È festa della comunità, senza velleità da sagre di una volta quella di San Bartolomeo di Montà che si svolge dal 22 al 24 agosto e poi dal 28 agosto al primo settembre. «è a misura di comunità, di parrocchia – ribadisce don Marco Cagol, il parroco – è una festa quasi di quartiere, un modo per sottolineare “l’essere comunità”. La speranza è sempre che tanti possano prendervi parte, per gustare la bellezza di essere comunità di persone che si ritrova in serenità e fraternità».
Come l’anno scorso la festa vera e propria è anticipata dai tre giorni dalla cosiddetta “festa del riso”: tre giorni all’insegna del tipico piatto, il risotto, di Isola di Scala nel veronese. Poi cinque giorni di festa tradizionale con alcuni ingredienti già collaudati e altri nuovi. Presente lo stand gastronomico, il corner Bortolo, la pesca di beneficenza, la musica e le giostre. «Dal 16 al 23 agosto c’è la novena – continua il parroco – ma siccome molte persone sono in ferie la proposta di preghiera viene inviata anche via messaggio». Il 24 messa per il santo patrono alle 10.30 presieduta da don Alessandro Metello, prete novello che ha prestato servizio a Montà come seminarista. Due serate poi, alle 21, di affidamento a san Bartolomeo: la prima il 26 con la statua che viene portata in processione in piazza, la seconda il 27 con un momento di riflessione ispirato alla Fratelli tutti di papa Francesco e con la testimonianza di don Luigi Turato, tornato dal Brasile dopo 12 anni in missione.
«I propositi nell’organizzare a vivere la festa sono sempre gli stessi – conclude don Cagol – riconoscerci parte di una storia comune, tenendo viva l’eredità di fede dei nostri padri; accogliere i nuovi e far sentire la parrocchia casa di tutti».