenza – e permettono di compiere un percorso ordinato e ragionato».
Ci prepariamo, quindi, per un anno intenso e stimolante… come dicevi all’inizio di questa intervista.
«Lo scorso anno, lo si è colto da varie restituzioni, è stato impegnativo: il cammino per la definizione delle collaborazioni pastorali, con gli organismi parrocchiali all’inizio del loro mandato, ha richiesto tempo ed energie, a volte con la percezione di perdere di vista la programmazione ordinaria della parrocchia. Anche il cammino dell’anno di sensibilizzazione richiederà un buon investimento di pensiero e progettazione. Va vissuto con serenità e gradualità, sapendo che l’orizzonte dei ministeri battesimali si estenderà anche per i prossimi anni, e con la consapevolezza che attuare le proposte del Sinodo diocesano non è “altro” rispetto alla pastorale ordinaria, non è una “cosa in più” che la Diocesi ci chiede di fare, ma un’occasione per qualificare la vita di ogni parrocchia. Grazie, allora, a tutte le persone che cominceranno a prendere confidenza con i ministeri battesimali: sarà un entusiasmante cammino di popolo, di Chiesa».

Sabato 20 settembre si terrà l’incontro dei coordinatori delle collaborazioni pastorali. «Sarà soprattutto una riflessione condivisa sul loro ruolo, confrontandosi su aspettative e speranze – spiega don Leopoldo Voltan – E verrà presentato l’anno di sensibilizzazione: obiettivi, strumenti, modalità e cronoprogramma per assumere la prospettiva dei ministeri battesimali».
Per accompagnare l’anno di sensibilizzazione sui ministeri battesimali, rendendone partecipe l’intera assemblea domenicale «verranno suggerite anche delle attenzioni liturgiche – spiega don Voltan – Nell’eucaristia festiva, convocazione dell’intero popolo di Dio, riceviamo i doni d’amore del Signore. L’eucaristia fonda e genera la vita fraterna, ed è già di per se stessa espressione di una sinodalità reale, visibile ed efficace».